Scopri i Libri a Colazione della settimana: Nuoto libero di Julie Otsuka e Acqua di Giulio Boccaletti.
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NUOTO LIBERO
di Julie Otsuka, traduzione di Giulia Pareschi, Bollati Boringhieri, pagine 144, anche in ebook
Trovano riparo dal mondo, tra una bracciata e l’altra. Perché in questa piscina sotterranea riescono a lasciarsi alle spalle i problemi della terraferma. I dolori alla schiena, il male alle ginocchia ma anche i sogni infranti e i cuori spezzati…
Nella vasca possono far pari con la vita, lasciarsi andare e scivolare veloci nel proprio elemento. Possono sentirsi, per magia, a proprio agio mentre sopra le loro teste si scatena l’inferno dei guai e si affonda in un pantano di incertezze.
Sono molto diversi tra loro questi nuotatori, hanno vite e abitudini diverse, si presentano a orari diversi con esigenze diverse ma, non appena si immergono, finiscono per essere una di queste tre cose: i nuotatori da corsia veloce, quelli da corsia media oppure i lenti.
I primi sono gli alfa della vasca, atleti nati, uomini e donne da cui è meglio stare alla larga se non si appartiene alla loro schiatta. I secondi sono visibilmente più rilassati dei loro colleghi veloci. I terzi fanno economia di energie o ne hanno poche, oppure sono sofferenti e solo lì, a mollo nell’acqua, trovano un riparo dal loro dolore.
Tutto procede così, uguale a se stesso, rassicurante e ordinato finché un giorno nella piscina compare una crepa. Un filo sottile sul fondo della vasca che non resterà un segno solitario. A poco a poco, le crepe si moltiplicano e nonostante l’intervento di ingegneri e geologi che non si capacitano dell’accaduto, il verdetto è ferale: per ragioni di sicurezza la piscina verrà chiusa.
Tra tutti i nuotatori ce ne è una per cui questo cambio di programma è davvero la fine del mondo, l’unica che il bagnino lascia in vasca ancora per un po’. Si chiama Alice, è una donna in pensione, un tempo era una tecnica di laboratorio e ha una figlia sulla quarantina che di mestiere fa la scrittrice. Ed Alice, adesso, se la vede con la demenza. Un male che se la divora pezzo a pezzo. Una volta è la combinazione del suo armadietto, un’altra un elenco di regole che sapeva a menadito, un’altra ancora è il suo nome…
E quando per Alice non c’è più una corsia nella quale nuotare, uno spazio chiuso che permette di ritrovare un po’ di sicurezze, ecco che il passato emerge come fossero bolle d’aria dal fondo della vasca. E sono ricordi dolorosi che raccontano della guerra, delle fatiche della sua famiglia, della sua difficoltà a crearne una… Ma c’è anche una figlia che osserva questo decadimento fisico e mentale, che deve anche fare i conti con le proprie scelte e con i propri sensi di colpa.
È breve questo romanzo, ha una struttura sorprendente e alterna con maestria voci e punti di vista: l’autrice si chiama Giulia Otsuka e come nel bellissimo Venivamo tutte per mare, usa il “noi”, una prima persona spiazzante ma così vera, viva e coinvolgente. Ma non c’è solo il coro dei nuotatori, c’è anche un “tu”, che ha una profondità chirurgica del tutto differente.
E questa è una storia perfetta per tutti quelli che se stanno facendo i conti con un cambiamento, qualcosa che ha fatto saltare gli schemi e gli equilibri. Una storia che ci ricorda che l’ordinario può essere straordinario perché ci permette di vivere la nostra vita. E che la storia di ciascuno, la nostra identità sta nei piccoli gesti che compiamo tutti giorni. Siamo lì, in quelle piccole virgole nascoste dentro a un fiume di discorsi.
ACQUA
di Giulio Boccaletti, traduzione di Roberto Serrai, Mondadori, 480 pagine, anche in ebook
La sera di lunedì 19 luglio 2010 un’ondata di piena scese lungo il fiume Yangtze. Le piogge intense del monsone dell’Asia orientale avevano colpito il sud-ovest della Cina.
In passato sarebbe stata una tragedia: l’acqua si sarebbe raccolta nel fiume, il fiume in piena avrebbe poi scavalcato gli argini, inondando le pianure a valle. Quella notte, invece, non accadde nulla di tutto ciò. La corrente scivolò dolcemente in un ampio lago vicino alla città di Chongqing, defluendo mentre il picco dell’inondazione scemava. La diga delle Tre Gole aveva superato la sua prima prova.
Il progetto per costruire la più grande diga del mondo in Cina era stato approvato nel 1992 ed era costato moltissimo. Non solo in termini economici ma perché aveva determinato il trasferimento di un milione e mezzo di persone, nonché la perdita di ecosistemi e manufatti storici.
Ti stupisce? Ti fa arrabbiare? Eppure è evidente. Pensiamo, non solo che l’uomo possa governare il mondo, ma diamo anche per scontati i suoi elementi: trattiamo l’acqua semplicemente come una parte del paesaggio, uno sfondo inerte sul palcoscenico degli eventi umani. Una illusione che si mantiene grazie alle 45mila strutture alte più di 15 metri che bloccano i fiumi del mondo, un numero che arriva a diversi milioni, se si contano tutti gli sbarramenti che ingombrano i corsi d’acqua.
Le istituzioni, è evidente, si sviluppano all’ombra di infrastrutture progettate per creare un’illusione di stabilità. Poi, un giorno, inaspettatamente, l’argine cede o l’invaso dietro alla diga si prosciuga. Ne consegue una perdita, a volte catastrofica. E gli esseri umani sono costretti a riconsiderare il proprio ambiente non più come lo scenario inerte della loro vita.
Come è possibile?
Tutto ha inizio quando, diecimila anni fa, gli esseri umani fecero un passo cruciale: divennero sedentari. La forza dell’acqua divenne evidente: inondazioni, siccità, temporali… A causa della forza dell’acqua, il controllo individuale dell’ambiente era impossibile. La società avrebbe dovuto imparare a esercitare il proprio potere.
E nel corso del tempo l’umanità è diventata una forza in grado di agire sul pianeta in modo potente. Ma questo non ha significato la conquista definitiva della natura. Anzi. E i cambiamenti climatici finiranno per infrangere l’illusione di ogni emancipazione definitiva dalla natura.
Il tema? La tensione tra la libertà individuale e bene comune. “L’acqua è res publica – un bene pubblico –, una sostanza in movimento e priva di forma che sfida la proprietà privata; è difficile da contenere e richiede una gestione collettiva.” E gli eventi idrici potrebbero avere profonde conseguenze politiche.
La necessità di gestire il potere dell’acqua sul pianeta non pone insomma solo questioni tecniche, scientifiche, e nemmeno estetiche. Pone domande che, fondamentalmente, riguardano il potere.
Questo libro è un incredibile viaggio che ti permetterà di conoscere e capire il rapporto dell’umanità con l’acqua, l’agente più potente del sistema climatico della Terra. Questa è, in effetti, una biografia dell’acqua.
I Libri a Colazione sono un podcast di Chiara Beretta Mazzotta. Puoi ascoltarlo su Spotify, iTunes, Apple Podcast, Spreaker e Alexa. Alla prossima settimana e buoni libri!
Recupera i Libri a Colazione 10 dicembre 2022