Dritti al dunque: le parole che contano

Dritti al dunque: le parole che contano

Kafka, Roth, Proust ma anche Freud e Marx. Perché gli ebrei lo fanno meglio e dovremmo farci caso. © Giusy Pappalardo 

Che cosa c’entrano Nietzsche, un filosofo tedesco, la mitologia e la filosofia greca, e l’ebraismo? Tantissimo. Almeno quanto gli esseri umani c’entrano con la storia del nostro pianeta e Freud con la nascita della psicanalisi.

Pensiamo alla speculazione intelligente e alla capacità di riconoscere le nostre nevrosi. Perché questo siamo tutti: un grumo di psicosi più o meno risolte che ha origine mitologica e biblica.

E vorrei ben vedere! Con quello a cui gli Dei sottoponevano i poveri greci: stupri, omicidi, guerre, suicidi, incesti, accoppiamenti con animali… spesso tutto insieme. Nietzsche – che già aveva i suoi problemini – tenta di mettere ordine in questo bailamme e ci dice che siamo fatti di Dionisiaco e Apollineo, di istinto e ragione; vai a trovare il giusto mix tra le due nature! Ci si mette pure Platone a dirci che l’anima è tripartita, che esiste un desiderio basico, animale, e uno di sapienza che solo la ragione può tenere in equilibrio.

Il Dio della Bibbia non è da meno e in quanto a sadismo mette a dura prova il popolo eletto, che di eletto sembra non avere nulla, condannato a eterna peregrinazione, tutto a vantaggio di una letteratura mondiale che ci offre pagine memorabili.

La forza degli ebrei? Conoscono e realizzano se stessi. Secondo Nietzsche, infatti, l’autodeterminazione e la volontà di successo tipica dell’ebreo in diaspora sta proprio nella consapevolezza che l’identità di popolo può sopravvivere solo con l’uso compiuto della parola scritta; nella capacità di trasformare in opportunità le sfighe che arrivano (l’uomo a differenza degli angeli ha le ginocchia per cedere e rialzarsi) e nel tentativo di farsi amico un Dio che tanto amico non è.

L’ebreo rappresenta le nevrosi collettive e individuali del mondo intero. La grandiosità dell’ebraismo sta nel trasformare in parola, storielle, racconti densi anche di drammatico umorismo, la storia di un popolo che ha un dialogo aperto soprattutto con il proprio Dio.

Non ci credete? Leggete Kafka, J. Roth, Proust, Svevo e Bassani, Nemirowsky, i fratelli Singer, P. Roth, Salinger, Malamud, Grossman, Yehoshua e Oz, tanto per fare qualche nome, ma anche Freud e Marx (anche Groucho). Vi si aprirà un mondo ricchissimo di sfumature in cui chi scrive ama i dialoghi e la precisione, non spreca parole e arriva sempre al dunque.

Io vi ho avvisati, gli ebrei lo fanno meglio perché hanno sempre deciso di vivere qui e ora raccontandosi senza racccontarsela. Fateci caso e attenti alle mamme ebree, sono tremende.

Volete qualche suggerimento di lettura? La lista è infinita, tanti autori e tanti titoli da leggere, ecco una mia personalissima selezione.

Israeliani di prima generazione:

  • Amos Oz (Una storia d’amore e di tenebra, La scatola Nera)
  • David Grossman (Che tu per me sia il coltello, Vedi alla voce: amore)
  • Abraham Yehoshua (Il signor mani, Un divorzio tardivo)

Israeliani di seconda generazione:

  • Eshkol Nevo (La simmetria dei desideri)
  • Etgar Keret (Sette anni di felicità)

Europei non contemporanei:

  • Kafka (va bene tutto)
  • Proust (provateci!)
  • Irene Nemirowsky (Il signore delle anime, Il ballo)
  • Joseph Roth (La leggenda del santo bevitore, Il mercante di coralli)
  • Israel J. Singer, emigrato in USA nel 1934 (La famiglia Karnowsky)

Europei contemporanei:

  • Yasmina Reza (Felici i felici)
  • Katja Petrowskaja (Forse Esther)

Americani:

  • Philip Roth (va bene tutto)
  • Bernard Malamud (Il commesso)
  • Salinger (Il giovane Holden)
  • Gertrude Stein (Autobiografia di Alice Toklas)

Italiani:

  • Bassani (il mio preferito)
  • Svevo
  • Primo Levi
  • Fortini

Un libro facile per cominciare? (Non) si può avere tutto di Gheula Canarutto Nemni.

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18 Comments

  • Non ho capito bene, ma sono d’accordo con le conclusioni. Yehoshua uber alles

    • Sarà il tuo grumo di psicosi che ti impiccia… Comunque sì: Yehoshua do it better 😉

  • La scelta è dura, dipende dalla nevrosi del momento. 🙂
    Ma Oz e Roth li amo incondizionatamente.

  • Con me sfondi non una porta ma un portone. Sono quasi azionista di Giuntina da tanti libri compro. Ne suggerisco uno sublime, ma i romanzi di Lizzie Doron (ricordi, la tipa che ho inseguito a Torino 2014?) valgono tutti tantissimo.
    Eccolo: Link
    e niente, se siete di Milano o ci passate abbiamo diversi posti dove provare con gusto la loro cucina, Denzel e Re Salomone, non li linko, basta googlare.

    • Dovremmo organizzare una cena! Grazie, Sandra come sempre commenti preziosi.

      • Secondo me meritano molto anche i pranzi domenicali, perchè sono ritrovi tipici degli ebrei milanesi che siedono lì con la kippa e pare quasi di andare a pranzo a casa loro. Comunque sì, sempre disponibile per organizzare qualcosa, e grazie a te che sai tirare fuori il mio meglio. (Questa è piuttosto grossa, ma credimi che ricade nel credibile, non nel grossa panzana)-

  • Cene a casa mia e grazie per i suggerimenti.

  • Aggiungerei alla lista Shalom Auslander, grandioso, sia per i due romanzi che per la raccolta di racconti, tutti editi da Guanda. 🙂
    Grazie per i suggerimenti.
    Tomas

  • Prima esclamazione: Tanta roba! (io spero che lassù, al trapasso, ci siano una biblioteca fornita, va bene anche in digitale, basta che mi diano tempo per recuperare)
    Seconda esclamazione: Ho sbagliato religione! (Che quella parabola dei talenti non è così convincente, si vede…soprattutto per chi ne ha uno solo e non cinque è na fregatura!) 😉

    • ci siano una………..??
      chiedo venia, il multitasking s’inceppa, ogni tanto.

    • Ahahahah ti direi che pure da atee si può ma poi, in effetti, niente biblioteca fornita lassù…

  • PS: Settimana scorsa mi ha mandato un’email Philip Roth, che chiedeva la mia collaborazione per sbloccare un bonifico in una banca svizzera per conto di un amico.
    Forse lo spammer è un lettore? 😉

  • Mmmmmmmmmmm……..per adesso tra i libri elencati posso sottrarre solo Il giovane Holden, che mi ha aiutato a superare la mia “psicosi esistenziale” momenti menorabbili (tradotto pochi mesi fa :P). Ad ogni modo Chiara grazie per le dritte, le metterò sicuramente nella lista desideri. Peace XD
    P.S.: Hai letto La sposa giovane di Baricco, se si com’è?.

    • Rita, tutto merito di Giusy, io qui me la son solo goduta e ho letto.
      Baricco. Sì. Come sempre è un secchiona e ci dimostra che si può usare una focalizzazione stramba (ed è bravissimo a farlo). Inquietanti i temi trattati. Il concetto di maschio… e di femmina. Ci sarebbe parecchio di cui parlare.

      • Chiara, ieri sera alle 00:27 ho finito il libro La sposa Giovane……………mmmmmmmmm mi è piacito ma………..ti devo fare assolutamente delle domande. E sono le seguenti:
        – Solo a me è parso che il finale fosse una sorta di happy ending un po’ forzato?,
        voglio dire, ho capito che tutti gli uomini della famiglia del Figlio non riescono ad innamorarsi di una donna, se quest’ultima non è una meritrice, ma che cavolo, tu, Sposa Giovane, devi andare proprio lì a lavorare per aspettare l’uomo che ami? (Convertilo, almeno provaci. Anche se sarebbe più facile sopravvivere all’apocalisse. Dopo tutto si è capito che sono una famiglia di recitivi);
        – dove è stato il Figlio per tutto il tempo?;
        – perchè lo scrittore fa maturare, alla Sposa Giovane, l’idea che una donna può ottenere, con estrema facilità, tutto quello che vuole da un uomo solo andandoci a letto? (Mia mamma mi ha sempre detto di essere “Smart” T.T );
        – dulcis in fundo, è normale che Baricco faccia dei romanzi così sensuali? (questo è il primo che ho letto, di tutti quelli che ha scritto. P.S.:Non è una domanda critica).

        In conclusione, posso dire che, forse la famosa frase che si sente spesso in giro non è poi così vera. Ovvero: “Non c’è sesso senza amore”.
        Mi ha un po’ scombussolata, ma forse è solo una verità, che come viene scritto nel libro, una ragazza giovane non vuole accettare.
        Peace.

        • Uh, giornataccia, arrivo tardi. Per davvero visto che sono le 03:27 😉
          Il finale è forzato e l’assenza del figlio è un escamotage altrettanto tirato per i capelli (a me innervosisce da matti). Trovo diabolica tutta la visione del sesso, il ruolo della donna, del maschio (pure del suo odore)… insopportabile no, ma spaventosa sì. E per il sensuale… sai che lo trovo più sessuale che sensuale?
          La trovata più efficace: la focalizzazione che varia in modo repentino da un personaggio all’altro. Difficilissima e gestita alla grande. Non so se si capisce, inutile rileggere a quest’ora 😉
          Notte, anzi, giorno!

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