Salone del Libro di Torino: Lagioia, l’armata dei responsabili e il Nulla

Salone del Libro di Torino: Lagioia, l’armata dei responsabili e il Nulla

Nicola Lagioia, il neo direttore del Salone, con improbabile ritardo indice la conferenza per annunciare il programma ma comunica solo la sua squadra. E il resto? Boh!

Il segno di rimbambimento di un Paese? Quando invece di gioire per dati concretamente positivi si esalta per un nonnulla al solo scopo di tutelare protetti, progetti & poteri.

Ho questa impressione leggendo le notizie sulla conferenza indetta a Palazzo Madama per annunciare – con ben 21 giorni di ritardo – il programma della Trentesima edizione del Salone del Libro di Torino che si terrà al Lingotto dal 18 al 22 maggio.

Frasi del tipo: “Splendida cornice”, “il salone dell’orgoglio” “la città ha alzato la testa”… Capisco che rintracciare fatti nell’ennesima riunione (da agosto Libriful ha perso il conto delle riunioni) sia arduo ma qualcosa si poteva anche dire.

Partiamo dai presenti: Chiara Appendino (sindaca), Sergio Chiamparino (presidente della Regione Piemonte), Massimo Bray (consulente e futuro presidente della Fondazione per il libro, la Musica e la Cultura), Mario Montalcini (presidente pro-tempore della Fondazione per il libro, la Musica e la Cultura) e Nicola Lagioia tutti pronti ad annunciare il programma e il team responsabile di realizzarlo.

Mi correggo, ad annunciare solo il team perché del progetto nulla si sa nonostante il fiume di parole di jalissiana memoria. «Un’idea luminosa con un pizzico di follia» ha esclamato Nicola Lagioia citando il premio Nobel Iosif Brodskij e in effetti decidere di avere quattordici collaboratori o responsabili di area è una follia niente male.

Sì, avete letto bene: il #TeamLagioia è composto da 14 persone. Andrea Bajani, Giuseppe Culicchia e Fabio Geda erano i tre nomi dati per certi. A cui si aggiungono:

  • Giulia Blasi – scrittrice e conduttrice di Hashtag su Radio 1.
  • Ilide Carmignani – si occupa di consulenza, editing e traduzione dallo spagnolo per le maggiori case editrici italiane.
  • Mattia Carratello – americanista ed editor presso Sellerio.
  • Giorgio Gianotto – direttore editoriale minimum fax e organizzatore del Festival della Scienza di Genova.
  • Alessandro Grazioli – ufficio stampa minimum fax e collaboratore di Lagioia.
  • Alessandro Leogrande – vicedirettore de “Lo straniero”, la rivista letteraria di Goffredo Fofi.
  • Loredana Lipperini – giornalista e scrittrice, conduttrice di Fahrenheit su Radio 3.
  • Eros Miari – esperto di letteratura per ragazzi e già curatore del Bookstock village.
  • Valeria Parrella – scrittrice e organizzatrice del festival Un’altra galassia di Napoli.
  • Rebecca Servadio – scout letterario (di base a Londra)
  • Vincenzo Trione – critico d’arte del “Corriere della Sera”, curatore del padiglione italiano alla Biennale d’arte 2015.

A questi dovete però aggiungere Marco Pautasso e Andrea Gregorio che dirigono la macchina organizzativa del Salone insieme con altri collaboratori. In tutto? Un’altra quindicina di persone. Non so voi, ma io mi sono già persa…

E il progetto? «Proveremo a far capire in che mondo, anzi in che mondi, viviamo» ha detto Lagioia. E ancora: «Sarà il Salone dei lettori e degli editori italiani, quei cento che ci hanno creduto dalla prima ora e gli altri che nelle ultime settimane si stanno avvicinando a noi».

Non so in quello di Lagioia ma nel mio mondo lettori ed editori sono per forza i protagonisti di un salone del libro, se è una rivelazione mi spavento perché non capisco bene quale sia la novità… al massimo mi chiedo se gli scrittori saranno contenti di scoprire di non essere parte in causa.

A chiedere maggiori informazioni ci si sente dire che si parlerà di scienza, digitale, politica, economia, fotografia, giornalismo culturale, linguaggi, fumetti, cinema, web… insomma un ricco calderone generalista quale è sempre stato il Salone. Nulla di negativo ma non rintraccio alcunché della “idea luminosa” di cui si parlava prima.

Sappiamo per certo che il Salone chiuderà alle 20 e si sposterà in città nel Salone Off con una serie di eventi e iniziative. Il che può essere un bene, certo, non che il Salone by night fosse un male: l’anno scorso il biglietto serale ridotto a 5 euro è stato un successone, così tanto per dire. Ma Lagioia – che forse non c’è stato – precisa che “il Salone non si trascinerà fino alle 22.30”. Trascinarsi? Galoppare, direi io, visti i risultati!

Ci sarà un Paese ospite? Sì. Ci sarà un tema conduttore? Sì. Quali saranno? Boh. E il budget? Non si sa. E come faranno a riempire il Lingotto e pagare l’affitto senza i big? Mah… «Sono passate cinque settimane da quando mi è stato affidato l’incarico» ha detto Mario Montalcini, presidente della Fondazione per il libro. «Abbiamo accettato la sfida e l’abbiamo trasformata in opportunità per costruire qualcosa di nuovo, di sentito e andare avanti, tenendo conto di 29 anni di esperienza e di una profonda voglia di innovare, non solo con la testa ma anche con il cuore». Io trovo incredibile riuscire a sprecare tanti caratteri, spazi inclusi, senza dire nulla! Secondo me Montalcini nei temi a scuola era un drago.

«A chi diceva che il Salone del libro non ci sarebbe stato, rispondiamo che il Salone c’è e l’entusiasmo di oggi è la dimostrazione più grande. La risposta di oggi a questa conferenza è straordinaria» ha detto la sindaca Appendino. Non capisco come le nutrite presenze alla conferenza (attesa da giorni) di presentazione di un progetto – che non viene presentato, peraltro – corrisponda alla validità del progetto stesso. Mistero.

Ma chiudiamo con una nota positiva. All’evento lavoreranno migliaia di volontari della Sindone e delle Olimpiadi. E la buona notizia è per il Salone, ovvio, che come tutte le manifestazioni culturali italiane camperà sulle spalle dell’esercito degli speranzosi giovani, licenziati, pensionati che hanno in comune una sola cosa: lavoreranno gratis.

A me più che luminosa questa pare una idea già fulminata.

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1 Comment

  • E’ proprio il caso di dire: Mai Na Gioia! :))) ciaoooo

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