Ecco come sono cambiati i dati dell’e-commerce librario e quali sono le nuove abitudini del consumatore che preferisce acquistare online seguendo i consigli degli altri lettori.
Nel 2010 l’e-commerce librario aveva una quota di mercato pari al 5,1%, a settembre 2016 sfiora il 17%. Un incremento del 18%, con un aumento del 32% per i prodotti e del +8% per i servizi, per un giro d’affari che sfiora i 20 miliardi di euro.
Si tratta di un cambiamento notevole avvenuto peraltro in un lasso di tempo ristretto. Un cambiamento che non riguarda soltanto i libri ma consumi molto disparati. Cioè anche quei prodotti che gli italiani preferivano di gran lunga acquistare in un esercizio fisico.
Basta dare una occhiata ai dati presentati nell’annuale ricerca dell’Osservatorio eCommerce B2c del Politecnico di Milano. A parte il Turismo, che si conferma il primo comparto con una quota del 44% e una crescita del 10%, e l’elettronica di consumo, che vale il 15% e cresce del 28%, ecco l’abbigliamento, che vale il 10% e cresce del 27%.
Ma la fetta più interessante è data dai settori emergenti: Food & Grocery, Arredamento e home living, Beauty, Giocattoli che insieme valgono oltre 1,5 miliardi di euro e crescono con tassi compresi tra il +30 e il 50%.
L’esperienza di acquisto online pare quindi essere sempre migliore. E infatti, nel 2016, i consumatori che hanno effettuato almeno un acquisto online nell’anno sono cresciuti del 7% e raggiungono quota 19 milioni, pari a circa il 60% degli internet user. Perché si sceglie lo store online? Perché è veloce, pratico, non ci sono orari di apertura e chiusura, e per il prezzo, certo. Inoltre le offerte sono facili da intercettare.
Come può una libreria riuscire a fidelizzare i propri clienti e offrire una esperienza di acquisto soddisfacente? Non può essere semplicemente un negozio che vende prodotti, perché questi prodotti è più facile acquistarli con un clic.
La libreria per competere con gli store online deve essere un punto di riferimento. Perché i lettori i libri se li fanno sempre di più consigliare da altri lettori. Quindi per vendere un libro serve un lettore che lo abbia letto e sappia raccontarlo.
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4 comments
Recentemente la libreria di fiducia mi ha parecchio delusa, c’è da dire che con me lettrice compulsiva ma anche autrice entrano in gioco dinamiche magari diverse, c’è pure da dire che io sono davvero difficile, tipo mi sparo mezza Milano vado in una libreria convintissima faccia orario continuato, la trovo chiusa senza un cartello con l’indicazione dell’orario uhhh come mi girano e come non ci ritorno.
Frequento con piacere abitualmente le due librerie che sai, si parla con gente competente, però hanno un grosso giro di clienti, ottimo per loro e benissimo se lo meritano lavorano bene, ed è difficile che si ricordino di me, che insomma non abito lì e non posso solo passare per mettere dentro la testa e dire “ciao!”
Morale, scatta l’acquisto in rete, che se poi
A c’è lo sconto
B non ho bisogno che mi venga consigliato il libro perché i consigli li prendo su Bookblister o nelle fiere dove mi annoto i nomi degli editori interessanti e in seguito faccio un giro sul loro sito con regolarità in cerca delle novità
C basta un click
D in libreria spesso ciò che cerco ahimè non c’è (troppa produzione!) e tocca tornare
è chiaro che con sti presupposti l’acquisto on line vince facile, in realtà e in definitiva compro talmente tanto che compro ovunque, bancarelle incluse.
Direi che un bravo libraio dovrebbe stamparsi il tuo commento per sapere cosa fare e cosa no 😉
Certo che puoi! Mica c’è la data di scadenza al lavoro del correttore 😉 Capita però che lavorando ci si appassioni via via al lavoro editoriale. Tutto qui!
Eh? (?!)
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