Le domande non mancano, quelle che scarseggiano sono le risposte da parte del Festival dell’Inedito. Ma noi non ci perdiamo d’animo e attendiamo.
Avrei dovuto parlare di un bel libro – per tirarmi un po’ su il morale – ma dopo il post di ieri sul Festival dell’Inedito e il silenzio
che è seguito, non ci riesco.
Mi riferisco al silenzio degli organizzatori perché, al contrario, in tanti hanno risposto facendosi diverse domande. Comprendo che sia glamour glissare fingendo il nulla, ma ritengo che qualche risposta sia doverosa. Anche perché sul web, se cerco notizie su questo evento – che solleva alcuni dubbi per le modalità con cui è proposto, i contenuti e soprattutto i costi – cosa si trova? Poco.
O meglio, circola lo stesso articoletto copia-incollato qua e là in cui si parla di passione per la scrittura, esordienti ignorati dal mercato editoriale, talenti. Tutto tranne che di costi (ecco i primi cinque risultati di google: RaiNews, Ansa, AdnKronos, Met, Notizie.it).
Possibile che nessuno si sia stupito per un festival la cui partecipazione di sicuro offre il costo di 130 euro (più iva) per la preiscrizione, per i più meritevoli l’esborso di 400 euro (più iva) per l’iscrizione vera e propria ma è decisamente più criptico per quel che riguarda premi ed esiti (possibile pubblicazione, probabile vendita, menzione d’onore)?
Perché le questioni non troppo chiare, oltre a quelle sollevate ieri, sono diverse:
- I finalisti delle varie sezioni dovrebbero essere 20. Ma quanti autori avranno il diritto di passare dalla preiscrizione alla iscrizione vera e propria (e pagare le 400 euro)? Cioè, alla fine, quanti saranno gli iscritti accettati? Perché concorrere con mille persone è un conto, diverso è se i contendenti sono 10. Sarebbe interessante saperlo per ciascuna delle sezioni. Fosse un festival gratuito importerebbe poco ma dovendo sborsare 631,3 euro la domanda non è peregrina.
- Come è possibile che un romanzo, un racconto di 10mila battute, una raccolta di poesie, un format televisivo (bibbia e/o puntata pilota), una fiction (soggetto, trattamento, sceneggiatura o puntata pilota), un soggetto/trattamento/script per il cinema abbiano lo stesso costo di valutazione?
- Quindi mi chiedo anche come sia la scheda di valutazione e chi si occuperà di redigerla.
- Le 400 euro danno il diritto a uno spazio espositivo (cioè, di che tipo?), una preview sul sito Excalibooks (sarebbe a dire?), essere pubblicato ed eventualmente venduto da Excalibooks (chi sarà pubblicato, chi venduto?), partecipare a un contest per la menzione d’onore (vale a dire?) o la eventuale pubblicazione (quindi chi verrà pubblicato?).
- Che tipo di contratti saranno proposti agli autori meritevoli di pubblicazione?
- Leggo che la società Licosa, proprietaria del marchio Excalibooks, offre la pubblicazione di tutti inediti per un anno. Tutti gli inediti che cosa significa? Tutti gli iscritti? Tutti i finalisti?
- Leggo anche che Licosa, per tutte le opere non vincitrici offre il servizio di stampa a un prezzo speciale, vale a dire?
- Per quale motivo è caldeggiata l’iscrizione alla SIAE? Oltre a essere curioso, inquieta un po’ che nel comitato dei garanti
compaia il direttore generale della SIAE.
Sono certa che Alberto Acciari, ideatore dell’evento, o Antonio Scurati, presidente del comitato dei lettori e presente anche nel comitato dei garanti, saranno felici di fornire delle risposte.
39 comments
Ma certo che saranno felici di fornire risposte, il punto sta tutto nel fare le domande giuste. Che non sono quelle che proponi …
Te ne suggerisco alcune:
1. Ma davvero la preiscrizione costa solo 130 euro?
2. Ho sbagliato a fare i conti dell’iva, va bene lo stesso se pago 700 euro?
3. Nello spazio espositivo potrò indossare il mio cappello preferito?
4. Se non doveste selezionarmi, posso comunque farmi pubblicare a pagamento?
5. Se verrò selezionato posso farmi accompagnare dalla mamma?
6. Se l’ho già fatto leggere al mio amico del cuore, me lo considerate comunque come inedito?
7. Posso partecipare con più di un testo se pago le quote di iscrizione per tutti?
Si vede che ne capisci di comunicazione!
E, in effetti, preferirei rispondessero alle tue 😉
Soprattutto a quella del cappello, ci tengo proprio a poterlo indossare.
Son cose che si capiscono, sai. Mica lo devi spiegare. Chi il cappello, chi le scarpe… (chi il cervello)
Esatto!
C’è anche da dire che con indosso un bel cappellone, avrei maggiori possibilità di non essere riconosciuto.
Non è che ci tenga particolarmente a farmi vedere in un posto come quello, sai … il buon nome ^_*
Allora che sia a tesa larga, molto molto larga…
Tesa larga e velo nero da vedova inconsolabile.
Il velo è in tono con il mood della manifestazione…
Chiara, formalmente non vi è nulla da dire su come è strutturato il festival e che cosa chiede e cosa offre. Di certo è eticamente e moralmente discutibile che l’intera organizzazione abbia fiutato il vero affare ‘in quei 100.000 potenziali scrittori/artisti’, parlare di truffa mi pare termine audace, anche se così pare. Che dire allora della borsa di studio, notizia di qualche giorno fa, che assicura uno stage presso repubblica.it (Premio D’Avanzo), e rivolta solo ai neo uscenti dalle scuole di giornalismo riconosciute dall’Odg? Evidenzierei inoltre che il servizio di pubblicazione di tutti gli inediti per un anno offerto da Excalibooks, lo offrono gratis molte altre aziende simili di media visibilità, senza togliere che si va verso il fenomeno : ‘ogni persona si costruisce il suo giornale, il suo e-book, il suo romanzo che si può condividere in modo molto semplice su google e senza saper necessariamente usare la tecnica SEO’…i due eccessi, e in mezzo una babilonia..Il discorso di veicolare i giovani talent scout verso la SIAE non mi stupisce affatto…ripeto formalmente il festival è ineccepibile del tipo: paga e noi ti offriamo un servizio tale che se al contrario dovessi investire su te stesso e fare tutto da solo, non otterresti la stessa visibilità’. Mi chiedo: dove sono finiti ‘i cacciatori di talenti?’…che figura romantica, ormai parte solo della mia fantasia e di qualche ricordo, o forse solo di troppi film e musical che ho visto…
intanto dai un’occhiata alla pagina fb sul festival dell’inedito a pagamento, leggi la dichiarazione di scurati e fatti un’idea di come ci si siano messi di buzzo buono per non perdere neppure uno scrittore sommerso.
e poi, se leggi qualche commento – tutti negativi, per altro – ce n’è uno che ti rende precisa l’idea di come si stiano muovendo e di come si muovereanno.
– ragazzo che commeta: Complimenti per l’interessantissima iniziativa. Peccato per i costi tanto elevati, che, almeno per quanto mi riguarda, costituiscono un impedimento alla partecipazione.
– Festival dell’Inedito: ciao e grazie dei complimenti! I costi comprendono una serie di servizi quali: la valutazione dell’opera, la sua promozione e la pubblicazione…Se cambi idea hai tempo fino al 31 maggio per inviarci il tuo inedito.
saluti e baci (gratis)
Sì, sto appunto guardando, che tristezza… grazie!
Non so a te, ma la questione mi ricorda molto, troppo, il concetto di democratizzazione della scrittura. Tutti devono scrivere e, soprattutto, tutti devono pagare me per farlo…
Questo silenzio è la riprova che nemmeno lontanamente sono in buona fede, nessuno che provi nemmeno un pochino a difendere questo Festival, questa cosa dice tutto, secondo me. (oltre ad avvalorare ulteriormente le tue tesi, anche se non ce ne sarebbe alcun bisogno)
Su Twitter il povero cristiano/a che si celava dietro il loro account oggi è stato bersagliato. Timidi tentativi di gestire la cosa, ma nessuna risposta. I vertici tacciono, come da copione. Ma le dichiarazioni rilasciate alla presentazione dell’evento hanno dell’incredibile…
Ho visto quello che hanno scritto su Facebook, veramente incredibile, evidentemente non si rendono conto di quanto siano ridicoli, chiunque, anche non un addetto ai lavori come te, capisce che è una presa in giro.
“E’ la realizzazione di un ideale virtuoso di comunicazione letteraria orizzontale, libera, democratica e aperta a tutti.” (cito dalla loro dichiarazione su Fb)
Molto virtuosa questa comunicazione letteraria orizzontale a pagamento aperta a tutti quei poveretti che abboccheranno e tireranno fuori fior di denari. Ma va va…
Sono le stesse identiche modalità di certi Eap scorretti. Quelli che hanno generato il problema “editoria a pagamento”. Vale a dire non chi pubblica prendendo soldi, ma chi fa falsa informazione, sfrutta la mancanza di conoscenza delle persone e millanta cose che, ahimè, non può garantire.
…ma il pranzo è al sacco?…
Certo. Ma se vuoi ti offrono caviale e aragoste. Te li regalano. Per sole 500 euro.
…ma così non mi rimangono i soldi per iscrivermi alla Siae! cazzarola,che dilemma!!! quasi quasi iscrivo il mio avatar LaroManni che mangia poco…
Eh, lo so, son dilemmi. Ma tu chiedi a loro, vedrai che ti sapranno consigliare alla perfezione. Loro ci tengono agli esordienti.
Voci di corridoio dicono che, oltre alla Siae, sarebbe meglio munirsi di antifurto da postazione, spray al peperoncino (come deterrente per gli aspiranti più insidiosi) e trombetta da stadio per attirare l’attenzione degli editori.
…le trombette da stadio sono fastidiose. sto ammaestrando,ormai da anni,uno stormo di zanzare in vista di questo evento ( sono anche un veggente-medium nei weekend ).anche se ad onor del vero sono diventate di un’anarchia inenarrabile (inenarrabile fa sempre la sua porca figura) e sono loro le mie ghostwriter. purtroppo mi si incantano quando ci sono le pagine che parlano di sangue,quindi non vorrei fare una figuraccia a portarmele dietro.tu che mi consigli,o chiedo direttamente al direttore generale della Siae?.sai che stanotte dormirò male per colpa tua con tutti questi dilemmi? Fai una buona notte,io provo a spruzzarmi l’Autan che stasera le vedo un po’ in calore…
Il “mi piace” sulla pagina facebook è gratuito o anche lì è prevista la gabella?
Chissà… ma io sono al sicuro, se a postare sono loro, il “mi piace” è difficile che lo clicchi 😉
Mi sono limitata al “mi piace” ai commenti, per andare sul sicuro… 😉
Ecco, sui costi di questi chissà… non è mai detto 😉
…se sei già iscritta alla Siae è parificato agli interessi privati in atti d’ufficio.se poi commenti pure siamo a livelli di concussione con appropriazione indebita…
Non sono iscritta alla Siae, ma magari la Siae è iscritta al mio blog. 😉
io mi sono studiata solo ieri il bando, anche perché solo ieri ne sono venuta a conoscenza. Mi occupo peraltro uin maniera un po’ più professionale di sceneggiatura, o almeno me ne occupavo. Sono francamente basita non tanto dall’iniziativa in sè, che non ha nulla di dissimile da tante iniziative volte ad attirare allocchi (per la sceneggiatura esistono decine di corsi tenuti da gente che non si sa nemmeno cos’abbia scritto nella vita, ma si fa pagare un sacco di soldi per insegnare regole che potresti trovare sui manuali…), ma i nomi che si stanno spendendo. Cattleya non ha bisogno di questa roba, per lavorare. È una casa di produzione, una delle poche, con tutte le carte in regola e i contatti che servono per produrre, per cinema e televisione. Paola Pascolini è una professionista del settore, e in mezzo allo schifo che circola è pure in gamba. Pure lei aveva abbastanza contatti per poter fare il suo lavoro senza doversi mescolare con un’iniziativa tanto oscena. Sui grandi editori non so che dire, perché conosco poco il settore dall’interno. Però, ecco, il fatto che aziende e persone di una certa rilevanza che non hanno il minimo bisogno di festival simile per ottenere visibilità riescano a mescolarvi i loro nomi con tutta questa nonchalance mi inquieta. E non poco.
Tzè! Vatti a fidare della gente perbene! 😀
Manfatti.
Questo, in effetti, è il punto.
Perché persone del settore, stimate, partecipano a un progetto di questo tipo?
Che le motivazioni siano di natura economica, di opportunismo o di semplice superficialità (partecipo ma non so bene a che cosa) resta il danno. Non solo quello di “accalappiare” grazie all’autorevolezza e coinvolgere in un progetto di dubbio valore ma, che è peggio, di avvalorare così comportamenti altrettanto scorretti (insulsi premi a pagamento, eap…).
Per non parlare dei marchi sponsor.
E del silenzio della stampa.
Vabbe’, vado a farmi un caffè…
Ciao!
certi festival andrebbero o-scurati.
(simone togneri dixit, io sottodixit)
buongiorno, signorina.
ieri ho s/parlato di questa geniale trovata per spillare soldi nell’ora del boicottaggio a radiocontatto (si può dire radiocontatto qui da te?)
Non solo si può dire, ma si può pure scrivere 😉
Eh, lo so, le trovate geniali ti vien voglia di raccontarle, di gridarle!
Ma tu lo senti il silenzio, il mostruoso silenzio…
francamente, cosa ti aspetti che dicano? cosa possono controbattere?
staranno zitti e conteranno i soldi degli incassi, e poi vedrai che casino succederà, alla fine. immagina quanti “scrittori” verranno delusi…
Speriamo che chi ha in mente di partecipare si faccia un giro in rete e capiti qua sopra. Speriamo che la controinformazione salvi qualche malcapitato.
Certo che così diventa sempre più difficile convincere gli aspiranti autori che no, le raccomandazioni non servono, pagare non serve…
Questa iniziativa avalla le false certezze (sentite un po’ ovunque) che creano terreno fertile su cui EAP e concorsi a pagamento attecchiscono facilmente.
Io trovo sconcertante (sarò monotono), la presenza del sindaco Renzi come “garante” della giuria. Sconcertante dal punto di vista letterario, a parte il fatto di avere “pubblicato” un libro (sembra sia l’unico libro mai entrato in una villa di Arcore) appena è stato incoronato. Sconcertante dal punto di vista istituzionale, avrete tutti letto l’appello di Elisa Biagini in seguito alla “dimenticanza” da parte del suddetto sindaco nei confronti dei finanziamenti per il festival di poesia: “Firenze Poesia.Voci lontane-Voci sorelle”, che quest’anno rischia di saltare.
Non sei monotono. Ma qui è tutto sconcertante!
Eh certo, Il festival della poesia è serio e gratuito. Ovvio che salta, che ci guadagnano?!
Io partecipo se mi fanno leggere le prime 4 righe del mio inedito aggiungendo soltanto altri 25 euro.
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