Attenzione, c’è pure la menzione. (Anzi, le, perché son due)

Attenzione, c’è pure la menzione. (Anzi, le, perché son due)

E dopo il vincitore, grazie alla sportività degli autori, proseguo con la pubblicazione dei racconti che hanno concorso per il Tramiro d’Oro e si sono aggiudicati una menzione.
Si tratta di The Fabulous Tale di Sandro Lunghini (che per questioni di lunghezza potrete leggere cliccando sul link) e de L’assassino battutaro di Massimo Boni che pubblico di seguito.

In città, c’era un assassino burlone, che si divertiva a inviare aforismi alle forze dell’ordine. Lo zuzzurellone, si sintonizzava sulle frequenze radio della ricetrasmittente dell’improbabile commissario Max. e, in un gesto di sfida, declamava i suoi messaggi, indicando dove e quando avrebbe commesso i suoi delitti. Almeno questa era l’interpretazione che l’improbabile commissario Max aveva dato agli inquietanti aforismi sotto riportati:
“A caval dopato si guarda in bocca”. “Sei giù di corda mentre stai tentando un’evasione”. “Chi vuol esser cieco sia… nel cammin non ve’ accortezza”, e via discorrendo…
Il simpatico serial killer, però, fino allora non aveva mai dato seguito alle sue minacce. L’ultimo aforisma, tuttavia aveva l’aria di non essere un bluff. Soprattutto perché questa volta l’assassino prima aveva ammazzato la sua vittima e poi aveva declamato all’improbabile commissario Max il seguente aforisma:
“Se la tua impiegata non è diventata la tua amante, vuol dire che l’hai impiegata male”.
La vittima, una giovane segretaria, fu trovata senza vita nel suo ufficio. La sventurata aveva impresso sul corpo gli inconfondibili segni di sesso estremo, che sicuramente l’avevano uccisa: due succhiotti sul collo.
I sospetti dell’improbabile commissario Max, caddero subito su due soggetti che in passato avevano avuto guai con la giustizia per reati sessuali: erano stati sorpresi a fare del pissing contro un muro. Sospettati, che l’improbabile commissario Max catalogò, con molta fantasia, in 1° e 2° sospettato.
Nell’interrogatorio che l’improbabile commissario Max imbastì, il 1° sospettato disse che, nell’ora dell’omicidio era impegnato nel suo hobby preferito: quello di palombaro ciclista.
Il 2° sospettato, era un ex calciatore, che nel giorno in cui era accaduto il fattaccio, affermò di essere andato a pescare, ma siccome il calcio gli era rimasto nel sangue, aveva messo un amo a un piede e aveva pescato un pesce palla. Alibi abbastanza fantasiosi, dunque.
E anche se l’improbabile commissario Max ormai non credeva più alle favole, era evidente che uno dei due aveva mentito.
Come fare per smascherare l’assassino seriale?
L’improbabile commissario Max ebbe una delle sue proverbiali pensate: un assassino che fa dello spirito sulle sue vittime non può che appartenere alla categoria dei serial killer “battutari compulsivi”.
Radunò i due sospettati nel suo ufficio. Si versò un bicchiere d’acqua e lo posò sulla scrivania senza berlo. I due sospettati, vedendo quel gesto, rimasero un attimino interdetti. Approfittando del loro leggero smarrimento, l’improbabile commissario Max accennò una battuta: – Tanto va la gotta al lordo… – Il 1° sospettato rispose all’istante: – Che ci cresce lo zampone! –
L’assassino si era tradito: non aveva resistito alla tentazione di completare la battuta iniziata dall’improbabile commissario Max. Nessun dubbio che fosse lui il serial killer “ battutaro compulsivo”.

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7 Comments

  • Gesù! Diamogli atto che si legge in fretta!. 🙂

  • Però son bravi davvero, dai, tutti hanno accettato di farsi pubblicare. Chapeau!

  • Dopo la menzione d’onore al Tramiro d’Oro ho capito perché nessuno mi pubblica. Che sia un genio?

  • ragazzi ma cos’e’ sta roba? meglio del vincitore sicuramente, ma il racconto di massimo boni e’ per bambini dell’asilo nido, non fa ridere, e’ assolutamente pietoso, si fermava persinola rotella del mouse e non voleva scendere a farmi vedere il resto, che dire Massimo ahhahahahah ma va……..

  • Prova con questo per adulti:)

    La falsa Gioconda

    L’improbabile commissario Max si trovava al museo del Louvre e stava ammirando la Gioconda, il celebre dipinto di Leonardo da Vinci. Guardandola negli occhi si accorse che era un falso.

    Da che cosa lo dedusse?

    Soluzione: è risaputo che lo sguardo della Gioconda cambia a seconda dello stato d’animo con cui la si guarda. In quel momento l’improbabile commissario Max era eccitato. La Gioconda non lo considerò neppure di striscio: era ovvio che fosse un falso.

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