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Acciaio

E per gli Scelti da voi, grazie a Simona D’Onofrio per la sua recensione.

La storia si svolge a Piombino, in un paesaggio dove giganteggia la Lucchini, la potente acciaieria; in via Stalingrado, in quei casermoni riservati agli operai. Al di là della strada, il mare dell’Elba.
Francesca e Anna, le due adolescenti protagoniste, vorrebbero e dovrebbero vivere con la spensieratezza che appartiene alla loro età, eppure non possono, non ci riescono. La loro bellezza le avvolge, ma spaventa e sdegna chi le circonda, specie il padre di Francesca, padre-padrone morbosamente legato a lei e al suo avvenente corpo.
Il legame controverso che si instaura tra le ragazze subisce un mutamento, con conseguente battuta d’arresto; a fare da quinta di scena, le vicende degli altri personaggi: Sandra e Arturo, i genitori di Anna; Alessio, Cristiano, Mattia, Lisa. Tutte vite fuse e pesanti come l’acciaio. Ciascuno di loro ambisce a migliorare la propria esistenza, molti con mezzi illeciti, ma nessuno riesce a emergere in una realtà da cui si viene sopraffatti.
Il romanzo scorre piacevolmente, con la speranza di un finale in cui i personaggi, tutti verghianamente miseri, riescano a regalarci e regalarsi uno spiraglio di luce. L’autrice descrive con toni duri e sognanti due realtà opposte: quella di un quartiere degradato e popolato da figure ai margini, spinti, per questo, anche a delinquere, e quella dell’Elba, l’isola tanto sognata. Il ritratto di un’Italia difficile, dunque, che non risparmia nessuno, nemmeno la vita di un operaio.
La Avallone delinea con cura e sapienza i suoi personaggi, riuscendo a renderli veri, propri della nostra epoca, intenti come sono nella ricerca di una loro identità. Alla fine vincono i sentimenti, quelli che le due ragazze hanno deciso di far parlare al posto della miseria che le circonda. Vincono loro e vince la voglia di abbandonarsi ai propri desideri, ai propri istinti.
“Non parlavano più, adesso. Le parole non servono a niente, fanno litigare il più delle volte. Si passavano la spugna con cura e si stupivano delle differenze: un neo, la forma stondata o oblunga delle unghie. Se ne stupivano come di una cosa che non ha senso. Perché Anna aveva i fianchi più larghi e il seno più grosso? E perché Francesca aveva il sedere più tondo e più alto? E l’ombelico più profondo? ‘Perché non siamo uguali?’ chiese Francesca massaggiando i ricci di Anna. ‘Perché siamo diverse, però siamo uguali.’ ‘E perché?’ “Perché siamo nate insieme, abitiamo insieme, moriremo insieme e faremo tutte le cose insieme.’ “E come facciamo a morire insieme?’ ‘Non lo so.’”

Acciaio, Silvia Avallone, Rizzoli, p. 368, (18 euro) anche in ebook (economica)

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4 comments

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Chez Alessandra 08/11/2013 at 18:49

L’ho letto poco tempo fa, non mi è piaciuto molto perché il contesto mi sembrava descritto in modo poco realistico, a tratti persino ingenuo…Non so, forse sono l’unica ad aver avuto questa impressione.
Comunque la recensione è davvero molto bella e ben scritta. Complimenti a Simona!!!

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sandra 08/11/2013 at 22:09

Io l’ho addirittura piantato a metà, anzi prima, ed è assai difficile che non arrivi a terminare un libro. Alcuni tratti delle due ragazzine mi sembravano volgari, c’è da dire che io sono molto puritana nelle letture. Bacchettona proprio, no anzi no, è che il sesso me lo devi molto motivare, deve avere una giustificazione che lì non ho trovato.

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Manu 10/11/2013 at 23:13

L’ho letto circa due anni fa mi è piaciuto molto. Bella anche la recensione di Simona!

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Oliver T. Twit 11/11/2013 at 00:08

Titolo formidabile. La recensione e i commenti me lo sconsigliano.

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