Tutto Esaurito: Consigli da leggere # 9

Tutto Esaurito: Consigli da leggere # 9

VOLTAPAGINA
Assassini, Philippe Djian, traduzione di Daniele Petruccioli, Voland, p. 206 (14,00 euro)
Non la smette di piovere a Hénochville, una piccola città di montagna dove la salvezza e la condanna degli abitanti è rappresentata da una fabbrica, l’unica della città, che dà lavoro ma scarica veleni nel fiume Sainte-Bob. Negli anni gli incidenti non sono certo mancati, come le processioni di gente mandata dal Ministero dell’ambiente, esperti messi a tacere a suon di mazzette e signorine compiacenti. Finché un ispettore sembra del tutto intenzionato a chiudere la “baracca”. Patrick Sheahan, il protagonista, in quella fabbrica ci lavora e farà di tutto per evitare l’inevitabile (dando vita a una serie di esiti a dir poco grotteschi). “Lavoravo per un assassino” così ci dice nell’incipit. E voi, sarete incastrati alla prima riga, perché non potrete più smettere di leggere! Un libro perfetto per chi sa che nella vita è solo questione di punti di vista.

DA GUSTARE
I dieci figli che la signora Ming non ha mai avuto, Eric-Emmanuel Schmitt, traduzione di Alberto Bracci Testasecca, E/O, p. 128 (12,00 euro) anche in ebook
Siamo in Cina, nella provincia orientale del Guangdong e la storia si svolge per lo più nella toilette per uomini del Grand Hotel di Yunhai. Qui lavora la signora Ming, è lei infatti l’addetta alle pulizie. A raccontarcelo è un imprenditore francese che si trova in città per affari. Tra i due si crea subito una curiosa sintonia: lui fugge spesso al bagno per sentire le perle di saggezza che la modesta ma regale Ming dispensa dalla sua sedia. Finché, tra una parola e l’altra, salta fuori che la signora avrebbe ben dieci figli. Il condizionale è d’obbligo perché, in Cina, una legge per il controllo demografico vieta alle famiglie di avere più di un figlio: si limitano le nascite perché, si dice, altrimenti non ci sarebbero i mezzi per mantenere i nuovi nati. Un mistero quindi? Certo che sì, e si farà via via più pressante. Parole cristalline e ironia, questo il mix che vi conquisterà. Per chi conosce il peso (e il pregio) delle tradizioni.

BELLISSIMI
OpenAndre Agassi, traduzione di Giuliana Lupi, Einaudi, p. 504 (20,00 euro)
Ne parlavano da un po’ di questo libro. Confesso: ero diffidente. Mi sbagliavo di grosso. «Odio il tennis, lo odio con tutto il cuore, eppure continuo a giocare, continuo a palleggiare tutta la mattina, tutto il pomeriggio, perché non ho scelta. Per quanto voglia fermarmi non ci riesco. Continuo a implorarmi di smettere e continuo a giocare, e questo divario, questo conflitto, tra ciò che voglio e ciò che effettivamente faccio mi appare l’essenza della mia vita». Che amiate o no il tennis, è indifferente. Che ne sappiate qualcosa o no, è indifferente. Questo è il romanzo – messo nero su bianco grazie a J. R. Moehringer, scrittore e giornalista vincitore del Premio Pulitzer nel 2000 – di un uomo che racconta il proprio calvario, con ironia struggente, di campione capace di vincere un Golden Slam (quattro tornei del Grande Slam e un oro olimpico). Il figlio, tra quattro, prescelto da un padre dispotico e cocciuto per essere il numero uno. La sua adolescenza, gli amori, le vittorie, le sconfitte e soprattutto i demoni contro cui combattere nello sport più solitario che ci sia perché “solo i pugili possono capire la solitudine dei tennisti – anche se i pugili hanno i loro secondi e i manager. Perfino il suo avversario fornisce al pugile una sorta di compagnia, qualcuno a cui può avvinghiarsi e contro cui grugnire”. Una rivelazione! Magistrale.

Puntata del 25-09-12

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21 Comments

  • Sei la seconda persona che mi consiglia di leggere Open di Agassi. Lo prendo come un segno del destino.

  • Credo che Open sia il libro più bello che abbia letto in questo 2012. Seguo il tennis da anni e mi ricordo da ragazzina di questo tennista ribelle…ora scopro che era tutt’altro che ribelle! Mi sono commossa, appassionata e ho riso anche di fronte alle confessioni di questo personaggio così buono e generoso.

    • Sai, Silvia, che la sensazione più forte è stata proprio la distanza tra l’immagine che avevo di Agassi e quello che ho scoperto essere Andre. E poi devo dire che ha una storia familiare incredibile: madre sui generis, padre pugile, lo zio, per non parlare dei fratelli… credo proprio che verrà inserito nei best del 2012. Ciao!

  • Ecco, buono Agassi ha dato anche a me l’impressione di esserlo – come scrivevo commentando Open – fin dalla copertina.
    E non mi ha deluso.

  • Anche oggi ti ho persa. No dico ma si può che ero al bar dell’azienda Marco Galli ti annuncia, entro in ufficio urlo “mettiamo 105!!!!??” E ci impiegano una vita a trovare la stazione? Quando c’è lo zoo la trovano subito invece. Scherzi battono Cultura.
    Son felice di sapere che OPEN non sia il solito libro di pallonari, che sia calcio o altri sport dotati di palle. Mi attira assai il primo, per la faccenda dei punti di vista ecco, mi pare assai attuale. Abbraccione

    • Che colleghi boicottatori! Ma prima o poi “iela famo”.
      No, nessun pallonaro, sono allergica 😉 è davvero bello. E il primo, be’ io amo molto l’autore, quindi sono molto molto di parte!
      Un bacione,

      Chiara

  • Il mio vicino di aereo stava leggendo Open quest’ estate e giuro che ho pensato “mii un altro libro di uno sportivo miliardario, scritto chissà da quale ghost…”. Ma se tu dici insieme ad altre persone, che è addirittura uno dei più bei libri del 2012, bè, cavolo si compra subito!

    • Anche io ho pensato la stessa cosa, ma fidati, merita veramente!

    • Ciao Daniela!
      Lo so, è uscito da un anno e io come vedi ce ne ho messo di tempo. Ma quando uno si sbaglia si sbaglia! E mi sbagliavo.
      Il ghost in realtà è dichiarato e ha una penna magistrale. E Agassi ha una storia da romanzo, poveretto (ché non sempre è un piacere essere un personaggio da romanzo).
      Buona lettura!

  • Domanda Chiara, non ho letto il libro Open, ma se Agassi fa scrivere un libro sulla sua vita ed e’ un giocatore di tennis penso milionario, mio nonno che ha fatto tutte e due le guerre, emigrato in Libia aprendo 4 ristoranti una spiaggia, 2 night, combattutto coi partigiani, ricostruito l’Italia, una moglie due figlie e un’amante che ha avuto per 50 anni ma che gli scriviamo una bella enciclopedia a puntate a 9.90 a volume in edicola?

    • Caro Anonimo, leggilo!
      E sai, ci sono un sacco di vite che andrebbero raccontate, il fatto che non accada è un peccato, ma una storia per prima cosa bisogna saperla raccontare (dettaglio non da poco).
      E pensa se uno scrittore di talento dicesse no, non scrivo perché ci sono migliaia di storie migliori della mia (e poi ce ne saranno anche trilioni di peggiori).
      Agassi è nato povero in canna. Suo padre, scappato dall’Iran, è stato un campione di pugilato (e ha partecipato alle Olimpiadi). è scappato dall’Iran per dare un futuro ai suoi quattro figli. Ed è pure scappato dalla funesta del Madison Square Garden per paura di un avversario!
      Potrei andare avanti per parecchio, ché la famiglia e la vita di questo sportivo è ricchissima di aneddoti e personaggi speciali.
      Leggi, poi mi dirai.
      E salutami tuo nonno!

      Chiara

      • Grazie Chiara per il tuo commento come sempre preziosissimo, in quattro righe mi hai gia’ incuriosito e penso proprio che lo leggero’, grandissima…come sempre del resto.

  • Massimo rispetto per il tuo nonno però è una storia che mi ha fatto tornare in mente i Sonnino di Piperno 😉

    • Daniela bella idea chiamero’ Piperno per vedere se vuole scrivere il 2 ma stavolta lo chiameremo “Con le migliori intenzioni”, un bacio

      • Io non adoro Piperno così tanto però (hihihihi) 😉

  • Come lettrice e come traduttrice La ringrazio per la sua cura nel citare sempre il nome del traduttore. Un tempo il collegio dei traduttori letterari di Procida aveva ideato una cartolina con un cardo da inviare ai recensori che scordavano di menzionare il traduttore; per Lei una rosa senza spine.

    • Ci mancherebbe!
      Senza il traduttore il libro dove sarebbe?! Ecco, oltre a mandare cardi (meraviglioso!) ci sarebbe da lamentarsi con tutti gli editori (e sono troppi) che il nome del traduttore non lo mettono in copertina. Vabbe’ che io, dentro, inserirei pure nome e cognome di chi si è occupato della revisione di traduzione e della correzione bozze.
      Grazie per la rosa!
      Alla prossima,

      Chiara

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