Scopri i Libri a Colazione della settimana: Loro di Kay Dick e La manutenzione dei tasti dolenti di Daniele Novara.
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LORO
di Kay Dick, traduzione di Assunta Martinese, minimum fax, 113 pagine, anche in ebook
“Inutile tendere l’orecchio al rumore dei passi; loro non portavano scarpe”. Si sentono minacciati i protagonisti di queste storie, un gruppo di artisti sulla costa del Sussex. Tentano di passare inosservati, cercano di sopravvivere e di fare arte ma di nascosto, piccoli lampi di libero arbitrio creativo. Una sfida a colpi di bellezza.
Perché “loro” disprezzano la musica, le poesie, i quadri… loro sono una forza ostile che muove in gruppo e disprezza e distrugge l’arte e chi l’ha creata. Ma non amano neppure la libertà, l’indipendenza di chi vive da solo. Un singolo per loro è una minaccia.
Così ti sorvegliano, fanno sentire la loro presenza, finché agiscono. Ti cavano gli occhi. Ti rendono sordo. Ti mozzano la lingua. Bruciano la mano con cui componi i tuoi versi. Non ti danno tregua. Inseguono, torturano. Cancellano i ricordi. Estirpano la radice di ogni ispirazione.
Sono nove le storie che compongono questa che non è una raccolta di racconti ma una fix-up novel, cioè una serie di narrazioni autonome ma accumunate da una coerenza di temi, contenuti e stile. Tanto che il risultato è una stratificazione che somiglia molto a un romanzo. Nove episodi oscuri e paranoici ambientati in un mondo distopico che ci mostrano il bisogno di produrre arte e la maledizione che impedisce di farlo.
Si intitola Loro ed è stato scritto da Kay Dick. Non ha avuto vita facile questa scrittrice ma ha avuto una vita notevole. Tra il 1940 e il 1970, è stata non solo una autrice di valore (ha scritto ben sette romanzi, ha vinto premi, ha ottenuto recensioni lusinghiere) ma anche una capace professionista nel mondo dell’editoria: è stata la prima donna a dirigere una casa editrice inglese e, sotto pseudonimo ha curato The Windmill, una rivista letteraria e proprio qui ha commissionato lavori a George Orwell (e ha lavorato a La fattoria degli animali). Ha anche difeso i diritti degli scrittori, è infatti sua l’introduzione del “Public Lending Right” il diritto di noleggio, per cui l’autore riceveva una royalty nel caso venga preso a prestito un suo testo in una biblioteca pubblica.
Ma non ha mai venduto granché il che ha reso le cose complicate a livello economico. E se l’è dovuta vedere con il perbenismo e l’omofobia del tempo, che non gradiva che fosse bisessuale e non facesse alcunché per nasconderlo, visto che dal 1940 al 1962 visse con la sua compagna Kathleen Farrell.
Ma alle volte il caso un po’ rimette i conti a posto ed ecco che il testo fuori stampa da oltre 40 anni rivede la luce. Tutto merito di una curiosa sincronia: Becky Brown è un’agente letteraria. Nell’estate del 2020 si trova a trascorrere le vacanze a Bath con i suoi. Ed ecco che in una libreria dell’usato del centro intravede un libricino dalla foggia inconfondibile. È una edizione Penguin del 1977. Si intitola Loro ha una strana e minacciosa figura in copertina che pare un’ombra. Lo compra, lo legge in un soffio e la mette al tappeto.
La settimana successiva riceve una mail della critica Lucy Scholes. Lei scrive sul Paris Review che si occupa di autori poco conosciuti o dimenticati e spulciando il Guardian si è imbattuta in un necrologio piuttosto acido su una “una scrittrice talentuosa divorata dal mancato riconoscimento e dall’ossessione di vendicare torti totalmente immaginari”. Non ha idea di chi sia questa Kay Dick, indaga, legge i suoi testi, resta molto colpita da Loro e chiama la sua amica Becky per sapere di chi siano i diritti di questa autrice.
Tutte e due con lo stesso libro in mano, nello stesso momento, dopo che per quarant’anni è stato dimenticato da tutti, possibile? Possibile. Ed è grazie a questo meraviglioso tempismo cosmico che puoi leggere questo libro. Perché leggere, a volte, è davvero come scovare tesori.
LA MANUTENZIONE DEI TASTI DOLENTI
di Daniele Novara, Rizzoli, 208 pagine, anche in ebook
Quand’è che cresci? Ascolta e basta! Sei sempre la solita! Non so se una o tutte queste frasi ti abbiano infastidito, né quanto. Ma, probabilmente, ti sarà capitato di perdere le staffe. Di reagire a una provocazione in modo spropositato.
Il guaio è che certe frasi non fanno male in sé ma colpiscono duro perché ti feriscono dove hai già sanguinato.
Alle volte certe parole fanno male perché riecheggiano. Appartengono al passato. A un sottofondo della tua anima, a quella parte della tua storia che non frequenti normalmente e che riemerge solo ogni tanto.
E quando succede, quando perdi le staffe, quando reagisci in modo spropositato… senti un certo smarrimento. Perché ti sei affacciata/o sull’orlo del precipizio perché questa è una falla, un cratere nel quale è sprofondata una parte di te. Ed è un vuoto che divora energie ed emozioni. Un terreno che non conosci bene, su cui non sei in grado di esercitare né una consapevolezza né un vero e proprio cambiamento.
Il guaio è che si fatica ad andare avanti, con certe zavorre. C’è una bella metafora a tal proposito. Sai a cosa serve lo specchietto retrovisore? La prima risposta che forse ti viene in mente è: a guardare indietro. Certo, hai ragione. Ma ha una funzione ancora più importante: serve a fare il sorpasso.
“Senza riconoscere ciò che ci sta alle spalle non riusciamo a proseguire, a superare gli ostacoli che la vita ci presenta.”
Questo libro affronta il mondo sommerso delle storie personali che l’autore definisce un “tasto dolente”. Un condensato emotivo e psichico che rimanda agli strati più profondi della tua vita infantile, alla memoria di un qualcosa di doloroso che hai subito ripetutamente. Qualcosa che si riattiva quando una relazione conflittuale lo innesca. Non un trauma, quello è ben più sotterraneo. Il tasto dolente è invece vivo e presente, lo senti perché riappare sistematicamente e con frequenza.
“Una risonanza che ti fa stare talmente male da non riuscire a gestire il conflitto, perché rievoca una ferita prolungata dell’infanzia.” Perché sì i tasti dolenti è da lì che arrivano, dritti dritti dall’infanzia.
La manutenzione dei tasti dolenti di Daniele ha un obiettivo preciso, permetterti di riprendere in mano la tua infanzia, non per forza per riscattarla, ma per imparare qualcosa di inedito: stare nelle situazioni conflittuali con competenza, piuttosto che con superbia o con paura. Insomma, cambiare è possibile.