Nuovi sviluppi sulla vicenda Salone del Libro di Torino: editori che abbandonano Aie, Aie che abbandona la Fondazione… e in rete? Si litiga.
Salone del Libro di Torino versus Fiera del libro di Milano anzi MiBook (sarà questo il nome definitivo?). La telenovela dell’estate è di sicuro ambientata nel mondo dell’editoria e non lesina colpi di scena.
Mentre alcuni editori abbandonano l’Associazione italiana editori – prima E/O e ieri 66thand2nd, Add, Iperborea, Lindau, LiberAria, minimum fax, Nottetempo, Nutrimenti, Sur e poche ore fa anche La nuova frontiera e O barra O – e si apprestano a creare una cooperativa per tutelare il Salone (in rete circola l’hashtag #iorestoatorino e su Facebook è stata aperta l’omonima pagina), anche Aie dice la sua con un comunicato stampa. Perché? Perché l’associazione da ieri non fa più parte della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura (quella che promuove e organizza il Salone) di cui era tra i soci fondatori.
Ecco il comunicato stampa.
Per ricostruire correttamente le notizie che hanno portato l’Associazione Italiana Editori alla decisione del Consiglio Generale di ieri, AIE precisa che:
- Il recesso di AIE come socio fondatore della Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura è stato deciso all’unanimità nel Consiglio Generale di AIE nella riunione del 25 febbraio 2016;
- Se ne è rimandata la formalizzazione a dopo il Salone 2016 e dopo la tornata elettorale, per evitare strumentalizzazioni di tipo politico;
- Questo recesso non implicava in alcun modo la decisione di un altro Salone. Si era invece deciso di dare il massimo supporto all’edizione 2016 dell’appuntamento torinese. E così è stato;
- Intenzione di AIE era uscire dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura, non spostarsi altrove;
- Il lavoro impostato dalla Commissione AIE Promozione del Libro è stato avviato a marzo sulla base degli stimoli pervenuti da vari soggetti fieristici, per costituire un sistema di eventi e fiere che diventasse di ispirazione per azioni concrete di promozione culturale e della lettura.
- Il progetto pervenuto da Fiera Milano è stato ritenuto convincente dalla Commissione e proposto al Consiglio generale, che ieri democraticamente ha deciso.
- Il recesso di AIE come socio fondatore è stato inviato solo oggi, 28 luglio 2016;
- La joint venture con Fiera Milano sarà costituita solo a settembre.
Oggi, alle 13, si riunirà l’assemblea dei soci della Fondazione per il Libro – la prima dopo lo strappo – in cui verranno discussi l’approvazione del bilancio, la proposta del nuovo presidente (Massimo Bray, secondo le indiscrezioni, sarà vero?) e un primo programma per la definizione dei contenuti del prossimo Salone che si terrà dal 18 al 22 maggio. Salone difeso strenuamente dal presidente della Regione Sergio Chiamparino e appoggiato anche dal ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini (che però dopo la decisione di Federico Motta di “migrare” a Milano non ha più rilasciato dichiarazioni in merito).
La battaglia continua sui social e si consuma a colpi di post e commenti al vetriolo. “Milano vuoi fregarci anche la Mole?” “Il Salone è di Torino!” “Il Nord non è solo Milano” “Perché davvero il Salone vi mancherà? Ma ci siete andati quest’anno?” “Padiglioni vuoti e ingressi gonfiati”. Torinesi versus milanesi, insomma, i secondi attaccati per lo scippo i primi denigrati per i guai (organizzativi e legali) della manifestazione. Come se fossero i lettori o gli operatori del settore a poter decidere sulla questione o a dover garantire la qualità di un evento. Si dovrebbe attaccare chi prende le decisioni a cominciare da quella più idiota: avere due manifestazioni concomitanti e concorrenti (davvero le faranno entrambe a maggio?).
Ecco, insomma, i primi frutti di una vicenda grottesca e mal gestita che avrà due grandi esiti: creare ulteriore confusione in un settore senza bussola da tempo e acuire le divisioni che già sussistono in un comparto che accoglie realtà diversissime.
4 comments
Sono nella mailing list di alcuni editori e ho ricevuto una mail che comunica l’abbandono di AIE. Non so se sia una caratteristica italica, ma tutto si trasforma sempre in guerriglia urbana Adesso è milanesi contro torinesi, si vede ancora il mio commento di qualche giorno fa, da milanese che non vuole il Salone perché sa di ruberia. Come se i lettori fossero tanti e spartirseli non fosse una grandissima vaccata.
Una grandissima vaccata riassume bene l’intera faccenda, Sandra.
Spero che mi stupiscano con un gesto intelligente ma ho i miei dubbi…
Da ex milanese – per 4 lustri – sapete cosa vi dico? Boh?!!… Negli anni 60 era successa la stessa cosa con il Salone Nautico, quando solo l’intervento di De André padre garantì che lo stesso si facesse a Genova e non a Milano. Certo, la nautica c’azzecca con Milano come la banana con Innsbruck, mentre per i libri e per l’editoria i bauscioni meneghini possono giustamente rivendicare una qualche primazia.
Di sicuro continuerei più volentieri ad andare a Torino, città che per estetica, architettura e orografia sta tre spanne sopra alla capitale lombarda, ma se questa operazione può garantire maggiore partecipazione e successo allora ben venga… A Torino possono rimediare con un rivoluzionario Museo 3D sulla Bagna cauda, no?
😀 😀 😀
PS: L’asfalto si nutre dei fessi colazione pranzo e cena (cit)
Oh, ma che bel ritorno!
Il Salone è Torino. Milano, per carità, potrebbe fare una sua fiera. Una sana competizione male non fa. Il ridicolo sarebbe collocare due eventi “libreschi” a giugno. Così ci si cannibalizza e ci si aggredisce invece di valorizzarsi a vicenda. Ripeto, manca una associazione di categoria decente che contenga, tanto per cominciare, anche i librai e i bibliotecari e sì, pure i tipografi (e che distingua tra editori ed eap in modo limpido). Evviva la bagna cauda! 😉
Comments are closed.