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Se il vicesindaco pensa ai giovani (son dolori)

Qualche giorno fa, grazie all’attento occhio di Tropico del Libro, ho scoperto l’ennesima iniziativa spenna esordienti (e non). Un concorso letterario che premia i vincitori con la pubblicazione, peccato che la suddetta costi ai fortunati ben 950 euro. L’aspetto più triste della faccenda è che il Comune ha pensato bene di patrocinare l’iniziativa.
Oggi, grazie alle domande di Federica D’Alessio, scopro l’illuminante pensiero del vicesindaco di Ravenna in merito al patrocinio. Di seguito copio e incollo l’articolo.

«Non potevamo dire ancora una volta di no al mondo giovanile», così il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi spiega a Tropico del Libro le ragioni del patrocinio offerto al concorso letterario “Il libro nel cassetto” organizzato dalla casa editrice Tipografia Moderna di Ravenna. Un concorso che richiederà un costo di 950 euro (se una volta selezionati si vorrà veder pubblicato il proprio inedito) è dunque un concorso pensato per favorire la partecipazione dei giovani? «Beh, in effetti 950 euro sono tante, inizialmente. Condivido le vostre considerazioni. Ma ecco, ci saranno agevolazioni e facilitazioni per le persone che poi accederanno alla pubblicazione, e queste agevolazioni dovrebbero in parte servire a mitigare le critiche».
Critiche che, per ammissione dello stesso vicesindaco, «si stanno in effetti levando da più parti anche nella città di Ravenna», nei confronti di un concorso che, come da bando, prevede la possibilità di veder pubblicato il proprio libro a fronte di un pagamento di 950 euro, privilegio riservato a un massimo di 10 vincitori, i quali otterranno una tiratura di 500 copie del proprio romanzo, distribuito in poche regioni d’Italia e con un compenso di 3 euro per copia venduta. «Il nostro patrocinio è a titolo completamente gratuito come avviene ormai da tempo per le attività culturali cittadine», precisa Mingozzi. Il Comune quindi non sostiene economicamente il concorso, tuttavia lo avalla con il proprio stemma perché «iniziativa dedicata al mondo giovanile». Rimane da sapere quanti saranno davvero i giovani e in generale le persone disponibili a spendere tanti soldi per veder coronata in un libro la propria partecipazione a un concorso letterario.

Qui il problema è non sapere di cosa si parla. E il vicesindaco di Ravenna Giannantonio Mingozzi non lo sa. Non è stato informato, tanto per cominciare, che un editore non chiede soldi agli autori ma paga chi gli fornisce contenuti da divulgare perché è su questi contenuti che si realizza il suo guadagno (e non sui servizi offerti, altrimenti sarebbe una agenzia).
“Non potevamo dire ancora una volta di no al mondo giovanile”. Prego? È così che il vicesindaco avrebbe pensato di venire incontro ai giovani? Facendoli spennare? Disinformandoli? Cioè illudendoli che stampare copie a caro prezzo significhi pubblicare?
Non è che basti dire “libro” per fare cultura o per dare occasioni ai giovani.
“Ci saranno agevolazioni e facilitazioni (…) che dovrebbero in parte mitigare le critiche”. Mitigare le critiche? Questa è bella! Mai pensato di fare una cosa buona e giusta da cima a fondo, così da raccogliere consensi?
E poi, santo cielo, mi auguro che il comune non avalli ogni “iniziativa dedicata al mondo giovanile”. Pensate se qualcuno si inventasse il festival del bombarolo o la sagra del gatto scannato. Chissà, magari vedremmo spuntare lo stemma comunale pure in quell’occasione. Per i giovani questo e altro.

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5 comments

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Daniela 25/06/2012 at 22:12

Senza parole, quelle buone le hai usate tu. Mah…vabbè

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Ilaria Pedra (ora Sandra) 25/06/2012 at 22:25

In effetti mi pare la classica situazioni in cui uno, per difendersi e uscirne pulito, non fa che peggiorare la propria posizione. Alè!

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Tales Teller 28/06/2012 at 22:53

Già. Perché, per arrampicarsi sugli specchi ci vuole una notevole abilità, altrimenti tutto quel che ci ottiene è di romperli e farsi franare addosso i cocci.

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Tales Teller 28/06/2012 at 22:59

Pensavo al “Festival del Nudo d’Autore”.

Ovvero, raccolgo una carrettata di donzelle dai facili costumi, le porto in piazza e li le fotografo mentre ogni guardone della zona si può lustrare gli occhi per la modica spesa di 50 euro. In fondo, anche se non ho mai preso in mano una macchina fotografica, dal primo scatto divento a pieno diritto un autore.

Durante il festival i partecipanti potranno anche usufruire di innumerevoli servizi accessori che non descriverò poiché la tradizione impone che possano essere trasmessi solo da bocca di donzella dai facili costumi ad orecchio di partecipante. Il prezzo? Un affarone!

Se aggiungo una piccola donazione alle casse comunali, dite che mi autorizzano?

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Chiara Beretta Mazzotta 01/07/2012 at 09:21

Non c’è neppure bisogno della donazione! L’idea è geniale! Quindi Il sindaco, il vicesindaco, la giunta tutta le spalancheranno le porte e le braccia, ricoprendola di stemmi e patrocinii. Olè!

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