Libri a Colacione 7 maggio 2016

Libri a Colacione 7 maggio 2016

I consigli da leggere di Tutto Esaurito su Radio 105! Questa settimana: La mafia mi rende nervoso di Isidoro Meli, Informarsi con lentezza (Autori Vari) e Le rose di Shell di Siobhan Dowd.

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►VOLTAPAGINALa mafia mi rende nervoso, Isidoro Meli, Frassinelli
La mafia mi rende nervoso, Isidoro Meli, Frassinelli, p. 216 (17,50 euro) ebook (9,99 euro)
“Non puoi parlare della mafia se sei siciliano. È come parlare della sessualità di tua madre, o di tua sorella. Pare che qualcuno ci riesca. Io ho una sorella e non ci riesco, a parlare della sua sessualità. Ovviamente non puoi parlare della mafia se non sei siciliano. È come cercare di capire il baseball senza essere americani…”

Il protagonista di questa storia si chiama Vittorio Mazzola e ci racconta di un ragazzetto – venti, ventidue anni – che tutti i pomeriggi se ne sta seduto a un tavolino del bar Trinacria. Ogni volta che lo incrocia il ragazzetto sembra sul punto di parlare ma non lo fa mai. E come può? È muto. Ora, si dà il caso che Vittorio abbia imparato il linguaggio dei segni durante il servizio civile. E si dà il caso che il ragazzetto sia Tommaso Traina il figlio di un mafioso. Un mafioso che è stato ucciso dai compari.

Così a Vittorio viene in mente di fare proprio a lui una domanda decisamente improbabile: «Secondo te la mafia esiste?» E questo libro è la risposta, o meglio, la storia di una risposta. Perché anche se i mafiosi stanno dappertutto e rubano “l’acqua e la vita e il futuro, ci rubano ogni cosa (…) non gliene fotte niente a nessuno e allora perché non immaginare che la mafia non esista affatto?” Se volete guardare alla criminalità organizzata con occhi nuovi, come foste un marziano, questa è una occasione da non perdere.

Informarsi con lentezza, Autori vari, Informant► DA GUSTARE
Informarsi con lentezza, Autori vari, Informant (1,49 euro)
Gay Telese, Peter Laufer, Johanna Vehkoo, Giovanni De Mauro, Nicolas Prouillac… sette professionisti delle notizie alle prese con un mestiere che con la rete deve ridefinirsi ci regalano sette lezioni di buon giornalismo contro l’infobesity.

Servono paletti per chi scrive ma anche per chi legge, appigli per non essere spazzati via da questo costante flusso di notizie. Rischiamo di essere dipendenti dalle news? Manco fossero una droga o, dall’alto lato, di detestarle ed evitarle perché sopraffatti dalla loro enorme quantità? Di sicuro è cambiata la quantità di notizie e di conseguenza si è modificata la modalità di consumo ed è necessario lavorare e affinare anche la modalità di produzione si affini.

Questo piccolo pamphlet ci si interroga sul valore che deve aggiungere il giornalista perché non basta un titolo e un tweet. La velocità delle notizie e la loro mole non ci fanno risparmiare tempo, rischiano di darci l’impressione di perderlo. E il giornalista? Deve valorizzare quel tempo impiegato a informarsi. (Gli incassi di questo libro verranno devoluti a Ossigeno per l’Informazione, l’associazione che assiste giornalisti e cronisti minacciati durante lo svolgimento del loro mestiere.).

► BELLISSIMIle rose di shell
Le rose di Shell, Siobhan Dowd, traduzione di Sante Bandirali, Uovonero, p. 298 (14 euro)
“Il posto faceva pensare a una nave che affonda. Il legno scricchiolava sul pavimento, fra le panche, su nella tribuna. Lungo i muri, un impetuoso vento di marzo inseguiva se stesso”. Inizia così la nostra storia e inizia in Irlanda nel 1983.

Shelle (cioè Michelle) è una ragazzina di sedici anni, ma a ben guardare la sua vita si direbbe che è una donna piena di responsabilità. La mamma è mancata e da allora si occupa di Jimmy e Trix, i suoi fratelli, e pure del papà che da quando è rimasto solo sta cercando di colmare il vuoto con l’alcol. E in questa storia ci sono anche Bridie, la sua migliore amica, Declan che sì è un amico un po’ scavezzacollo ma è anche parecchio attraente e poi c’è Padre Rose, un giovane sacerdote che sa ascoltare.

Ma tutto presto precipita. Qualcuno se ne va per sempre, qualcuno sta per arrivare… ma i bambini non sono sempre visti come un dono. E il piccolo villaggio di Coolbar diventa teatro di uno scandalo. Una storia memorabile e commuovente che a ben guardare è ordinaria. Straordinaria è chi l’ha vissuta.

#CITACIONE
“Tutti vogliono avere un amico, nessuno si occupa d’essere un amico” Alphonse Karr.

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2 Comments

  • Il secondo lo si può regalare agli amici che continuano ad intasare le bacheche dei social con le solite notizie bufale? Dovrebbero mettere il tasto Condividi come la patente a punti!! :/

    • Il Corriere della Pera. Uno non ci crede. Ma davvero c’è gente che lo condivide…
      Come ti capisco! 😉

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