Stanotte l’ho risognato. Però è stato completamente diverso dalle altre volte, soprattutto l’ho finito. Cioè, il tema era sempre quello, ma senza contaminazioni. Mi spiego: di solito non riesco bene a definire i colori o i contorni, o c’è sempre qualche elemento di disturbo, tipo l’amico che non c’entra niente o qualche demenzialità tipica dei sogni. Questa volta invece è stato perfetto. Mi muovevo nella storia con la logica sequenzialità degli eventi e il copione veniva rispettato. Venti giorni fa ci sono andato vicino, ma all’ultimo la comparsa dell’astronave ha rovinato tutto. Nel senso che l’astronave ha deviato il corso della storia e mi sono trovato in balìa degli alieni. Un’altra volta ho chiesto consiglio a Ponzio Pilato che, come al solito, si è lavato mani e poi mi hanno messo in croce, però con i piedi per terra. Una specie di gogna insomma. Il fatto è che Ponzio Pilato era tra il pubblico e non ho trovato meglio da fare che chiedergli un consiglio. Cazzo ci faceva Ponzio Pilato a un concerto…
Altre volte si parlano lingue diverse, e allora è un casino. È anche successo che a un certo punto il mio interlocutore mi ha girato l’orecchi che era una specie di valvola. Mi sono sgonfiato e afflosciato a terra, così il sogno è sfumato lì. Stavolta invece sono arrivato alla fine. Sinceramente me l’aspettavo diverso ma almeno ha avuto una certa logica. Non so se sia questa la fine vera, però può essere una versione decente. Forse c’è da sistemare qualche piccolissimo dettaglio, perché non ho mai visto Ringo Starr girare nudo col calzino sull’uccello come i Red Hot Chili Peppers, però ci sta. Nel senso che, nell’insieme, magari si può dare un’interpretazione logica al fatto. Lui musicista, loro anche. Io pure. Ma non credo sia questo il motivo del sogno ricorrente. Cioè, loro sono veri musicisti, lo fanno per professione, io no. Cioè, magari suono la batteria molto meglio di Ringo Starr, però non ho avuto il suo culo. Nel senso che da me non sono mai arrivati Harrison, McCartney e Lennon a chiedermi se volevo fare parte dei Beatles. Da me sono arrivati Marozzi, Puntoni e Mosca, che gli serviva un batterista che non rompesse tanto le palle e che gli andasse di suonare nel loro “Pubs ’n’ Clubs Tour.” Però alla fine non capisco da cosa sia iniziata l’ossessione onirica. Nel senso che sicuramente ci sono delle attinenze ma non ho il quadro completo…
Dreams ’n’ Drums, Heman Zed, Edizioni Il Maestrale, p. 192 (18,00 euro)