Chiacchiere e vaneggi su un fenomeno preistorico, ovvero l’editoria a pagamento.
E poi nuove tecnologie, self publishing, print on demand, ebook. Un grazie a Gaia Conventi per i suoi preziosi Giramenti e a Scrittori in Causa per tutto l’aiuto che danno agli autori.
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4 comments
Cara Chiara,
ora che la mia personale ruski bla-bla dorme (fiuuuu sospirone!) mi impossesso del pc e ti ritrovo agguerrita e felice, ah è proprio la sera giusta per ascoltarti e dire la mia, sperando seguano altri commenti. Io non mi vergogno a dire di aver pagato l’edting, il mio primo romanzo è uscito esattamente 3 anni fa (domani è il compleanno del libro!) e faccio parte di quella categoria di persone che ha agito con diciamo superficialità, il primo editore, che conoscevo di persona, al quale l’ho sottoposto, mi ha proposto questa cosa e ho accettato. Pentita? No, ma solo perchè l’evento ha dato il via a una serie di eventi, un effetto matrioska (ormai declino tutto alla russa) tra cui aprire un mio blog, conoscere il tuo blog e tanti altri libreschi, e approfondire il discorso editoriale. Per non dire che il romanzo è andato bene, certo supportato dal mio massiccio intervento (quando l’autore diventa anche venditore!!!) e ora posso dire di essere un’altra. Però chiaramente non lo rifarei, perseverare è diabolico, si sa. Così quando suddetto editore mi ha proposto la stessa formula, circa, per il secondo romanzo l’ho salutato neanche troppo cordialmente. Ho tentato di far capire all’editore che dovrebbe, è una persona capace, affrancarsi da questo maledetto EAP ma niente. In ogni caso, come dici tu, ci stanno pensando la crisi e il self publishing a fare piazza pulita di EAP.
Un caro saluto!
Vedo che siam sulla stessa barca. Sono sommersa di consegne e SataNana saltella nel lettino tipo molla…
Non suda neppure! Ma come fa?
Sandra, fossero tutti come te, gli autori! Incappare nell’Eap non è certo una colpa, né un problema, concordo che nel perseverare… ma i tempi cambiano, e piano piano, il problema si risolverà da sé 😉
Super bacio!
L’ha ribloggato su carmillaweirdlovee ha commentato:
Attenti alle IDI di………..giugno? ^_^
Come sempre preziosa, Signora Beretta Mazzotta.
Chapeau.
Penso che in fondo in fondo l’EAP non sia molto dissimile dall’alta moda.
Io trovo che solo un menomato mentale possa pensare di spendere 500 euro per un paio di scarpe, 2000 euro per una borsa ed il prezzo di un monolocale per tre vestiti più trucco e parrucco, ma quando i tuoi occhiali sono Gucci, le tue scarpe Prada ed i tuoi vestiti Ferragamo, tu non li indossi per coprire le pudenda o per proteggerti dal freddo, lo fai per coccolare il tuo ego, per suscitare l’invidia di chi guarda e per sottolineare che… tu puoi.
Nello stesso modo (ma con una spesa di gran lunga inferiore) c’è chi si rivolge all’EAP – la cui definizione migliore è di certo quella inglese di Vanity Press – per poter coccolare il proprio ego, crogiolarsi nel pensiero di essere uno scrittore e sottolineare che… lui può.
Il servizio che mi viene venduto da un Editore a Pagamento non è quello di ottenere un libro che venga venduto ma di soddisfare il mio perverso desiderio di potermi definire uno scrittore e se le Case Editrici che chiedono 5000 euro per una pubblicazione sono ancora aperte significa che c’è un congruo numero di persone disposte a sborsare quella cifra. Un po’ come le scarpe Gucci… solo più infiammabili.
Detto questo non ho nulla in contrario all’Editoria a Pagamento. Quello che dovrebbe realmente essere controllato e sanzionato sono le promesse che spesso vengono fatte. Promesse di visibilità, di distribuzione e previsioni di vendita fantascientifiche unite ad un bel mazzetto di false speranze sulle possibilità di “vendere autonomamente le copie acquistate”. E’ in questi casi che un bene di consumo emozionale come l’EAP scivola nella truffa e come tale dovrebbe essere perseguito da chi di dovere.
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