Annarita Briganti: non dedicate il vostro esordio a un uomo

Annarita Briganti: non dedicate il vostro esordio a un uomo

La storia di un esordio. Ce la racconta Annarita Briganti. Giornalista culturale e scrittrice. Con Non chiedermi come sei nata (Cairo, 2014), il suo primo romanzo, una storia vera d’amore e fecondazione assistita, ha vinto il Premio Comoinrosa.

Non chiedermi come sei nata (Cairo), la mia creatura, il mio primo romanzo sulla fecondazione assistita basato su una storia vera, è uscito a marzo di quest’anno dopo quattro anni e undici stesure ed ha portato fortuna. La Legge 40, che da un decennio limitava il diritto delle coppie e purtroppo ancora dei singoli a procreare secondo le tecniche scientifiche più avanzate, è stata definitivamente smantellata qualche giorno fa, come se i giudici della Corte Costituzionale avessero letto il mio libro.

Quella mattina ero stata a casa di un Premio Nobel, Dario Fo, per un articolo. Avevo risposto a un messaggio: Come stai? Non sto, gli ho detto, e mi preparavo a presentare Non chiedermi come sei nata in una sede prestigiosa, una Sala consiliare, un intero meraviglioso paesino sul Lago Maggiore che da settimane lavorava per me, mi aspettava.

Il mio umore era di pillole e lacrime, mi era appena successa una cosa brutta brutta. Dopo la sentenza contro la Legge 40 ci sono stati tweet, post, messaggi privati, un’intervista (da intervistata) sull’edizione digitale di Repubblica. Ma se non si ha una persona speciale con cui gioire, il successo non sa di niente.

Ho esordito nella letteratura partendo da meno di zero. Nessun aiuto familiare. Nessuna raccomandazione. Nessuna scorciatoia. Non mi sono mai venduta, anche se avrei potuto. Non mi sono mai avvicinata a qualcuno per interesse, anche se mi sarebbe convenuto e l’hanno fatto spesso con me. Quattro anni fa, appunto, ho conosciuto il mio agente, Piergiorgio Nicolazzini, al Salone del Libro di Torino: Scriverò un romanzo pazzesco, prendimi. Gli ho mandato per email il soggetto. Ci siamo rivisti un mese dopo in un bar di Milano, che sarebbe diventato quello dove festeggiare i traguardi e raccontarci. Ho capito che mi voleva quando ha tirato fuori dalla sua giacca elegantissima, fresca, estiva un foglio spiegazzato con la trama di Non chiedermi: Scrivilo subito, e così iniziammo la nostra avventura.

Ho ricevuto molte porte in faccia. Mi hanno fatto aspettare inutilmente. Sono stata presa in giro. Ma non ho mollato né cambiato il testo lo stile il mio modo di essere pur di pubblicare. Come direbbe Gioia, la mia protagonista, un incrocio tra la prima della classe e Cenerentola, una che ci spera sempre: Non rinunciate mai e poi mai ai sogni. Ma, aggiungo io, non dedicate il vostro esordio a un uomo. Per fortuna c’è la seconda edizione.

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5 Comments

  • un abbraccio stratosferico da una che la legge 40 sa bene e da vicino cosa sia.

  • Ma grazie!!!!

  • Un’emozione, una lacrima, un sorriso…la paura, la speranza e la forza. Un sogno, da inseguire, per cui lottare. Non mi sono arresa, mai, nemmeno quando ero convinta che l’avrei fatto. Ed ogni volta che leggo anche solo per sbaglio un riferimento alla PMA i sentimenti e le sensazioni ritornano, inarrestabili a travolgermi. Non posso non comprare “anche” questo libro. Parla un po’ di me….

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