YouCanDream o Writer’s Print? (Se il forum per gli autori viene acquistato da un gruppo editoriale)

YouCanDream o Writer’s Print? (Se il forum per gli autori viene acquistato da un gruppo editoriale)

Il WD, il forum più noto tra gli aspiranti scrittori, è stato appena comprato da Borè, un gruppo editoriale. Conflitto di interessi oppure no?

Cerchi notizie sulla qualità di una casa editrice? Basta dare un occhio alle Liste – free, a doppio binario, a pagamento – così avrai maggiori possibilità di rivolgerti a un editore degno di tale nome e non eap (che quindi non chieda soldi agli autori per pubblicarli e/o acquisto copie e/o imponga servizi a pagamento).

Il Writer’s Dream dal 2008 ha cercato di dare informazioni, raccogliendo le esperienze (vicissitudini, spesso) degli autori che attraverso le “dodici(mila) fatiche” dell’esordiente Eracle c’erano passati. Stilando un elenco di oltre 300 editori che non chiedono contributi, dividendoli per genere, “recensendo” le agenzie letterarie e molto altro. Notizie che venivano raccolte e verificate, e che in passato qualche problema lo hanno dato (editori inseriti nella lista sbagliata, querele, editori trasformisti, editori pronti a tutto per non essere bollati come eap…). Problemi che Linda Rando, la fondatrice, ha affrontato per svariati anni mettendoci la faccia e tante energie.

Fino a ieri, quando è arrivato l’annuncio: «È ora. Ho venduto Writer’s Dream a Youcanprint (Borè srl). Da oggi vengo sostituita da Roberto Incagnoli di Lettere Animate (anch’essa nel gruppo Borè) come amministratrice».

Perché vendere? Probabilmente la motivazione più semplice è quella economica. Ma chi è il gruppo Borè? Perché hanno acquistato il forum? «Borè srl, gruppo editoriale fondato da Alessandro De Giorgi e Donato Corvaglia, proprietario di Youcanprint.it, leader italiano del selfpublishingLibellula Edizioni, brand dedicato all’academic publishingLettere Animate brand editoriale emergente nella fiction publishing (comprato il 12 giugno 2015), ha acquisito Writer’s Dream.org, la più importante community di scrittori in Italia fondata da Linda Rando. L’obiettivo dell’acquisizione è quello di rendere Writer’s Dream una piattaforma di livello internazionale e punto di riferimento, per trasparenza e competenza, per tutti gli attori dell’editoria (scrittori, editori, librai, lettori, agenti letterari, etc) grazie allo sviluppo di servizi e strumenti per l’informazione, l’analisi, la ricerca e la discussione».

Cioè i signori hanno speso soldi per un forum con “più di 6.500 utenti attivi giornalmente, più di 430.000 messaggi e discussioni generate, quasi mezzo milione di pagine viste al mese” per dare informazioni. E come pensano di far fruttare il giocattolo?

Roberto Incagnoli, il neo community manager della piattaforma, sulla mia pagina FB alla domanda risponde: «L’acquisizione del WD non è stata fatta per procacciare clienti (alla buona), ma vi è alle spalle un investimento di ricerca e sviluppo sull’editoria partendo da una base di popolarità del marchio WD. L’idea è quella di dare ancora più voce alla community potenziando il pacchetto tecnologico (con app e social) e di fare, appunto, innovazione. Sul Forum non è lo staff che giudica le CE ma sono gli utenti (che devono essere certificati) quindi noi non abbiamo nessun potere di decidere i giudizi e spingere verso l’autopubblicazione, non vi è nessun doppio fine, sarebbe sciocco da parte nostra e senza motivo vero, perché non abbiamo bisogno di fare queste cose. Anzi stiamo preparando strumenti per gli editori, per i blogger, per i freelance e per tutti quelli che ruotano nel mondo dell’editoria proprio per dare agli utenti la maggior trasparenza e qualità possibile. Il nostro obiettivo principale è fare informazione. Resto a disposizione per ulteriori confronti o dialoghi. Grazie e scusate se sono stato lungo, ma stiamo facendo una cosa molto importante (noi pensiamo per l’editoria italiana che sta morendo) e vorremmo essere giudicati per quello che faremo, non per presunte idee di complottismo».

Complottismi a parte, nel 2013 Roberto Incagnoli – fondatore e direttore editoriale di Lettere Animate (il sito non mi si apre stasera) – raccontava in questa intervista del sodalizio tra la casa editrice e il forum. Una collaborazione partita sotto i migliori auspici, visti i tanti complimenti degli utenti nel 2012, che si è complicata a tratti nel 2013 e nel 2014 a causa di una serie di commenti meno positivi. Sodalizio che, per il mio metro di giudizio, andava forse riconsiderato perché un editore non valuta testi chiedendo cortesie agli autori, lo fa perché se non leggesse i testi, non potrebbe selezionare il materiale da pubblicare. I lettori non sono autori cortesi, sono lettori.

Sempre in questa intervista alla domanda “quali sono, in linea di massima, i criteri di selezione di un manoscritto?” risponde: «La naturalezza come prima cosa. Quando un libro o uno scritto è “forzato” si capisce, quando è “finto” quando è stato scritto a tavolino. La scrittura deve essere spontanea perché questa porta fluidità del testo e conferisce quel tocco di verità al narrato. È fondamentale avere la “non” consapevolezza che si stia scrivendo un libro, ma solo la voglia di raccontare una storia». Il corsivo è mio. Fatene ciò che credete.

Al momento non mi interessa stabilire se il gruppo è serio, se è corretto che al suo interno si pubblichino libri senza fare editing, se è normale che se ne pubblichino 30 in due mesi o se nasconda degli eap, mi limito a osservare l’acquisizione. Quello che vedo? Un gruppo editoriale composto da una piattaforma di selfpublishing e diverse case editrici che ha deciso di acquisire un forum per aspiranti autori che cercano informazioni attendibili per collocare il proprio testo sul mercato editoriale. Questo non è un conflitto di interessi, è un plotone di conflitti di interesse. E prescinde dalla qualità di Borè.

Linda Rando preferisce non replicare, al momento. Io attendo il vostro punto di vista.

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40 Comments

  • Ho le tue stesse perplessità e sono giunto alla tua stessa conclusione. Penso che questa operazione sia da dividere in due parti:
    1. La prima parte riguarda la “civile” Linda, ex proprietaria di una bella realtà che ha venduto un sito.
    2. La seconda riguarda i “combattenti” di Youcanprint e acquisiti, editori o pod che hanno acquistato una piattaforma di autori e potenziali clienti.

    Se da una parte non bisogna demonizzare Linda, che spiegherà (credo) le sue motivazioni, dall’altra anche io colgo un netto conflitto di interessi. Un “editore” che acquista e, soprattutto, gestisce un sito pullulante aspiranti scrittori sta facendo i propri interessi e non quelli dell’editoria. Non potrà mai essere distaccato, non potrà mai dire male della propria attività e più o meno subdolamente cercherà di tirare l’acqua al suo mulino. Ma sai qual è il più grande conflitto di interessi? La sezione delle liste. Con quale faccia potranno tenere e aggiornare le liste in cui loro stessi compaiono? Quale terzietà potranno ancora avere le famose liste, costate una condanna in sede civile a Linda? Ma ancora peggio, come potranno essere viste le liste dagli editori, già prima al centro di polemiche per quanto riguarda le doppio binario e le EAP, ora che a compilarle e aggiornarle è un gruppo concorrente? E gli autori vedranno ancora quel luogo come un’isola felice dove trovare cortesia e informazioni?
    Io credo che Writer’s Dream, così come l’abbiamo conosciuto, sia morto nel momento in cui la gestione è stata tolta dalle mani di Linda e del suo staff. Tutto il resto sono parole, obbligatorie per chi ha acquistato, ma sempre e solo parole di circostanza.
    Inoltre non credo che, a parte il prezzo del sito (che non so se Linda vorrà rivelare ma non credo sia una cosa così importante), ci siano altri motivi per cui Linda debba giustificarsi.
    Il tempo ci dirà se quanto accaduto è cosa buona e giusta, o una pura operazione di marketing che, da autore, reputo poco furba da una parte, maledettamente furba dall’altra. Perché io non vedrò più il WD come prima, ma molti autori o aspiranti tali non avranno la mia (e tua) stessa accortezza nel valutare quanto accaduto, e soprattutto avranno ciò che cercavano: la minestra pronta (come prima) in campo di informazione editoriale, con l’aggravante di un gruppo che ti dirà cosa è meglio per te: pubblicare con loro. No, non credo che sia questo il modo di salvare l’editoria. Questo è il modo di monopolizzare l’informazione. In fondo è come se un politico qualsiasi acquistasse il più grande quotidiano nazionale promettendo libertà di espressione. Ci siamo capiti, no?

    • Concordo. Come detto non mi interessano le motivazioni di Linda (ho presupposto quella economica ma ci può essere anche il semplice e legittimo desiderio di fare altro) per la vendita. Non mi addentro neppure nella questione “passaggio del testimone” perché immagino che trovare qualcuno che paghi e rappresenti un continuum della gestione sia tipo araba fenice.
      Addirittura mi disinteresso della qualità dell’acquirente! Il conflitto di interessi, anche se il gruppo editoriale fosse il migliore sulla piazza, c’è. E per me il forum è morto. Sarà altro, tutto qui.

      • Sì, esatto. A parte qualsiasi altra considerazione, il forum e tutto quello che ci girava attorno è morto.

  • Il commento migliore sarebbe la mia faccia in questo momento. L’avevo già capito che questo è un secolo in cui le persone hanno più voglia di scrivere che di leggere, e l’hanno capito anche loro.

  • Credo che Linda Rando non vada biasimata, avrà avuto i suoi buoni motivi per vendere, ha creato qualcosa di estremamente valido (anche se nel tempo secondo me le era un po’ sfuggito di mano il timone e interegire nei commenti era simile a un combattimento di sul ring) e se anche fossero puri motivi di denaro, e be’ non ci vedo nulla di male.
    Per il resto è un brutto colpo, quoto in pieno il bel commento di LFK che ringrazio per aver argomentato tanto bene pensieri che non avrei potuto esprimere con tanta chiarezza. Un editore che chiede di comprare un suo libro per valutare un manoscritto è abbastanza buffo, se intendo pubblicare con una certa casa editrice avrò già preso le mie informazioni sui suoi prodotti e sentirmi dire che la mossa è dovuta al fatto che gli scrittori non leggono (vero, ma non tutti) e se leggono non capiscono (no, questo non lo accetto!) è triste. Certo che vedo un conflittone di interessi, mi butto sul secondo caffè, a Milano ci sono già 30 gradi e questa notizia non mi rinfresca le idee. Bacione

    • Tanto lo so che lo sai, ma per amor di precisione: la “questione Linda” è affrontata perché tacerla sarebbe poco serio da parte mia. I giocatori sono due! E sono entrambi citati nel pezzo. Ho fatto una supposizione, lecita e per nulla denigratoria. Linda è stata interpellata, non è suo desiderio al momento fare dichiarazioni. Altrimenti ci sarebbero, parola per parola. E ci saranno, se avrà voglia di dire la sua.
      Il focus del pezzo è il conflitto di interessi.
      Adesso vado a farmi il secondo caffè pure io 😉

  • Lo so, lo so! 😀 😀 😀 temo di aver bisogno del terzo caffè. Vivo col perenne conflitto di interessi tra i libri e il lavoro che mi consente di comprare tanti libri.

    • Lo so lo so lo so lo so e lo so. 🙂
      Io sono al secondo che è così lungo che non finisce più!

  • Eppure, nonostante condivida tutte le tue perplessità (la “naturalezza” come criterio di selezione è, a voler essere buoni, una gran presa per i fondelli), nonostante il conflitto di interessi e nonostante in sé l’operazione non mi piaccia, credo che in futuro la direzione sarà sempre più spesso quella: store sempre più social, una via di mezzo fra Amazon e Goodreads. Il conflitto di interessi temo che diventerà un anacronismo (se non lo è già diventato). Grazie per il bel post!

    • Condivido assai la tua parentesi. 😉 E temo tu abbia ragione. Ecco, diciamo però che spazi così pensati sono molto meno utili e interessanti… la forza di una voce è data dal suo grado (presunto) di libertà.
      Grazie a te essere passata da queste parti!

  • Non vorrei essere maligno, ma se fosse così importante che l’aspirante autore si facesse un’idea di come lavori l’editore, il libro potrebbe regalarlo, anziché farlo comprare.
    Sarebbe un investimento sul nuovo autore (se servisse a qualcosa “educarlo” sui risultati dell’editore) mentre così sembra una versione leggera della “contributo” di pubblicazione previsto da certi eap/ibridi vari.

    Sulla naturalezza e connessi non so che dire, dovrei leggere un libro da loro pubblicato per capire se voglia dire niente editing oppure se intendano davvero ottenere un libro “naturale”, qualunque cosa si intenda con questo aggettivo.

    Riguardo a Writer’s Dream, credo che solo il tempo potrà dire se questa acquisizione sarà un bene o un male (o tutto ciò che sta in mezzo) per la piattaforma: oggi, quando i social più famosi attirano l’attenzione con foto di gattini lollosi e vignette a base di meme, tenere vivo un forum richiede un tocco taumaturgico da “santo subito!!1!11!” e se la nuova gestione dovesse snaturare una community così avviata, credo che l’emorragia di utenti sarebbe vistosissima…

    • È una considerazione oggettiva, Daniele, non maligna e la condivido. Non fare editing non c’entra a mio avviso con la naturalezza… Comunque le liste, che erano uno dei “pezzi forti” del forum, che credibilità hanno in questo nuovo contesto?!

    • A me e ai molti autori che conosco, che hanno pubblicato con Lettere Animate non è stato chiesto di comprare nulla, a nessun titolo, quell’affermazione mi ha lasciata nasita. Per Wd anch’io ero dubbiosa, ma si vedrà, credo che ci saranno molte novità, non per forza negative.

      • scusare: basita … Digitato male da cellulare 😉

      • Non veniva chiesto esplicitamente nulla, altrimenti sarebbe stato un eap o un doppio binario conclamato. Era un suggerimento, ecco, diciamo così. Poi possiamo discutere sulla logica della richiesta ma, ripeto, non è il punto della questione che più mi interessa.
        Per me il forum è già altro. Non si può cambiare identità e pretendere che non ci sia un cambiamento. Tutto qui. E ignorare la cosa o negarla mi pare ridicolo.
        Poi non sono sciocca: se spendi dei soldi, non te li bruci facendo le cose platealmente alla carlona. O no?!

        • Certo, ho capito il tuo discorso e purtroppo conosco tutte le sfumature di come si nasconde la fregatura dietro facciata free: prima di pubblicare con LA ho rifiutato altre offerte dubbie, ce ne è testimonianza di miei post proprio su WD. Per questo ci tenevo a sottolineare che in nessun modo, nemmeno quello velato mi è stato chiesto di spendere una lira altrimenti avrei preferito tenermi il romanzo nel cassetto.

          • Lo so, ho letto i tuoi commenti. Li ho letti uno per uno Ho fatto i compiti 😉
            Se avessi avuto il dubbio e le prove di un eap, sarei andata giù con la mannaia!

  • L’ha ribloggato su bibolottymomentse ha commentato:
    Grazie a Chiara. Come sempre spunti e scoop interessanti.

  • Io posso rispondere solo per la mia esperienza con Roberto e Lettere Animate come autrice: non ho pagato un centesimo, non mi è stato richiesto di acquistare nulla, nemmeno a titolo di cortesia. Non so a quale intervista si faccia riferimento, ma posso garantirvi che non è così, almeno da novembre, data in cui ho pubblicato io con loro.

    • Francesca, lo ripeto, non discuto della qualità del gruppo. Parlo dell’acquisizione. Sono felice che la tua esperienza sua stata positiva. Comunque basta andare sul forum ci sono 39 pagine di commenti e sei in buona compagnia (qualche lamentela c’è, ma non mi interessa approfondire) 😉

      • sì, sì, mi riferivo al fatto dell’acquisto di una copia cui accennavi: ho anche domandato agli altri autori per ulteriore conferma: a nessuno è stato chiesto di farlo, né imposto né consigliato. Volevo solo chiarire questo. 🙂

        • No, veniva detto: se noi ti valutiamo sarebbe carino tu ci leggessi e comprassi una copia. È scritto testuale, ho riportato le parole esatte.

          • sì ho capito come avveniva, ma non è avvenuto né con me né con altri che ho sentito…

          • Era scritto sul sito. Era un suggerimento. Voi non lo avete né letto né colto. Ma c’era come conferma il direttore editoriale.

          • Non ho l’etto l’intervista, come ti dicevo prima ho voluto solo riportare la mia esperienza, a me non è stato chiesto , imposto, consigliato nulla.

          • Eh, ma se m rispondi ti tocca leggerla, altrimenti di che parliamo?! 😉
            A parte tutto: le parole sono importanti, le dichiarazioni pure e quelle su di un sito ancora di più. Io le riporto e basta.

  • In quanto autrice di La voglio solo dire che a me non è stato mai chiesto un euro e che Lettere Animate è una realtà fantastica…una realtà dove ci si confronta e ci si consiglia, nessuno ti promette la luna, ma ci sono persone che si fanno in quattro per te…io mi sento come a casa, quindi non giudichiamo persone o cose che non si conoscono, per il blog credo sia più saggio stare a vedere invece di partire in quarta…

    • Sara, come dicevo a Francesca, non mi interessa parlare di una delle case editrici del gruppo. Riportavo, per dovere di informazione, i commenti presenti in rete. Tutto qui. Mi interessa l’acquisizione.
      E non mi pare di essere partita in quarta. Ho espresso una opinione. Da editor ho sempre frequentato il forum (come lettrice) per informarmi, considerandolo uno strumento prezioso perché “libero”. Quindi mi sento autorizzata a dichiarare le mie perplessità.

  • L’unico giudice imparziale, come sempre, è il tempo. Vedremo se la scelta è stata positiva o negativa, e anche qui mi verrebbe da dire negativa per chi? Positiva per chi? La mia perplessità è una sola, la espongo brevemente. Dall’anno della fondazione del wd non mi pare che la fondatrice, Linda, ne abbia intascato grandi somme (e se le ha intascate non credo si possa parlare di cifre da capogiro). Ora, ha senso acquisire a 20mila-25mila euro un forum che non garantisce alcun ritorno economico? Sono quelli della Borè dei benefattori-scesi-dal-cielo? A qualcosa devono avere pensato e ovviamente questo qualcosa porterà a modifiche nella gestione del sito (credo).
    Sull’imparzialità, per quanto ne dicano, è ovvio e palese che alcuni storcano il naso; non può esserci imparzialità se uno dei soggetti giudicanti è al tempo stesso soggetto giudicato.

    • Se tu sapessi quanto si paga un dominio avviato, senza backlink negativi, bene indicizzato, capiresti che Borè ha risparmaito denaro, invece di partire creando un forum dal nulla. Ha pagato anche per il lavoro negli anni, con quei soli 20.000 euro. Pensa quanto ti costerebbe pagare un collaboratore per 8 anni. A questo punto dipenderà (le dichiarazoni sembrano convogliare in questa direzione) che sarà un asset disgiunto dalle altre attività, magari con operazioni mirate (anche perché da WD non è mai uscita alcuna grande penna, restano nel pascolo dei racconti e dei giochi), ma che non vorrà portare clienti ad altri ambiti, sarebbe davvero da dementi farlo.

      • Tutti parlate di cifre, vedo. Immagino con cognizione…
        Comunque.
        Il forum è nato con uno spirito. Non uno spirito gratuito, sia chiaro. Purtroppo Linda, come molti, non è riuscita a farsi retribuire per il suo lavoro. Lo spirito di cui parlo io è quello dei “cani sciolti” che giudicano, liberi. Non so se mi spiego.
        Ovvio che abbiano pagato per godere di un lavoro ben avviato, Gas. Ma se paghi 20mila euro pensi di guadagnarne altri di euro, no?
        Ecco, la domanda è: come?
        Tutto qui. E non è poco.

  • Ma secondo voi non cominciò tutto come una piattaforma destinata già di base alla monetizzazione? Non è mai stato un forum democratico e libero, il forum è l’accessorio di un brand. Un imprenditore va dove trova mercato. Vi state inventando un conflitto di interesse che non può esserci: c’era già un interesse a monte. Erano (o sono) scrittori i fondatori del WD? Chi glielo faceva fare?

    • Gas, occhei. Ma dal 2008 quale sarebbe stato il brand accessorio? O meglio, l’editore accessorio? Perché qui il problema non è l’esistenza di un brand o l’obiettivo monetizzazione. Ma è il gruppo editoriale. Il conflitto di interessi si realizza per questo.

      • Oh santo cielo, addirittura? A 16 anni mi sarei messa a fare un sito con l’obiettivo di venderlo quando era grande e diventare ricca (scrivo dalle Bahamas, ovviamente) beccandomi nel frattempo diffide, secchiate di insulti e fango, minacce, campagne diffamatorie, querele e condanne per sette anni? Che grande genio sono.
        No, non sono una scrittrice. A 16 anni volevo esserlo, a 20 ho smesso di interessarmene. Ora che ne ho 23 – quasi 24, sigh – è finita un’era della mia vita e ne sta cominciando un’altra.
        Cosa me l’ha fatto fare? Ci sarà sicuramente un losco motivo sotto, certamente! Le persone disinteressate che aiutano le altre e cercano di migliorare le cose e l’ambiente in cui vivono o vorrebbero lavorare non esistono, si sa.
        Ebbene sì, l’ho fatto gratis per sette anni senza chiedere nulla in cambio. E l’ho fatto senza nessun secondo fine. Pensa te! Che persona strana che sono!

        • “Ebbene sì, l’ho fatto gratis per sette anni senza chiedere nulla in cambio”. Quindi Borè non ti ha corrisposto nessun contributo economico, in seguito alla vendita? Si è trattato di una mera donazione! Siamo tutti sollevatissimi. 🙂

          • Gemma, suvvia, se vendi, incassi 😉 Possiamo discutere sull’acquirente, ma non sulla vendita. Il vero problema da noi? La gente che lavora gratis.

  • Perchè “denunziare” editori a pagamento è un merito; essere blogger a pagamento, agenti letterari a pagamento, scout a pagamento, e cose simili, invece, è un atto d’eroismo. L’unico a dover pagare è l’editore. Gli altri – come notiamo- incassano. La coerenza è diventata una virtù in vendita. Poi, ognuno è libero (eticamente) di fare ciò che desidera, rispondendo alla sua coscienza. Per me, questa è la dimostrazione che la jihad contro l’editoria a pagamento è soggetta allo stesso interesse economico dell’editoria a pagamento. Non c’è un conflitto di interessi: c’è un conflitto di disinteresse (verso la cultura).

    • Ivan, non capisco il commento. Fai una “zuppa” di temi curiosa.
      La filiera è una faccenda precisa. C’è chi offre servizi, c’è chi fa l’imprenditore. Il lavoro va pagato. Gli autori non devono pagare gli editori. Ma un agente ha un costo, un traduttore idem… e via dicendo. La cultura? Il lavoro culturale ha un costo. Chi pensa alla cultura come qualcosa di gratuito di solito chiede ai lavoratori di lavorare gratis…

  • Concordo con l’articolo.

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