The best of 2011

The best of 2011

Una personalissima top ten: dieci titoli che hanno reso il 2011 un anno migliore, in rigoroso elenco alfabetico.

C’è sempre una certa fretta di archiviare l’anno e abbracciare quello nuovo. Forse perché “domani” sembra il tempo ideale per andare a caccia dei propri sogni e per mettere una distanza dai problemi di sempre. Perciò questa sera brindo con voi alle gioie dell’attesa! E, in effetti, a ben guardare il bello del mio lavoro è anche sapere che ci sarà sempre una storia capace di emozionarmi e una voce di colpirmi. “Domani” io andrò a caccia di un buon libro. Però ci sono storie speciali che non vanno dimenticate. Ed ecco, allora, una personalissima top ten, dieci titoli che hanno reso il 2011 un anno migliore, in rigoroso elenco alfabetico. Buon anno a tutti! E buona lettura.

La gente che sta bene, Federico Baccomo “Duchesne”, Marsilio, p. 469
Chi ha amato Studio Illegale (e chi non lo conosce, corra a leggerlo!) ritroverà con gran piacere uno dei personaggi più riusciti, Giuseppe Sobreroni, che da comprimario qui diventa protagonista. Avvocato di successo, socio di un grande studio dal nome rigorosamente impronunciabile, una moglie, due figli e la battuta sempre pronta. Sobreroni, cinico ed esilarante, è uno che pare avere la verità in tasca e si aggira per il pianeta sfoggiando massime e perle di saggezza (esilaranti!). Una vita perfetta la sua? Parrebbe, solo che la perfezione non esiste e chi la pretende forse, poi, deve pagare pegno. Soprattutto quando la propria vita si trasforma in una corsa a ostacoli verso un podio – successo, soldi, potere – che forse non esiste o che, peggio, esiste ma delude il vincitore e tutti quelli che gli sono accanto. L’autore firma una perfetta seconda prova con dialoghi che valgono da soli il libro. Un romanzo perfetto per chi desidera sorridere amaro.


Di corsa, di nascosto
, Francesco Botti, Guanda, p. 185 (17,50 euro)
Chi mi conosce un pochino lo sa, il racconto è un formato che amo molto: splendido da leggere difficile da scrivere. Qui ne troverete otto. Otto storie di ordinaria esistenza di uomini che amano altri uomini. I protagonisti di queste storie vanno di corsa, impegnati dal turbine della propria vita, ma spesso vivono di nascosto. Uomini che amano altri uomini e in certi casi lo fanno, come dice l’autore, senza farsi vedere, senza far del male a nessuno. Niente stereotipi, nessuna macchietta. Troverete persone vere: amici, fratelli, compagni… alle prese con le proprie passioni e paure. Splendida prima prova che unisce un’ottima penna a una grande profondità emotiva. Da leggere per capire meglio le sfumature del cuore.

Corpi di scarto, Elisabetta Bucciarelli, Verdenero, p. 223 (15 euro)
Questa non è la società dell’abbondanza o dell’accumulo. Peggio. Questa è la società dell’abbandono. Dove il troppo, l’eccesso che si ammucchia va occultato per bene, siano cose da affastellare in una discarica o persone da dimenticare e mettere ai margini. Con la sua solita penna – sapiente e incisiva – Elisabetta Bucciarelli ci presenta e rappresenta la filosofia del rifiuto. Iac e suo fratello Tommy sono due ragazzini nati ai bordi della discarica: la conoscono a mena dito e da lei traggono tutto quanto gli serve per sopravvivere. Con loro si muove e vive un gruppo di esistenze curiose: Saddam il turco che ricicla tutto il possibile e lo vende, Argo – scappato dalla famiglia – che lo aiuta, Lira e Silvia che detesta il suo corpo ed è figlia di Alfredo Mito che, guarda caso, fa il chirurgo plastico e passa la vita a togliere, a scartare ciò che è imperfetto… intanto nella discarica si tira avanti e si chiude un occhio quando arriva un camion dal contenuto sospetto o se si brucia del pattume tossico. Finché non accadrà il peggio. Per chi ama le letture ruvide e vuole conoscere i danni delle ecomafie raccontati in un noir doloroso e avvincente. E non mancate la postfazione, purtroppo i dati che contiene non sono romanzati ma tutti reali reali…

Soulless, Gail Carriger, tradotto da Tino Lamberti, Dalai editore, p. 321 (17,90)
Ecco un eccentrico urban fantasy ambientato nella Londra Vittoriana. La protagonista è Miss Alexia Tarabotti, zitella sui generis: piuttosto attraente, per metà italiana e del tutto sprovvista di un’anima. Fatto questo che le consente di neutralizzare i poteri delle creature soprannaturali. Sì perché a Londra convivono allegramente vampiri, licantropi del tutto integrati con la società dell’epoca. L’arma vincente di Alexia? Un parasole da cui non si separa mai. Una sera, durante un ballo, l’aggredisce un vampiro sprovveduto e lei nel tentativo di difendersi lo uccide. Le cose degenereranno quando cominceranno a esserci delle strane sparizioni tra vampiri e lupi mannari. E quando sarà chiaro che qualcuno vuole uccidere la nostra protagonista. Oltre agli appassionati del genere, conquisterà chi ama i romanzi storici e una voce narrante ironica ma sempre convincente.

Esche viveEsche vive, Fabio Genovesi, Mondadori, p. 388 (19,50 euro)
Un romanzo d’esordio spettacolare! Un motivo per leggerlo? La tripletta di personaggi che lo popola, per esempio. Siamo in un paesino vicino a Pisa, Muglione. Fiorenzo, non con troppo entusiasmo vive qui, e si divide tra l’ultimo anno del liceo, il negozio di pesca del padre e la musica, la sua grande passione. Tiziana invece poteva avere un grande futuro: laurea, master viaggi in giro per il mondo… e invece no! Ha deciso di tornare a Muglione per mettersi al servizio della comunità, peccato che la comunità non sia molto interessata a lei. E poi c’è Mirko, il super campioncino di ciclismo, allenato proprio dal padre di Fiorenzo. Che vince sempre ma che è tanto solo. Detestato da Fiorenzo, chiederà proprio a lui di dargli ripetizioni… tre personaggi che finiscono per impattare l’uno contro l’altro e per scoprirsi molto diversi da quanto si aspettano. Per me il più bel libro letto dall’inizio dell’anno, sicuramente quello che mi ha più emozionata.

La corsa del vento, Francesca Kay, tradotto da Giulio Lupieri, Bollati Boringhieri, p. 216 (16 euro)
A narrarci questa storia è la voce di un uomo. Ci svela la vita di Jennet Mallow, una pittrice di talento, in un lasso di tempo che va dalla Seconda guerra mondiale fino alla fine del secolo. Vediamo Jennet bambina scegliere la pittura come mezzo d’espressione, la conosciamo nel difficile rapporto con i genitori, fino a vederla sposa di David, marito geniale e allo stesso tempo debolissimo. Anche lui, infatti, è un pittore solo che, presto, è costretto ad ammettere di essere meno dotato della moglie. Ci gustiamo la penna di un’autrice che sa rendere alla perfezione sia le ambientazioni sia le sfumature dell’animo umano e, soprattutto, sa descrivere la gestazione di un quadro, il bisogno fisico di Jannet  di dedicarsi alla propria passione nonostante la famiglia, i figli e la morsa della routine. E viviamo tutto questo attraverso la voce del narratore fino al sorprendente colpo di scena finale… per chi ama le parole che sanno farsi immagini, un esordio davvero riuscito.

Comincia a far male, James Lasdun, tradotto da Giuseppina Oneto, Fazi editore p. 260 (18 euro)
Basta poco per deviare il corso della nostra vita. Una decisione all’apparenza irrilevante, una parola buttata lì a caso dal nostro interlocutore… ed ecco che un’esistenza apparentemente banale potrebbe anche stravolgersi. In questa raccolta di racconti a dir poco geniale Lasdun ci mostra il bilico, l’attimo in cui la vita ci mette davanti a un bivio. E in ciascuna di queste storie ci credi fino alla fine, sei certo che il protagonista ce la farà a cambiare. Ma quel varco, quello spiraglio svanisce di fronte all’immobilismo dei personaggi schiacciati dalla durezza della vita e dalle insicurezze. Persone che prendono tempo perché davvero hanno paura di affrontare la realtà. Ecco una collezione di storia per tutti quelli ossessionati dai “se”. E se avessi fatto e se avessi detto… davvero un autore da leggere e rileggere.

Non tutti i bastardi sono di Vienna, Andrea Molesini, Sellerio, p. 363 (14 euro)
Il 24 ottobre 1917 l’esercito italiano viene sconfitto a Caporetto. Il romanzo ha inizio nei giorni che seguono la ritirata, quando il capitano austriaco Korpium si presenta in una villa nella campagna veneta al di là del Piave, Villa Spada, e la requisisce. È la casa del protagonista, Paolo, un ragazzo di diciassette anni. Con lui vivono Guglielmo e Nancy, i nonni; la zia Maria; Giulia, una ragazza di ventitré anni fuggita da Venezia per uno scandalo; Teresa, la cuoca e sua figlia Loretta e il custode Renato. Difficile vivere con il nemico, non alle porte, ma in casa! Difficile sopravvivere ai soprusi, alle pressioni e al crescendo di violenza che dimostra – inappellabile – come la guerra sia un fatto personale per chiunque si trovi a viverla, un fatto in grado di sconvolgere una vita dall’interno. Ecco un esordio che è anche un romanzo di formazione e, nel contempo, ha la potenza per essere giù un grande classico. Per chi ama i romanzi storici e di guerra, da non perdere!

Una forma di vita, Amélie Nothomb, traduzione di Monica Capuani, Voland, p. 116 (14 euro)
Ecco una scrittrice che ha il dono della sintesi e un tocco magico nel trovare trame e idee da raccontare. In quest’ultimo libro ci racconta se stessa alle prese con una parte piuttosto consistente della sua vita: le risposte alle molte lettere di fan, svitati & Co che riceve quotidianamente. Tra le tante missive una spicca per brevità (dato da lei molto apprezzato) e provenienza. A mandarla, infatti, è Malvin Mapple, soldato americano, che le scrive: “Sono a Baghdad dall’inizio di questa guerra di merda, cioè più di sei anni: le scrivo perché soffro come un cane. Ho bisogno di comprensione e lei, io lo so, lei mi capirà”. E così ha inizio un rapporto epistolare piuttosto inconsueto e saranno tante le cose che Amélie dovrà imparare e scoprire sul giovane Mel… tanto per cominciare dovrà ritrovarlo, perché, a un certo punto, il soldato smetterà di risponderle. Un consiglio: non leggete la quarta di copertina, non leggete nulla… ho omesso un aspetto di Mel che dà a questa storia un gusto davvero particolare.

Le case degli altri, Jodi Picoult, tradotto da Lucia Corradini Caspani, Corbaccio p. 623 (19,60 euro)
“Io non ho il permesso di dire che la mia vita sarebbe più facile senza Jacob. Non ho neanche il permesso di pensarlo. È un’altra delle regole non scritte della casa” questo è Theo, che sogna una famiglia perfetta e spia tutte quelle che gli sembrano tali, e vorrebbe poter essere quello che è, il piccolo di casa, peccato che suo fratello maggiore sia affetto da una forma di autismo e fagociti ogni attenzione. Jacob infatti detesta il contatto fisico, non capisce le emozioni altrui e alle domande che lo mettono in difficoltà risponde con le battute dei film che ha imparato a memoria. Ed è ossessionato dalla criminologia. Un giorno, però, la sua insegnante di sostegno viene uccisa proprio nella sua casa e indovinate un po’ su chi cadranno i sospetti… per chi ama i legal thriller eccone uno mozzafiato. Non manca nulla: tensione, ironia, emozioni e i personaggi sono caratterizzati in modo esemplare!

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15 Comments

  • “Di corsa, di nascosto” è veramente carino, non sono una fan dei racconti ma in questo caso sono stata piacevolmente sorpresa 🙂

  • Vero? Io li amo molto, ma sono rimasta anche io colpita. Spero scriva altro, sono curiosa. Ciao, Barbara e buon lunedì!

  • Grazie e buon lunedì a te, ho comprato quasi tutti i libri di questo post… seguiranno commenti 🙂

    Barbara

    PS Nicola (Pitrè) forse ci farà anche incontrare, ha promesso 🙂

  • Barbara! Inutile dire che avevo mancato di fare uno più uno! Grazie per il consiglio, preziosissimo, sul motore di ricerca. Era assolutamente necessario, ma non me ne ero proprio accorta! E credo che il weekend (magari domenica a pranzo) sarebbe davvero perfetto! A presto

  • Se posso permettermi io se fossi in te aggiungerei un widget (blocco) sulla sinistra con i vari modi per seguirti in evidenza. Ok l’email ma i più gettonati al momento sono Twitter (sopra ogni altro) e Facebook oltre al vecchio ma sempre verde FeedReader (un must per un blog), poi visto che fai uso di registrazioni audio anche un link al podcast non sarebbe male!

    Nel caso questi collegamenti ci fossero e io non li avessi visti… potrebbe essere un buon test per cambiar loro di posto, il lettore deve trovarli facilmente!

    Prendila come deformazione professionale, sono solo mie umili osservazioni 🙂

    Barbara

    • Grazie! Non so se sono stata all’altezza dei suggerimenti (tra il capire e il fare…). Evviva la deformazione professionale! Se non ti insegna qualcuno come impari? Grazie Barbara!

  • Ho appena finito Esche vive, davvero bellissimo!

  • Vero? E lui è pure una gran bella persona! Non vedo l’ora di leggere il prossimo…

  • Bravissima 🙂 Hai fatto tutto benissimo ora hai un blog super accessoriato!

  • E mi pare lapalissiano che ora, per qualche insondabile legge del contrappasso, tu ti sia trovata a essere una super consulente di una super ignorante! (Ho omesso l’esclamazione “santa Barbara!” in apertura di commento perché aveva un che di minaccioso ;-))

  • 🙂 mi fa solo piacere, questo blog è davvero ben fatto, tu sei bravissima e i tuoi consigli sono preziosi e meritano di essere letti da quante più persone possibili

  • Ho finito Studio Illegale e ieri sera ho letto tutto d’un fiato Una forma di vita. La “tragedia” è che quando leggo un libro che mi piace in automatico mi “devo” procurare tutti gli altri dello stesso autore… mi sa che devo comprare una casa più grande (per farci stare tutti i libri) 😛 Grazie ancora dei preziosi consigli di lettura!

  • Chiara, volevo ringraziarti per i preziosi consigli, ti ho conosciuta su 105 e sei diventata il mio guru per la lettura, i “tuoi” libri non mi hanno mai delusa.
    Di questo elenco tra gli altri mi è piaciuto davvero tanto le case degli altri.
    Grazie ancora e ti prego non smettere!

    • Monica, grazie a te! Di leggere non smetto e, prometto, neppure di dire la mia 😉 Un bacione

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