Crowdfunding: non audience ma parte attiva di un progetto creativo

Crowdfunding: non audience ma parte attiva di un progetto creativo

Un sistema di raccolta fondi che punta sul fare rete: le persone che credono nel valore di un progetto o di un contenuto – libri, informazioni, idee – lo sostengono in prima persona, supportandolo economicamente e permettendo quindi che veda la luce.

Per realizzare un film, un disco, persino per mettere in piedi una libreria. Oppure per pubblicare un libro, e in questo senso pionieri sono stati i tipi di BookAbook. Il crowdfunding e il crowdpublishing sono una strada per avviare progetti che viene sempre più presa in considerazione anche in Italia – popolo diffidentissimo verso chi chiede soldi – mentre all’estero è ormai prassi consolidata.

Basti pensare a Elena Favilli e Francesca Cavallo, co-fondatrici della Timbuktu Labs che per realizzare Good Night Stories for Rebel Girls – un libro di fiabe che racconta la storia di 100 donne straordinarie e lo fa attraverso le immagini realizzate da 100 artiste – hanno avviato una campagna su Kickstarter. Il Goal? 40.000 dollari (circa 35000 euro) per coprire le spese e stampare le prime mille copie. In un solo mese però hanno raccolto 455.000 dollari (oltre 9mila i finanziatori).

Il crowdfunding che cos’è?

Il crowdfunding non significa spillare soldi al pubblico, significa coinvolgere il pubblico nell’impresa di realizzare un progetto o dare vita a un prodotto. Qui il sostenitore paga, non per possedere e basta, compra per permettere a un oggetto/idea/causa di sussistere. Che è un modo decisamente interessante di investire il proprio denaro: ne beneficio e finanzio qualcosa in cui credo o che mi interessa.

A cominciare dalla poesia. Per esempio è partito ieri il nuovo progetto di crowdfunding di Interno Poesia (Andrea Cati è il fondatore e curatore, se amate le parole, fateci un salto!) per finanziare la raccolta I labili confini di Stefano Bortolussi (prefazione di Roberto Mussapi) poeta, traduttore e romanziere. L’autore a pezzi è il suo blog letterario. C’è tempo fino a giovedì 15 dicembre per abbattere i confini tra sogno e realtà, sostenere il progetto e far nascere un libro (trovate tutto qui).

E se amate la poesia, sapete bene quanta fatica faccia per trovare spazio sugli scaffali delle librerie. Forse non sapete, però, che mentre nel settore si combatte contro l’eap – l’editoria a pagamento cioè quella che chiede all’autore stesso di finanziare la propria opera – in poesia è una pratica quasi data per scontata. Puntare sul crowdfunding significa quindi creare un sistema virtuoso e cambiare una prassi insensata, perché non può e non deve gravare tutto sulle spalle di chi scrive.

Pubblicare un libro, permettere a una idea di crescere, finanziare un giornale

Pensate che con il crowdfunding si possono sostenere anche i soli spunti narrativi. Unbound è un sito che raccoglie le idee degli autori, idee che non sono state ancora sviluppate e le sottopone ai lettori. Se l’ispirazione vi piace, potete supportarla. Se il progetto raggiunge il goal, l’autore inizia a scrivere. Quando il testo è terminato, editato e corretto viene stampato e pubblicato in ebook e il lettore riceve la copia che preferisce (digitale, edizione limitata, paperback).

E chiudo, per finire in bellezza, con un crowdfunding che mi sta particolarmente a cuore e riguarda Valigia Blu un blog collettivo che lavora principalmente sui social e ha lo scopo di informare: non soltanto dare notizie ma verificare le notizie e le dichiarazioni pubbliche, quindi svelare le bufale, realizzare approfondimenti e inchieste, analizzare i media e la politica.

Non ha editori e non vive sulla pubblicità ma si finanzia con una campagna di crowdfunding. Perché un giornalista, per essere libero, deve poter sopravvivere: non entro nel merito della scandalosa deriva della professione tra gente che lavora gratis e gente che si fa “comprare” per pochi euro, ma dovete pretendere che chi vi dà le notizie sia pagato, altrimenti sappiate che non c’è da fidarsi delle sue notizie perché valgono troppo poco.

L’anno scorso l’obiettivo era raccogliere 10.000 euro, goal raggiunto e superato (in 15 giorni) grazie al contributo di 485 donatori. Anche quest’anno la campagna è partita (trovate tutto qui) e si vogliono raccogliere 15.000 euro: mancano 30 giorni alla fine e siamo a oltre 8000 euro.

Diventare fruitori consapevoli

È evidente che abbiamo la possibilità di non essere solo audience ma di diventare fruitori consapevoli. Paghiamo le buone idee, i buoni contenuti, la buona informazione, le buone parole: è un modo per goderne e costringere i cialtroni ad alzare il livello.

Allo stesso tempo, va detto, non mancano i furbetti dell’inchiostrino… quelli che travestono l’eap, cioè l’editoria a pagamento, da crowdfunding e crowdpublishing. L’autore fa tutta la fatica e loro portano a casa il risultato. come sempre la differenza la fanno le persone, cercate sempre quelle che fanno sul serio!

Articoli suggeriti

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *