Cosucce editoriali

Cosucce editoriali

E mentre noi siamo qui a discettare di meteo e a farci selfie dalla spiaggia, gli editori europei si sono riuniti – il 29 luglio – a Roma alla presenza di Dario Franceschini (ministro dei Beni, Attività Culturali e del Turismo) per parlare di editoria libraria e altre disgrazie.

C’erano Henrique Mota, il vice presidente della Fep (Federazione degli editori europei); Marco Polillo, il presidente dell’Associazione italiana editori (Aie) e Stefano Mauri, il delegato italiano in seno alla Federazione.

Le questioni trattate? La tutela del diritto d’autore, l’equiparazione dell’Iva degli ebook a quella dei libri cartacei, la concorrenza nel mercato-internet tra gli operatori di ebook.

Kindle_cartoonCosucce, insomma. Perché senza la tutela del copyright per gli autori e per l’industria culturale la vita (leggi sopravvivenza) si fa impossibile. E le nuove modalità di fruizione dei contenuti – per esempio lo streaming – rende la questione impellente.

La faccenda Iva è uno scandalo: il 22 per cento sui libri digitali e il 4 per cento sui cartacei. In Europa le percentuali variano, ma è un problema che riguarda tutti e va risolto a partire da un concetto lampante: i libri sono libri, indipendentemente dal device attraverso cui sono fruiti. Il supporto, l’“oggetto” però incide sui prezzi, perché un libro di carta ha costi di realizzazione e distribuzione che un file non possiede. Quindi, cari editori, non potete farmi pagare unBooks ebook 10 euro, quando il cartaceo costa 15 e, soprattutto, non potete privarmi della possibilità di acquistare la versione digitale di un testo (ma quante volte l’ho scritto quest’anno?).

Credete così facendo di favorire i libri di carta? A mio avviso vi perdete una fetta di mercato e basta. Cioè guardate al digitale come a una minaccia non come a una occasione. E lo fate a priori, per partito preso. Tenete prezzi stellari, non insegnate ai lettori “come si fa”, dove si acquistano gli ebook e come, né come si leggono e poi dite: no, il digitale da noi non va, non tira. E ti credo! Senza contare tutti i cartacei che sono ormai fuori collana e potrebbero tornare disponibili in digitale. E, ovvio, pure la faida tra editori e colossi del web va affrontata.

readbook_so_retroCosucce, appunto. Cosucce che riguardano parecchie persone, visto che il mercato dell’editoria europea si attesta sui 22,5miliardi di euro – la produzione è di circa 535mila titoli – e impiega 130mila persone.

E quindi? Staremo a vedere, ché adesso agosto è alle porte ed è tempo di parlare di meteo e farsi qualche selfie dalla spiaggia (che poi piova e si stia alla scrivania, è un’altra faccenda).

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23 Comments

  • Farei solo un piccolo distinguo sulla questione ebook. E cioè i pirati che incrociano nel web con feluche e giga e giga di ebook crakkati. Se fossi un editore farei qualche resistenza in questo senso: chi me lo fa fare di “uscire” un prodotto che uno mi paga e dieci no? Con la carta è diverso, Un libro lo puoi leggere e poi prestare (folle cosa da non fare mai, perché i libri difficilmente ritornano a casa) ma anche prestandolo, non si moltiplica. L’ebook crakkato, invece, si diffonde con esponenti alti. Trovi tutto crakkato. O quasi. Forse i libri di Emilio Fede non se li crakka nessuno.

    • Lo so, Aldo, ma per evitare il problema non si elimina il formato a priori. Si lavora sui prezzi! Abbiamo la musica che ha affrontato lo stesso tsunami.
      Se per comprare una traccia spendi 0.90 e ci metti un click, è pratico e la qualità ottima, forse eviti di spendere banda, connessione e tempo per rubare la traccia spesso non di ottima qualità.
      Credi forse che sia possibile non fare il digitale per molto? Io no.

      • Il paragone con la musica è abbastanza sbagliato perchè col cavolo che “eviti di spendere banda, connessione e tempo per rubare la traccia spesso non di ottima qualità”, se scarichi un mp3 da itunes o dai torrent ci metti esattamente lo stesso tempo, anzi, coi torrent nello stesso tempo probabilmente scarichi anche più roba, e la qualità è la stessa.
        Detto questo, se un disco lo scarico, mi piace e so che è una band “piccola”, compro il cd fisico, magari direttamente dalla stessa band. Se scarico un libro e mi piace, col cavolo che mi compro il cartaceo. Per cui la pirateria ovviamente fa danni, ma è anche vero che difficilmente troverai piratato (butto un nome a caso) il nuovo libro di Francesco Muzzopappa, mentre è decisamente più facile (e veloce) scaricare tutta la produzione dei vari Faletti, Volo e Moccia.
        Per cui, da un lato trovo abbastanza insensato far pagare un ebook 10 euro (per quella cifra me lo scarico gratis oppure mi compro il cartacelo), dall’altro hanno ragione le case editrici quando dicono che pubblicare un libro in digitale lo espone al rischio pirateria.
        Tornando al campo musicale, da quando esiste Spotify la pirateria è molto meno diffusa e si scaricano molti meno dischi (ergo, di conseguenza, se ne trovano di meno), ma allo stesso tempo gli artisti guadagnano infinitamente di meno.
        Secondo me succederà lo stesso con l’editoria digitale quando i kindle saranno sufficientemente diffusi (ci vuole ancora un po’, da quello che vedo), ma rispetto alla musica lo zoccolo duro di amanti dell’oggetto fisico mi sembra parecchio più ampio.
        Last but not least, l’idea di ripubblicare in digitale i libri fuori catalogo mi pare sacrosanta!

        • Sarò io che sono strana (e con me parecchia altra gente) ma da quando esiste iTunes il costo della musica è per me accettabile (3/6/9.9 euro per scaricare contro i prezzi dei cd, per non parlare di quelli del vinile… che però ancora mi frega, sì) e la compro così. Piuttosto che cercare, scaricare, trovare la traccia che gracchia è rovinata o non è quella.
          Sarò strana due (e con me altra gente) ma dei tantissimi ebook letti quelli amati per davvero li ho acquistati anche di carta.
          Sui guadagni degli artisti non sono preparata perciò evito di dire boiate.
          E sul finale concordiamo alla grande 😉

          • Il fatto è che qualunque meraviglia mi proponga iTunes, Spotify è meglio a prescindere: puoi ascoltare tutto gratis (beccandoti la pubblicità), pagare 5 euro al mese per toglierla (che è quello che faccio) oppure spenderne 10 per averlo anche sul cellulare (non lo faccio solo perchè il mio giga mensile di banda verrebbe ciucciato tutto così). Solo che Spotify paga, come dicevo, briciole, roba di centinaia/migliaia di euro a fronte di MILIONI di ascolti. Leggevo una lamentela di Lady Gaga per un assegno – mi pare – da 147 euro, e se cerchi trovi foto di assegni persino da 1 centesimo. Certo, loro dicono che siccome destinano una grossa fetta degli introiti ai compensi agli artisti, e che i compensi vengono dati in percentuale rispetto agli ascolti, più gente si abbonerà, più introiti faranno e più soldi daranno agli artisti. Io ci credo poco (per dire, se decuplicano gli introiti ma gli ascolti rimangono gli stessi, l’assegno da 1 centesimo diventerà da 10), ma tant’è. E’ una roba che trovo meravigliosa in quanto ascoltatore e terrificante in quanto musicista (hobbysta, per fortuna).
            Sulla pirateria, mi sa che sei ANTICA, sono finiti da un pezzo i tempi di Emule, dei file sbagliati, dei film porno al posto delle commedie rosa e così via: grazie ai torrent le fonti sono SEMPRE controllate (perchè anzichè scaricare direttamente dagli utenti, passi prima da un forum dove scaricare un piccolo file .torrent che a sua volta ti fa scaricare dagli utenti… ergo, essendo un forum, se qualcosa nel film/mp3 non va viene segnalato subito. Da quanto uso Pirate Bay e TntVillage non ricordo di aver preso fregature – al contrario di Emule, Napster, Soulseek & co.
            E infine: prezzi alti dei cd? E dove? Su amazon e su play.com te li tirano appresso. E sul secondo le spese di spedizione sono gratis. Certo, se vai a comprarti il nuovo disco della Pausini su Ibs e lo paghi 21 euro fatti qualche domanda tu ( 😀 ) ma, se proprio dobbiamo lamentarci, il problema ce l’ha semmai chi compra vinili online e spende un botto per le spese di spedizione (perchè devono essere impacchettati in modo che non si frantumino) – specie perchè di negozi ne sono rimasti ben pochi.

            Per concludere, l’editoria per me vivacchierà ancora per un po’: come leggevo in un altro commento la lettura non è diffusa come l’ascolto di musica (banalmente, dubito voi leggiate mentre guidate, oppure l’ascolto su smartphone è comodo, la lettura di un libro meno), per cui la diffusione dei kindle & co. sarà costante ma lenta. Se si riuscirà a passare direttamente agli ebook on demand senza l’intermezzo di pirateria come c’è stato per la musica, tutto il mondo editoriale metterà a segno una bella vittoria.

          • Ah sì, sono un po’ antica 😉
            Ma tu sai quanti sono antichi anche peggio di me?! Mi capita spessissimo di sentirmi dire (da gente che possiede un iPad): ah, ma io l’e-reader mica lo compro! E se poi non mi piace?
            Quando gli spieghi che per provare basta una app, facce stupite.
            E io no, non leggo mentre guido ma ascolto gli audiolibri!
            E lo spero, sì, che l’editoria eviti l’intermezzo pirateria. Non ci conto, ma ci spero.

          • Beh, oddio, un tablet e un kindle (mi dicono) non sono la stessa cosa, l’effetto ottico è proprio diverso. Ne ho intravisto uno tempo fa ma non mi sono reso granchè conto perchè, banalmente, non l’ho usato per leggere. Ah, ora che ci penso, l’app ce l’ho anche io (Aldiko), e se dipendesse da quella dubito comprerei un e-reader, ahahaha 😀
            Cmq, secondo me l’intermezzo ce lo risparmiamo perchè il concetto di libro digitale e il concetto di servizio di libri on demand sono arrivati in parallelo (grossomodo), mentre nel mondo della musica tra gli mp3 e Spotify ci sono stati 10-15 anni di distanza (ricordo ancora, con affetto, il primo album scaricato con Napster a fine anni 90!).

          • Parlavo di provare. Non ho detto che siano uguali. Non sono affatto uguali. Uno sfrutta la tecnologia e-ink (che emula alla perfezione la carta) e l’altro è come un pc. e no, non è così comodo leggere sul pc. Io, però, per dire uso solo iPad e leggo alla grande… be’ io leggo regolarmente pure su iPhone grazie a Kindle. Ma non faccio testo, lo so.
            Dicevo provare perché capisco benissimo che uno non abbia voglia di sborsare per un reader senza provare a leggere/comprare prima un ebook. Lì può farlo.

      • Dettaglio: la pirateria ha ammazzato la musica (prima che si corresse in qualche modo ai ripari) perchè la platea di chi ascolta musica è sterminata e equivale a quella di chi ascolta musica in digitale.
        Il libro non ha quella platea, i lettori sono POCHISSIMI, insufficienti a reggere il mercato. e i lettori digitali sono ancora meno, basta vedere la diffusione dei device, per rendersi conto.
        Per quanto mi riguarda il terrore della pirateria è folle.

    • Forse i libri di Emilio Fede non se li crakka nessuno.

      Una breve ricerca sui torrent non ha portato risultati *fiuuuuuuuuuu*

  • Purtroppo, spesso, l’assenza della versione ebook è dovuta alla mancata concessione dei diritti da parte degli autori (leggi: agenti)

    • Grazie, Patrick. La tua precisazione è preziosa.
      La mancata cessione è legata a faccende contrattuali, che son legate a faccende economiche, legate a loro volta alle royalty che gli autori percepiscono sul digitale.
      Ma per il lettore la faccenda è: perché nel 2014 non trovo la versione digitale di un libro?

      • sono perfettamente d’accordo con te. infatti rompo sempre le scatole perchè i miei ebook ci siano in contemporanea al cartaceo e costino il meno possibile.
        ci tenevo solo a mettere in luce il fatto che non è sempre colpa degli editori.
        ci sono interi cataloghi di autori assenti per scelta dagli ebook

  • Condivido il tuo pensiero caro Aldo, anche se me ne intendo poco e per me i pirati sono solo quelli lì con la bandiera col teschio, tuttavia davvero sto vivendo sulla mia pelle la grande agilità di avere un libro con un click, e quanto questo renda il testo godibile all’istante, mentre se un libro cartaceo non è distribuito in maniera capillare (leggi lo trovi al supermercato) il lettore finisce spesso per non comprarlo. Io che ho di base un’approccio flinstoniano alla tecnologia dico w il digitale, perchè semplicemente consente maggiori vendite per tutti e l’editore che non lo capisce, ne conosco ahimè diversi, è destinato a finire maluccio, purtroppo trascinanando con sè i propri autori nel dirupo. Sono alla scrivania eh, ma guardo fuori e ora non sta piovendo.

    • Godibile all’istante. Già. Mica male, no?
      E comunque non credo che l’opposizione sia una tecnica utile per affrontare le innovazioni. Credo sia necessario capirle e usarle a proprio vantaggio, semmai.

      • E comunque non credo che l’opposizione sia una tecnica utile per affrontare le innovazioni. Credo si necessario capirle e usarle a proprio vantaggio, semmai.

        Esatto: per esempio, la pirateria in realtà non fa tutti questi danni di cui le case editrici e discografiche si lagnano. Perchè, spesso (non sempre, eh), chi scarica un libro, un film o un disco, molto probabilmente – se non ci fosse stato un modo per averlo gratis – non ci avrebbe speso i soldi, e non lo avrebbe letto/sentito/visto. Per cui il danno sicuramente non è marginale, ma non è neanche “intero” come sostengono lorsignori. Per dire, se non l’avessi trovata su tntvillage, dubito mi sarei comprato l’autobiografia di mike bongiorno :p

    • Posso dire che il “godibile all’istante” per me è un non-vantaggio? Mi spiego: se voglio ascoltare un brano in particolare in un determinato momento, posso aprire la mia cartella di mp3, pescare tra i cd, accendere spotify o andare su youtube. Difficilmente, invece, mi verrà voglia di leggere un libro proprio in un dato momento: nel 99% dei casi starò già leggendo un libro e avrò già una coda di libri da leggere non indifferente, per cui fare un ordine su ibs, col corriere che in 3-4 giorni ti consegna tutto (o, se proprio state a soffri’, su amazon, che con prime te lo fa arrivare anche in un giorno), mi sembra un tempo sopportabile.

      Cmq, detto questo, penso che tutti quelli assimilabili alle categorie dal “lettore medio” (in cui mi piazzo) in su, prima o poi passeranno al digitale per mere questioni di spazio: già adesso ho finito quello allocato per i cd, nel giro di qualche anno non mi entreranno più neanche i libri, e allora loderò il comodissimo servizio di libri on demand che per quell’epoca esisterà, in cui si trova tutto e che fa guadagnare pochissimo gli scrittori 😀

      • No scusa, ma tu hai idea di quante volte a me capiti, leggendo in rete, di intercettare un titolo interessante, provare a comprarlo e non trovare l’ebook?! Di questo parlo. Se non lo trovo, spesso me ne dimentico e non lo compro.
        hai pure idea di quanto sia facile comprare con un click. Io sono sommersa di libri, da quando ci sono gli ebook ne compro ancora di più! Perché “basta un click” scatena il mio lato compulsivo. E accumulo. 😉

        • io quando intercetto, butto subito nella wishlist di ibs 😀

          • Io son compulsiva, l’ho detto. Lo voglio, adesso, ora, subito!
            Ehm… datemi l’ebook altrimenti qualcuno si farà male 🙂

      • certo che puoi dirlo e in teoria lo sarebbe anche per me, adoro fare acquisti in grande, impilo i volumi sul tavolo della sala e poi a mano a mano scelgo quale cominciare secondo l’umore del momento, sono leopardiana, mi piacciono le attese e tutti i sabato della vita, però quando oggi mi hanno scritto “sto leggendo il tuo romanzo sul telefono” mi si è aperto un mondo, perchè la stessa persona era diventata matta a cercare un altro mio libro che non esiste in versione digitale, e non per mia decisione, e non l’ha avuto fino a quando io gliel’ho portato, dopo aver inviato copia scansionata del bonifico all’editore, che mi ha spedito le copie che ho rivenduto. Posso fare sempre sta trafila? No.

  • I libri piratati sono un falso problema. Nei mercati in cui l’ebook è maturo le vendite legali sono molto sostenute.
    Il prezzo degli ebook è in discussione anche in Usa, basta seguire la guerra Amazon – Hachette.
    Ma soprattutto l’ebook terrorizza l’editore per un nodo fondamentale. Royalties. Diciamoci la verità. Un autore, oggi, è l’ultima ruota del carro. I diritti per gli esordienti sono intorno all’8%. Alcuni arrivano al 10%. Solo i top seller superano di poco queste percentuali. Il Self Publishing offre il 70%.
    La differenza è abnorme. Uno scrittore che vende 10 mila copie cartacee, con un editore, al prezzo di copertina di 15€, muore per elemosina. A venderle tutte riceverà dopo un anno (e se pagano) appena 1.500€.
    Un indipendente o indie, ci vive pienamente, visto che 10 mila ebook al prezzo di vendita di 5.99€ porta all’autore 40 mila euro. E pagati puntualmente ogni mese.

    Ecco il terrore dell’ebook per l’editore, non è la pirateria (o molto relativa) è la vile pecunia. Un mercato degli ebook maturo sarebbe troppo dirompente al livello economico. Per questo l’ebook è il male e va ostacolato con ogni mezzo.

    • Errata corrige.
      Rileggendo mi sono accorto che ho saltato uno zero nell’esempio di compenso dell’autore con editore.
      sono 15.000€ non 1.500€

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