Libri a Colacione 17-10-15

Libri a Colacione 17-10-15

I consigli da leggere di Tutto Esaurito su Radio 105! Questa settimana: Single, frivole, pronte a tutto di Katherine Heiny, Prendere il volo di Adrien Bosc e Prima i bambini di Toni Morrison.

Clicca PLAY e ascolta la puntata!

► VOLTAPAGINASingle, frivole, pronte a tutto, Katherine Heiny, Einaudi
Single, frivole, pronte a tutto, Katherine Heiny, traduzione di Stefania Bertola, Einaudi, p. 233 (18 euro)
Donne, in questi racconti si parla di voi, di noi, di alcune di noi… cioè di quelle che – a dispetto degli stereotipi che ci vogliono sagge, sentimentali, romantiche – resistono al dato anagrafico: pluri-fidanzate, amanti, mogli, compagne e madri che non vogliono crescere, non sanno crescere e faticano a sentirsi vive senza ficcarsi in una relazione sentimentale.

Se la devono però vedere con l’amore, il tradimento, la famiglia (farla, non farla?). E allora, per esempio, incontriamo Saha che riceve la telefonata di Anne, ma chi diavolo è Anne? si chiede Saha, Anne non si stupisce invece di non essere riconosciuta e l’invita a prendere un aperitivo, peccato per la nostra Saha, perché si tratta della moglie del suo amante. Oppure Maya: “Si potrebbe riassumere così: il cane di Maya stava morendo, e lei aveva intenzione di lasciare il ragazzo con cui stava da cinque anni. Tutto sommato, era più dispiaciuta per il cane”.

Se vi garbano i segreti, se dite bugie, se fingete di credere a quelle degli altri, leggetelo.

Prendere il volo, Adrien Bosc, traduzione di Laura Bosio, Guanda► DA GUSTARE
Prendere il volo, Adrien Bosc, traduzione di Laura Bosio, Guanda, p. 172 (14,50 euro) ebook (8,99 euro)
Il titolo originale di questo romanzo è Constellation. E il Lockheed Constellation, la “nuova cometa di Air France” si leggeva sui depliant pubblicitari, era un aereo.

È il 27 ottobre del 1949, siamo a Orly, e salgono a bordo 11 persone dell’equipaggio e 37 passeggeri diretti a new York. Passeggeri illustri, alcuni, come la violinista Ginette Neveu e il pugile Marcel Cerdan che se ne sta andando nella Grande Mela per vedersela con Jake La Motta, l’obiettivo è strappargli il titolo di campione dei pesi medi.  Ma ci sono, ovvio, anche persone comuni: ex piloti, operai, commercianti, pastori persino…

Nessuno di loro raggiungerà New York ma neppure la pista di Santa Maria nelle Azzorre, dove l’aereo dovrebbe far scalo per fare rifornimento. Inabissato, svanito, perduto… ciò che accaduto non si sa, quello che possiamo scoprire, quello che fa lo scrittore è raccontarci le vite di queste persone, chi erano, perché erano arrivate lì, su quel volo, a questo diabolico appuntamento con il destino.

► BELLISSIMIPrima i bambini, Toni Morrison, traduzione di Silvia Fornasiero, Frassinelli
Prima i bambini, Toni Morrison, traduzione di Silvia Fornasiero, Frassinelli, p. 218 (19,50 euro) ebook (9,99 euro)
La protagonista di questa storia è Lula Ann Bridewell ma lei si fa chiamare “Bride”. È una donna che non può passare inosservata. Alta, elegante, sempre vestita di bianco per far risaltare il nero della sua pelle.

Bride però non sa che farsene della propria bellezza, non sa indossarla. Non può farlo perché la madre l’ha sempre rifiutata a causa del colore della pelle: simile al catrame questo pensava la madre, lei una donna quasi bianca che viene da una famiglia di persone di colore senza il colore che le avrebbe ghettizzate.

E così Bride è una straniera, peggio, una nemica. La creatura che le ha rovinato la vita a cui lei ha rovinato la vita. Forse anche per questo Bride ha commesso un errore: ha detto una bugia e una donna innocente è finita in prigione…

Francoise-SaganE anche adesso che Bride è adulta, di successo, non riesce a fare i conti con questa voragine: l’amore negato e il proprio errore. Per tutti quelli che lo sanno e bene: i bambini ricordano. Sempre.

► #CITACIONE
“Insomma, non facciamola troppo complicata! Diciamo le cose come stanno. Si ama e poi non si ama più.” Françoise Sagan.

Articoli suggeriti

24 Comments

  • Sembra carino quello della Guanda…

  • Bella la seconda proposta! ‘Prendere il volo’, si, mi sconfinfera proprio. Invece…posso dirlo col rischio di fare la parte della retrograda bacchettona? Vabbè lo dico. Le donne single e frivole e pronte a tutto… Mmm… Sarà che a me le storie alla Kinsella maniera mi stufano dopo tre pagine dico tre… ma insomma, voglio dire, di donne single e frivole ( e pronte a tutto, ma solo dopo che lo smalto si sarà asciugato-frivolezza docet-) ne abbiamo davvero tutto questo bisogno? Forse, ma proprio forse, per cinque minuti secchi di sconnessione cerebrale in pausa pranzo… Chissà…

  • al più infelice, preferisco il più roseo e romantico. L’ infelicitá in campo sentimentale è quasi sempre una caduta rovinosa nella masturbazione mentale.

    • Infelicità esistenziale. Quella sentimentale è una pippa!

      • Io invece Kinsello ogni tanto. Ma forse dovrei dire che Wickhamo di più.
        Dal momento che, I love shopping a parte (ps. il film è pessimo….), ha scritto anche ottimi libri con qualcosa in più di un semplice cuoricino palpitante per il luccichio di una carta di credito.
        Comunque, a parte il titolo, questo mi sembra più un romanzo triste, il mostrare il rovescio della medaglia. Da amazon: “Maya ha un fidanzato, poi le piacciono parecchio anche il capo e il veterinario; Haley sta per sposare Tony, ma ha un amante con lo stesso nome che si intrufola in casa sua passando dalla finestra; Nina ha quarant’anni, però emotivamente si sente sulla stessa lunghezza d’onda della figlia che ne ha sedici… ”
        E insomma, vedo parecchi di questi esemplari nel mio quotidiano. Possiamo far finta che non esistano, possiamo far finta che nemmeno lo 0,1% di noi stesse appartenga anche solo per breve tempo ad una delle categorie, ma sono comunque storie che potrebbero rientrare nel realismo.

        • Concordo e quoto, a parte le orride shopping avventure la Kinsella i libri li sa scrivere eccome (e i dialoghi pure).
          E sì, il libro sembra ironico e in effetti si ride, ma poi il sorriso si blocca e ti rimane sulla faccia una espressione sbieca… fa un catalogo di esemplari umani, sia maschili sia femminili e con le donne ci va giù pesante. Credo che il titolo dia una impressione parecchio diversa.

      • Ma…in effetti….l’originale “Single, Carefree, Mellow” è stato tradotto in “Single, frivole, pronte a tutto”. Siamo sicuri??

      • ….i danni che fa Google Translate non si contano più! 😀

  • “Insomma, non facciamola troppo complicata! Diciamo le cose come stanno. Si ama e poi non si ama più.”
    Eh, sarà anche così semplice…ma direi che sull’amore continuano a spendersi parecchie parole. E poi anche tutto il resto è riconducibile all’amore. Amore per il denaro, per il potere, amore per se stessi.

    • Ovvio che la nostra eroina avesse da poco scaricato uno 😉 L’avrebbe detta diversamente altrimenti!

  • No, scusa, perché solo gli adolescenti? Ah, Lita, ti metto in castigo dietro la lavagna 😉
    (Se crescessimo, se diventassimo davvero adulte, la nostra vita sarebbe una passeggiata! E gli analisti non esisterebbero :D)

    • …io non ne conosco di adulti pienamente felici…

  • Se da adulti non si è capaci di ritrovare il senso di felicità di quando si è ragazzi, e si ha bisogno dell’analista perché imbrigliati nelle menate dei traumi dell’infanzia e degli eterni noiosissimi ridicoli problemi con le mamme (ci scommetto che c’è sempre una mamma nella stanza dell’analista, come presenza invisibile e imprescinbile) etc etc, tanto vale saltare l’età adulta e passare direttamente alla vecchiaia

    • Però, dai, Lita. Scherzi a parte. Non sto parlando del cazzeggio di persone egoiste e viziate. Parlo di infelicità. Provo grande rispetto per il dolore. E da adulti no, non sempre si recupera quel senso di felicità. E i traumi non sono menate, Lita. Sono ferite. Ognuno le cura o rattoppa a modo proprio.

  • Anch’io ho tanto rispetto per il dolore e l’infelicità, da usare queste parole con grande attenzione, per non sprecarne il senso. Mi riferivo appunti a quelli che ne abusano, senza dare un senso a parole e significativi.

    • Abusare di dolore e infelicità? Uno quando sta male, sta male e basta. E non c’è una scala di misura per cui il tuo dolore è più grande del mio, o la mia infelicità non val la pena di essere considerata. E’ proprio perchè a volte si ragiona in questi termini, che i malati di depressione stanno anche peggio, per l’incomprensione che ricevono rispetto al loro dolore. Che è fisico, non solo mentale.
      Senza contare poi che i traumi non sono solo infantili o adolescenziali. I traumi sono anche adulti. Ti fanno una tac e scopri di avere sei mesi di vita. Sei felice? Ti dicono che tuo figlio ha la leucemia e non vedrà il primo giorno delle superiori. Sei felice? Tua figlia viene aggredita e violentata per strada mentre ritorna dal lavoro, con tutte le conseguenze del caso. Sei felice? Arrivi al sesto mese di gravidanza e per un errore medico perdi tuo figlio ancor prima che nasca. E poi ti dicono che non ne potrai più avere. Sei felice? Stai passeggiando per la strada, ed un suv decide di falciarti le gambe, lasciandoti paralizzato dal collo in giù. Sei felice?
      Alcuni poi nemmeno ci arrivano alla vecchiaia.
      Io ho il massimo rispetto per dolore e infelicità.
      Non a caso, i migliori scrittori al mondo, sono coloro che in vita han sofferto pene indicibili.

      • Miii che pesantezza! Il discorso era su un altro piano. Buona giornata a tutti

        • Non si è capito…

          • Lita, punti di vista a parte, si capisce vero che mi interessa discutere di queste cose?! E senza il confronto non c’è discussione. Quindi, grazie.

  • quoto Barbara, quando uno è soggettivamente infelice sta alla nostra empatia definire quanto quello stato d’animo sia oggettivabile all’universo mondo. L’infelice lo è nell’anima, il suo tutto ruota attorno alla sua tragedia piccola o grande, difficile giudicare da fuori.. e quoto pure Lita però, certe volte tiriamo fuori menate esistenziali prive di fascino, di solito però accade nel pre mestruo e si tratta di prosopopee arginabili con integratori a base di magnesio. Non quoto Lita quando ironizza sul fantasma della mamma dall’analista (certe madri sanno davvero travalicare il concetto di trituramento esistenziale, prendiamo la mamma di Psyco, e quella è zucchero)… Quoto Chiara quando dice che l’infelicità sentimentale è una pippa (sono la prima a fare Ah ah…ah ah… al telefono quando mi chiama una mia amica per sfogarsi della sua ultima disavventura post coitale, di solito metto il vivavoce e nel frattempo faccio le lasagne, o mi metto lo smalto, altre cose che rendano quel vissuto più degno..sono un pò strunz, eh ma quanno ce vo ce vo). Quoto tutti insomma, e peace e love. Ma soprattutto avrei una domanda. Ma la mail di Chiara è davvero bookblister@gmail.com? In caso affermativo, batti un colpo quando leggi la mia, gentilissima Chiara! -scusate off topic 😉 –

  • Yesterday…
    magari è finita tra gli spam (maledetti filtri)… Nel caso la rimando, non demordo 🙂

    • Ho controllato e a meno che tu non abbia un account sospetto e misterioso, no, niente! 😉

  • Mi piacerebbe, sul serio, avere sembianze misteriose, ma mi sgamano subito. Pure la mia mail è quanto di più ordinario possa esserci, nome e cognome. Ok, riprovo 😉

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *