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L’estate del cane nero

L'estate del cane neroE grazie mille a Marina che, per gli Scelti da voi, ci regala questa bella recensione.

Per Matteo Leoni l’estate del 1975 sarà difficile da dimenticare. Barese, tredici anni, un padre che insegna latino e greco al liceo, una madre casalinga laureata in Medicina, Matteo passa tutte le estati con la sua famiglia in campagna, in una grande masseria tra gli ulivi secolari della Puglia e il mare. Insieme con lui, ci sono sua sorella col fidanzato, la cugina Valentina, gli zii e i suoi amici, Beppe e Alessandro.
Le giornate calde, il sole accecante, il mare, le corse in bicicletta, le nubi di polvere alzate in aria al passaggio e la macchia nera del bosco, fanno da sfondo a questo romanzo di formazione. Tra amori impossibili, preti dalla doppia vita, tradimenti, vicende familiari tristi e violente, bagni notturni ed escursioni verso grotte solitarie e buie, Matteo e i suoi amici vivranno un’estate che segnerà per sempre le loro vite, disegnando come il tratto deciso di una matita, un confine netto tra l’infanzia e l’inizio dell’età adulta.
Quello che colpisce è l’ambientazione, la Puglia negli anni Settanta. Le descrizioni dei luoghi e delle vicende precise e dettagliate, (molto belle a mio parere quelle dei vestiti delle signore e di sua cugina, delle torte preparate per il compleanno del protagonista, o delle merende consumate nel pomeriggio in cucina) sembrano diapositive, immagini di un film che scorre davanti agli occhi del lettore e quasi lo invitano a rivivere i ricordi della propria infanzia. Un viaggio a ritroso nel tempo, dolce, malinconico e mai scontato.

L’estate del cane neroFrancesco Carofiglio, Marsilio, p. 173 (10 euro) anche in ebook

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4 comments

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sandra 30/05/2013 at 16:14

non sono mai stata in Puglia (strano eh?) ma le estati degli anni 70 da bimba le ho vissute anch’io e forse x certi aspetti sono uguali un po’ ovunque in Italia. Grazie Marina prendo nota. bacio
ps. Chiara continui a cambiare la foto …

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Chiara Beretta Mazzotta 30/05/2013 at 17:17

Il mio gravatar è in crisi d’identità.
Una foto mi ritrae incinta e mi pare un falso storico.
l’altra è troppo cupa sulla pagina con sfondo nero.
questa è da “callcenterista” e mi piace 😉

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sandra 30/05/2013 at 18:10

AH ecco che era cupa te lo volevo dire, ma temevo di essere invadente.
In quanto al falso storico il mio avatar si illude di fermare il tempo con la foto delle nozze.

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Chiara Beretta Mazzotta 30/05/2013 at 18:25

Ma figurati! I punti di vista son bene accetti a tutto tondo!
Su Fb quella cupa è perfetta, dissuade gli stalker 😉
Qui faceva “cara estinta” 😉

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