Social media ed editoria

Social media ed editoria

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Ecco un buon libro (e pure un libro buono, il perché ve lo spiego dopo).

Si parla di social media e di editoria, l’autrice ne sa di entrambi e si chiama Barbara Sgarzi, (giornalista, blogger e ovviamente anche ottima lettrice). Ha raccolto 21 interviste fatte ad altrettanti addetti ai lavori tra editori, direttori marketing, autori, addetti stampa italiani e stranieri.
La domanda da cui si parte è: il ruolo dei social nella promozione di un testo e quindi di un autore. Una domandina da niente…
Per prima cosa non è banale definire con precisione i social: per esempio, mentre Facebook è un social network, Twitter è una piattaforma di microblogging. Uno crea relazioni, l’altro è ideale per scambiarsi contenuti. Insomma se non consoci la rete, non la capisci e non la usi al meglio.
Servono pure idee chiare circa l’oggetto della comunicazione – ha più senso comunicare un titolo o il suo autore? – e i termini in discussione: il contenuto, la storia, il lettore… Senza dimenticare il fine di tale comunicazione: vendere libri, ovvio, ma anche trasmettere una identità, quella dell’editore, e consolidare (o no) una reputazione.
Come comunicare quindi ma anche quanto? Perché la misura deve tener conto del fatto che il lettore va incentivato a comperare un libro, quindi il suo interesse – e il suo informarsi – non può esaurirsi in rete.
Parlando di autori ci si può chiedere se un editore scelga o no i propri esordienti preferendo utenti più attivi nei social, quindi teoricamente più pronti ad autopromuoversi.
Queste sono alcune delle questioni trattate senza dimenticare i social reading, come Goodreads e aNobii, quindi i gruppi di lettura virtuali e pure quelli in carne e osso.
Per la comunicazione non sono previste ricette magiche né formule matematiche, ovvio. Perché non esiste una strategia comune. Ogni titolo, ogni autore fanno storia a sé. Di sicuro – come accade tra scrittore e lettori – è necessario essere credibili e quindi rispettare l’interlocutore. La trasparenza premia. Che i social siano in continua evoluzione è sotto gli occhi di tutti, quindi bisogna imparare a “invecchiare” con loro. e di sicuro non ci sono dubbi: i social hanno il potere di influenzare il business editoriale.
Dimenticavo… perché è anche un ebook buono? Perché i proventi delle vendite saranno destinati in beneficenza a SOS Bambino Onlus.
E per chiudere in bellezza: “Quel che abbiamo letto di più bello lo dobbiamo quasi sempre a una persona cara. Ed è a una persona cara che subito ne parleremo. Forse proprio perché la peculiarità del sentimento, come del desiderio di leggere, è il fatto di preferire. Amare vuol dire, in ultima analisi, far dono delle nostre preferenze a coloro che preferiamo. E queste preferenze condivise popolano l’invisibile cittadella della nostra libertà. Noi siamo abitati da libri e da amici. (Daniel Pennac, Come un romanzo)

Social Media ed editoria: 21 voci autorevoli raccontano strategie, opinioni e strumenti, Barbara Sgarzi, Amazon, (2,99 euro)

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2 Comments

  • Argomento ricco e ghiotto il matrimonio tra social e libri. Io ne dico un gran bene, anche se personalmente ho solo un blog (libresco prevalentemente) e non muovo grandi numeri, tuttavia capita spesso che i romanzi di cui parlo (non sono recensioni ma esperienze di lettura strettamente collegate al mio stato d’animo del momento) vengano acquistati dai miei lettori. Questo come blogger, come autrice (piccola piccola che ci sta provando) ancora meglio perchè i contatti in rete mi hanno dato grandi soddisfazioni da più fronti.
    Un bacio a Chiara e Barbara!

    • Essendo tu un motore di empatia, gli editori dovrebbero coccolarti (o tenerti buona… fai tu!) 😉

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