#UnContenutoèUnContenuto ma un libro non è un ebook (e confrontare le vendite è tempo sprecato)

#UnContenutoèUnContenuto ma un libro non è un ebook (e confrontare le vendite è tempo sprecato)

Analisi di mercato, preferenze di acquisto, grafici: tutto inutile perché raffrontiamo due prodotti incomparabili che non gareggiano alla pari, altro che #unlibroèunlibro!

Giorni fa rimbalzava in rete e sulle bacheche un pezzo in cui si leggeva che in America gli ebook sono un flop e si sta assistendo al recupero delLibri contro ebook cartaceo. Anche da noi una piccola indagine Nielsen ci dice che i lettori preferiscono la carta al digitale. Ma questi numeri sono utili? Le considerazioni che ne conseguono legittime? Non troppo se si pensa che il confronto è forzato e alimenta una (ridicola) guerra di formati (quando, semmai, toccherebbe fare i conti con il contenuto dei libri).

Quando si parla di ebook non si può prescindere dalla questione prezzo. Una storia viene scritta, mandata a un editore, l’editore la fa leggere, valutare e se decide di pubblicarla ci sarà un editor che la lavora, un correttore che la corregge, un grafico che la impagina e la dota di una copertina. Che il libro sia di carta o digitale, nulla cambia.

Un ebook non richiede un magazzino. Ha però spese di distribuzione: non ci sono corrieri, buste, carta, francobolli, fattorini… ma le piattaforme chiedono agli editori una percentuale. Le royalty poi sono ben diverse: se un autore incassa il 7-8 per cento per il cartaceo, si CArta o digitaleparla del 25 per la commercializzazione del testo digitale, quindi il margine dell’editore è più esiguo.

Un ebook deve costare meno, non poco ma il giusto (rispettando le competenze di chi lo produce e il risparmio determinato dal formato). Se un testo viene venduto a 15 euro chiederne 9,99 per l’ebook è folle. Il prezzo, che dovrebbe favorire l’acquisto del digitale, diventa un deterrente e si trasforma spesso nel tentativo – goffo – di privilegiare la carta.

Ci sono editori che non realizzano testi in digitale, Marcos y Marcos per esempio (avevo scritto anche Adelphi, errore, li fa eccome, guardate qui), quindi molti libri sono fuori dai giochi. Ed editori che, pur pubblicano anche digitale, hanno in catalogo titoli disponibili solo in cartaceo. Prendete per esempio il fortunato Open scritto da J. R. Moehringer (Einaudi): l’ebook lo trovate in inglese, francese, tedesco, spagnolo… ma non in italiano. Spesso questo non dipende dall’editore ma dall’autore o dall’agente letterario. Il risultato però non cambia: quel bestseller (che sui dati di vendita incide parecchio) in ebook non lo trovate.

Chi perde paga KingAltre volte il digitale è trattato alla stregua di una edizione economica. Succede con tale King Stepehen e il suo Chi perde paga (Sperling & Kupfer) che, ci fa sapere l’editore, uscirà in digitale tra un anno. Ma il digitale non è un paperback! Non è una versione più economica, è un’altra cosa: diverso formato, con diverse caratteristiche per lettori che li apprezzano. Si parla di una differente fruizione, non di un maggiore o minore valore del prodotto fisico o di una licenza d’uso. Il valore semmai lo dà il contenuto.

Parliamo delle librerie. Gli ebook di rado si comprano nei negozi di libri. Strano? No, visto che di rado si trovano in libreria. Quello che è curioso: che non ci siano! Sì, perché esistono cartoline, card, e cover con il codice per scaricare l’ebook (il QR code). Tutti sistemi per mettere sugli scaffali i libri digitali (occupando pochissimo spazio, peraltro) così da permettere ai lettori non solo di comperarli ma pure di regalarli senza troppe complicazioni, non un dettaglio da poco per chi con la rete non ha una grande dimestichezza o non ama fare acquisti online.

I regali sono un’altra faccenda importante: regalare un ebook è possibile, ma pochi lo sanno. Su Kindle store italiano non si può fare (perché l’acquisto è legato all’account e al dispositivo di lettura) ma si può donare un buono. Con Kobo basta comperare da Mondadori una giftcard. Su Ibs c’è la HappyCard ma si può anche far recapitare il file via mail. Su BookRepublic e Ultimabooks è altrettanto facile.

Ebook in libreriaOvviamente per leggere un ebook è necessaria una minima competenza. Devo sapere come fare, dove compararlo, su che supporto leggerlo. Fate un test: chiedete alle persone come si acquista un ebook, se lo si può leggere su tutti i tablet e sul telefono o se devi comperare per forza un coso a posta… ne sentirete delle belle.

Soprassedendo sull’ostruzionismo di alcuni editori (talvolta un vero e proprio sabotaggio) e sull’atteggiamento di certi librai che tendono a ignorare il fenomeno, vi renderete comunque conto della disparità di trattamento, costi, presenza sul mercato, varietà, fruibilità, distribuzione… tra ebook e cartaceo.

Non sono mele rosse o verdi, due prodotti sullo stesso banco confrontabili e discriminabili in baseLotta tra carta e digitale ad alcune caratteristiche e ai gusti dell’acquirente. Quando valutiamo i dati di vendita e le preferenze dei lettori, dobbiamo ricordarci che stiamo equiparando elementi che non gareggiano alla pari. Quindi, prima, dovremmo colmare il gap, poi ragionare sui numeri.

Nel frattempo, magari, ci si potrebbe domandare perché due colossi dell’editoria sono costretti a unirsi in matrimonio. Dove sono finiti tanti soldi, perché sono andati sprecati. E provare a non ripetere (sempre) gli stessi errori.

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21 Comments

  • Refuso, dovrebbe favorire, correggi, grazie, ciao…

    • Grazie del favore da correttore 😉

    • Però sei parziale: c’era un acuisti. Roba da far rabbrividire l’intera Accademia della Crusca 😉

      • Non ho ancora letto il tuo articolo. Quindi immagina il talento sconfinato (e sprecato) del correttore di bozze che hai davanti. Così, a volo d’uccello, uno sguardo d’una frazione di secondo et voilà, trovato un refusino…

        PS: ora ti leggo e, se ispirato, commento… 😉

        • Devo tenerti presente, allora. Si narra di un direttore del Sole che passando accanto a un tavolo con delle Ciano belle esposte disse: la dida è sbagliata e il grafico pure (Didascalia a rovescio, grafico idem). E aveva ragione.

  • Venire a sapere così che Marcos y Marcos non pensa (e quindi produce) in digitale mi fa male al cuore : ( un così bell’editore. E’ una guerra impari, verissimo, ma se ben gestita, con la giusta differenza prezzo cartaceo – e book, vince l’ e book negli acquisti on line di sicuro. Forse perché chi acquista on line ha già una sorta di attitudine al video, a internet, alla modernità. E’ che poi Chiara, lo sappiamo: i dati di vendita sono fumosi, i lettori pochi, e i lettori forti vorrebbero avere 4 occhi (non nel senso di occhiali, ovvio) per poter leggere due libri contemporaneamente e perdersi il meno possibile, ma il vero problema ahimè rimane sempre che nel nostro club ci sono pochi iscritti.

  • Non sapevo della proroga annuale per l’ebook di King. Che assurdità, ma che senso ha, scusa? O_o

    • Non lo so, l’ho letto in rete (o meglio, lo ha scritto l’editore) però mi capita spesso di trovare titoli disponibili in digitale solo qualche mese (parecchi) dopo il cartaceo.
      La mia idea? Vendiamo la carta e poi, se proprio tocca, il digitale. Secondo me ha poco senso e i lettori cui si rivolgono i due formati diversi. E poi: a me capita di voler comprare libri a ore assurde, l’ebook risolve tanti guai e se non lo trovi non è detto che aspetti di comprare il cartaceo. Magari molli il colpo. Scarsa lungimiranza o, forse, questioni di contratto editoriale. Indagherò meglio.

      • Mi viene da pensare sia una sorta di lotta alla pirateria digitale. Prima vendo il cartaceo, così cerco di massimizzare il guadagno possibile, chi è veramente interessato all’autore se lo comprerà anche in cartaceo. E poi, quando le vendite diminuisco, butto fuori l’ebook. Perchè tempo una settimana che il file è “esposto” te lo trovi già da qualche parte che gira gratis. E quelle sono vendite perse.

        • Ma sai che tantissimi editori “scoprono” della pirateria solo perché gli autori gli segnalano (orgogliosi, molti, peraltro) il testo piratato? Quindi penso che sia proprio una faccenda di maggiori incassi sulla carta.

          • Ma….il vagliare che fine fa il nostro autore ed il suo nuovo libro nella grande rete, dal “sentimento” delle recensioni ai download delle piattaforme p2p, non dovrebbe essere un compito del marketing??
            Uhm, adesso mi spiego le scelte scellerate di certe case editrici…..

          • Dovrebbe. Be? be’. E adesso parto con i borbottii e le lallazioni da delirio… 😉

        • Verissimo… Ed è per questo che insisto: un ebook a prezzo “stracciato” metterebbe a dura prova la pirateria, che ovviamente prospera se un file costa 20.000 delle poco care e vecchie lire…
          Un compratore-accumulatore di ebook e libri non è detto sia un lettore, ok, ma non è detto che uno scaricatore (di porto e non) non lo sia. Anzi… Lo scrittore ed il lettore viaggiano molto comodi sui convogli della sfiga: sognatori incallisti di vite parallele da leggere o narrare; critici per statuto (natura) dello status quo, molto spesso non navigano nell’oro proprio per la loro indole, indole parasolitaria e poca attitudine ad essere un minimo figli di puttana in un mondo che per sfondare, e quindi fatturare, favorisce chi lo è.
          Morale: poveri in canna, d’accordo, ma se almeno sul vizio del libro si riuscisse a risparmiare… 😉

          • La tua morale mi fa morire 😉
            Capisco che il prezzo stracciato metterebbe a dura prova la pirateria. Ma c’è anche un prezzo equo. Altrimenti metti a dura prova chi lavora… 😉

  • Anche secondo me il confronto e la lotta non hanno senso. Mia madre per esempio non comprerebbe mai un e-book: non ha un reader, non ha uno smartphone, usa a malapena il portatile, non ha una carta di credito e non si fida dei pagamenti online. Poi è casalinga e un librone di 800 pagine non le peserà quasi mai in borsa. Mia nipote che ha 16 anni legge solo sul cellulare ormai, salvo vecchi libri che le prestiamo o passiamo in famiglia o che va a prendere in biblioteca perchè magari non trova il digitale nel formato giusto. Ma con il telefono legge più facilmente sotto il banco 🙂 I target e le loro esigenze sono incomparabili a mio parere.

  • Stamattina ho regalato un libro in e-book a una mia amica italiana che risiede in Spagna.
    1) ho risparmiato un fottio di tempo, è bastato un click dal mio pc (mi si risponderà, giustamente, che sarebbe stato lo stesso tempo che avrei impiegato per comprare on line anche la versione cartacea);
    2) ho risparmiato un fottio di soldi (e qui non c’è gara, l’ebook costa comunque meno del cartaceo – anche se non abbastanza, meno – e nessuna spesa di spedizione del file, ovviamente; in questo caso spedire all’estero, peraltro, sarebbe stato particolarmente oneroso, evidentemente);
    3) ho risparmiato alla mia amica una probabile settimana abbondante di attesa prima di riceverlo; lo sta già leggendo;
    4) ho risparmiato un albero.

    Con questo non intendo dire che le librerie tradizionali devono chiudere e che il cartaceo è morto ma che sabotare a prescindere – come avviene, a tutti gli effetti – una via di fruibilità di un prodotto (guarda caso, la più vantaggiosa economicamente, per l’utente) a beneficio di un’altra (ben più costosa) è la strategia di marketing più miope che si possa adottare.

  • Ho provato a fare la conta con chi potrei fare lo stesso.
    Si e no che arrivo a 10 persone…
    In italia c’è già un enorme gap sull’uso della rete e del computer in generale. Figuriamoci poi sulla lettura in ebook.
    E non sto parlando della generazione 40, c’è anche la generazione 30 che si è persa per strada. Confido nella generazione 20 entrante, ma allora sono anche bravi a cercarsi un torrent o togliersi il drm a vicenda (che la paghetta mensile certo non fa miracoli).
    Ma nel frattempo per le altre generazioni, se si vuole che leggano, ancora serve la carta.

  • 🙂

  • Ribadisco, qui nessuno vuole sostenere nemmeno per sogno che i libri di carta debbano sparire ma far uscire un best seller di un autore di punta nel formato e-book a distanza di un anno (o anche più di un anno, se non addirittura mai) dal cartaceo rende di fatto fasulli tutti i ragionamenti che vengono fatti su numeri, vendite ecc. ecc.
    Sarebbe come se la Bayer facesse improvvisamente ritirare i medicinali generici e poi declamasse che l’aspirina ha aumentato le vendite.

  • Non credo di essere il primo ad affermarlo: è paura del cambiamento.
    Qualche secolo di stampa su carta ha abituato gli editori ai suoi meccanismi e costi e, in alcuni, ha creato forme di ragionamento scellerato nella ricerca di un calo di costi: eap, stagisti poco esperti al posto di professionisti, traduttori pagati in noccioline…
    Un’utopia realizzata, non c’è che dire 😛 si spande nell’aria il dolce profumo della carta.

    Forse, entro dieci anni, certi nostri editori si accorgeranno di come funzioni questo “nuovo” orizzonte e che, per parecchio tempo, non si potrà sostituire il vecchio formato del libro. È solo una possibilità in più, a patto di volerla capire.

    • Già. È solo una possibilità in più a patto di consentire al pubblico di fruirla. Se avessero mandato con un sms-mail-piccione elettronico ennemila ebook agli italiani il giorno di #ioleggoperché se avessero fatto un video in cui si spiegava come usarli… dico cose a caso lo so. È stato molto meglio buttare via un po’ di euro in carta stampata.
      Non è che il digitale risolva i problemi (come ogni strumento ne risolve e ne crea altri) ma trattarlo come il nemico è ridicolo.

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