#OgginLibreria 3

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224 sono usciti solo oggi. Parlo di libri, ovvio. Ma no, non mi lamento, non voglio intristire l’ottimista Romano Montroni  (presidente del Centro per il Libro e la Lettura) che alla fiera del libro di Torino ha detto “mica siamo nella Russia comunista dove si pubblicavano quattro libri l’anno… non ha senso lamentarsi delle troppe uscite”. E pazienza se in questo caso, o meglio giorno, ce ne è qualche centinaio di troppo.

Che si dice in editoria?

L’affaire Strega procede. Cioè proseguono le richieste di chiarimento da una parte, mentre dall’altra ribattono (si fa per dire) con la solita tecnica del silenzio: ché se stai zitto, prima o poi, i rompipalle smettono di domandare.
Stavolta però mi sa che il trucchetto non funziona granché. Il 23 giugno, dopo le inchieste di Satisfiction, la Federconsumatori (la maggiore associazione a tutela dei consumatori in Italia, presieduta da Rosario Trefiletti) ha chiesto chiarimenti ad Antonio Scurati e Francesco Piccolo, oltre che a Stefano Petrocchi (presidente della Fondazione Bellonci). Qui trovate il comunicato stampa.

FederconsumatoriOddio per Scurati son domande stupide, visto che almeno per quanto riguarda il suo autoplagio ha liquidato la faccenda così: “Un’accusa ridicola”. Comunque, manco Piccolo pare troppo preoccupato…

Piccolo Scurati

Staremo a vedere. Certo è che fa tristezza vedere quanto i giornali ignorino alcune notizie: soltanto Il Garantista e Libero ne hanno parlato. Provo tutt’altra tristezza, quando un lettore mi fa notare il costo spropositato di un libro recensito qualche giorno fa da Aldo Costa qui su BookBlister. Mi fanno infatti notare che l’ebook di L’ufficiale e la spia costa la bellezza di 10,99 euro! Contro le 15 del flipback, (un nuovo modo di non leggere, ché non si legge appunto un tubo) e le 19 del cartaceo stampato per il verso giusto. Quattro euro di risparmio? Non posso neppure comprare una frusta per flagellarmi (se compro il cartaceo normale sì, posso flagellarmi, wow). Che senso ha, signori di Mondadori, un ebook che costa più di 10 euro? E avete pure acquistato quel chiodo arrugginito di aNobii per monitorare le comunità di lettori e carpirne pareri e umori. Non avevate bisogno di spendere tanto per sapere che un ebook deve essere competitivo! Ve lo dicevo io, gratis.

E per mandarvi ko, vi consiglio di leggere questo pezzo di Pippo Russo (che a casa deve avere tonnellate di Alka-Seltzer o una piantagione di maria): l’impavido ha affrontato l’ultima fatica di Anna Premoli: Finché amore non ci separi. Il vostro ottimismo editoriale traslocherà in zona talloni. Potrei aggiungere un ulteriore carico: Tevis & Partners (che prova a misurare criticamente la qualità dell’offerta editoriale) hanno analizzato il rating del Premio Bancarella. Non so se siete pronti a tanto, però…

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16 Comments

  • Per quanto riguarda i prezzi degli ebook non saprei dire. So solo che ne uscirà uno (ottimo) per Piemme tra 4 giorni e al lancio costerà solo 1,99!

  • Mi viene da chiedermi : no EAP o sì EAP? C’è del marcio in editoria. E’ davvero sano pubblicare assistiti da una casa editrice oppure si rischia di rimanere contaminati dalle larve che proliferano in seno ai cuori avidi delle multinazionali che controllano l’editoria?

    • Be’, Monica, scegliere l’Eap è, sempre e comunque, pura follia. Non è che se le cose vanno male in editoria (che poi quale settore è esente da marciume?) allora tanto vale affidarsi agli “editeuri” (http://editorinmaniototo.wordpress.com/2012/12/14/eap-forever/) geniale neologismo che d’ora in poi faccio mio.
      Chi fa bene il suo lavoro c’è, sempre.

      • Cara Chiara, non l’ho fatto e forse non lo farò mai, ma sono convinta che questi scadalucci un po’ vomitevoli, un po’ deplorevoli diano la spintarella agli autori che vacillano nell’indecisione tra il cedere al self-publishing e il perseverare nella “retta via”. Tutto questo non aiuta a incrementare la lettura e fornisce solo alibi a chi scrive e a chi non legge.

        • Il selfpublishing andrebbe benissimo! Qui si parla di pago-publishing 😉
          Le brutte cose e le brutte storie levano spazio a quelle buone, si sa. Per questo bisogna dire con precisione cosa non va, così d far spazio a tutto il resto! Facciamo spazio, anzi, come scrive Ben Simon: “Riempire spazio in sottrazione”.

  • Grazie per la segnalazione dell’articolo sulla Premoli. Analisi critica degna di un romanzo meritevole di un (accanito) Premio Nobel per la Pace della Buonanima della Scrittrice e della sua Editor.

    Ma il top lo ha raggiunto il concorso 20Lines-BigJump. La prima versione autopubblicata di “Dimmi se ne vale la pena” (fra i vincitori) è da Premio Pulitzer per Incompresi. Meriterebbe un’altra analisi del buon Pippo Russo. Qui, invece, una prima sommaria analisi: http://obbrobbrio.blogspot.it/2014/03/ditemi-se-ne-vale-la-pena.html

    Non so se ridere o piangere.
    Forse piango.

  • Ho letto come al solito con gusto amaro il fustiga-Premoli Pippo Russo! Se penso che Newton ha in ostaggio il mio manoscritto da 4 mesi e non si decide, mi vien proprio voglia di scrivergli che non mi sento all’altezza della Premoli che è sempre quella convinta che Jane Austen si scriva Austin. Inorridisco per tutto, per gli stregoni-scrittori che comunque continuano ad andare da Fazio ad auto-lodarsi (Rai = io la pago e gradirei sentire altro, grazie!) Troppe uscite sono IL MALE tra i tanti mali dell’editoria, altro che Russia, perchè se uscissero 200 testi di qualità be’ miii che fantastica scelta, invece siamo qua a parlare di figure retoriche ripetute a nastro fino a diventare figuracce. Cara, io sabato parto, con la valigia piena di libri (mio marito ben 7!) e mi sconnetterò da questo mondo pieno invece di guai, non mi vedrai tra i commenti per ben 2 settimane, ecco volevo avvisarti, cosa mai ti mancassi : )

    • Caso mai è l’unica cosa che potrei eliminare dal tuo commento. E ci siam capite ci siamo.
      Adesso vado a leggere la Austin (Powers).
      Buone vacanze! E buoni libri, ovvio.

      C.

  • Per i ‘malati’ di lettura le valige pesano e si restringono. Conosco il problema, pure io ho sempre fatto a pugni con oggetti vari per ricavare posto ai libri che mi portavo in vacanza e che risultavano sempre pochi dovendo immancabilmente ricorrere alle bancarelle di libri usati che, per fortuna, stanziano in varie località turistiche. Ho trovato di tutto tra quelle montagne un po’ disordinate di testi a pochi euro dove regna il tre per due. L’ebook per me è stata una grande scoperta anche in termini di costi. Ora posso portarmi tutti i libri che voglio e tenermeli comodamente in tasca. Sono arrivata perfino a cambiare il mio vecchio e microscopico cellulare con un più recente smartphone, ma solo per una questione di schermo conservando però il vecchio contratto prepagato da venticinque euro l’anno che non consumo mai, telefono poco, non messaggio, e quando esco, esco! Ma sapere che i miei autori preferiti e le loro opere sono sempre con me mi è di conforto con enorme gioia di mio marito che finalmente sa di potermi raggiungere in ogni momento perché ora non dimentico più di caricare il cellulare e di tenerlo acceso. Buone vacanze anche da parte mia.

    • Ma grazie. Non mi sono ancora convertita a un e-reader, viaggiando in auto si può caricare il bagagliaio a piacimento anche perchè siamo solo in due, in aereo invece diventa un problema. W i mercatini dell’usato, anche solo per divertirsi a spulciare. Un bacio Monica.

  • Beh, direi che dopo l’articolo di Russo posso occupare il tempo che avrei dedicato al libro della Premoli in maniera decisamente migliore! 😉

    • Be’, sempre che tu non debba fare un ripasso sui luoghi comuni e le frasi fatte 😉

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