Tempo di Libri contro tutti: i diabolici piani per l’edizione 2018

Tempo di Libri contro tutti: i diabolici piani per l’edizione 2018

Altro che Fiera del libro milanese contro Salone del Libro di Torino! Tempo di Libri  contro tutti: BookCity, Book Pride, gli indie… speriamo non contro i lettori! 

Le notizie interessanti, signori miei, si ascoltano al bancone di un bar. Soprattutto se quel bar si trova in una nota libreria, è l’ora dell’aperitivo, gli astanti son presi dal verso giusto e han voglia di chiacchierare.

Per esempio potreste scoprire – da chi di editoria indipendente se ne intende eccome – parecchi e succulenti spetelibress sulla nostra amatissima Libriful, la telenovela delle fiere e dei saloni italiani.

Per prima cosa, sappiatelo, il ritornello del disco editoriale dell’estate fa così: “Che ne facciamo di Tempo di Libri?” e gli addetti ai lavori, volenti o nolenti, dovranno sorbirselo e canticchiarlo tanto da rimpiangere pure Despacito.

L’argomento verrà di certo affrontato anche il prossimo 28 giugno quando il consiglio di Aie, l’associazione italiana (di alcuni) editori, si riunirà per confermare la presidenza per il prossimo biennio di Ricardo Franco Levi. Motta, i suoi malumori – pare che nell’ultimo anno il suo carattere fumino sia stato davvero difficile da gestire – e i pessimi rapporti con gli editori indie vengono così archiviati. Ma non certo i problemi da risolvere.

Le possibili date della fiera dell’editoria milanese

Primo problema: trovare una data per questa benedetta fiera dell’editoria italiana milanese. Taluni ipotizzavano una azzardata sovrapposizione con le date del Salone del libro. Ma, signori miei, c’è ancora qualche bauscia che pensa di farla ai torinesi? Roba da fantascienza… genere che, peraltro, non gode di grande fortuna al momento.

Seconda ipotesi: attaccarsi al carrozzone di BookCity. Semplice? No, perché pare proprio che l’assessore Filippo del Corno non sia affatto dell’idea di trasformare la sua amata creatura in “Fuori Tempo di Libri”, cioè il corrispettivo del Salone off, la parte di eventi che non si svolge nei padiglioni ma in città. Quindi nisba.

Tempo di Libri contro tutti: soprattutto se sono editori indipendenti

Ma se non te la puoi vedere con Torino e Bookcity ti dà il due di picche, con chi ci provi? C’entra sempre il Book ma stavolta è Pride. Cioè la fiera dell’editoria indipendente che si svolge a Milano nel mese di marzo. Format che – anche se in questo 2017 è parso meno spumeggiante degli altri anni – sta andando piuttosto bene e prevede di allargarsi. Tenete presente che all’inizio l’idea, bellissima a mio avviso, era quella di fare una fiera itinerante, e adesso si ipotizza invece di organizzarla anche in altre città: Genova, Lecce, Napoli…

E sarebbe il colmo se Book Pride sparisse da Milano per colpa di Tempo di Libri. Ora, però, analizziamo il problema della fiera milanese: i pessimi rapporti con gli editori indipendenti. A cominciare da quelli che hanno sostenuto Torino e hanno costituito l’Associazione Amici del Salone (qui il sito http://www.amicisalonelibro.it/). Più fonti confermano che l’associazione di categoria non si sia fatta propriamente amare (il concetto espresso da Aie nei mesi scorsi pare fosse: senza di noi, tanto, voi non siete un…).

Ma Tempo di Libri, adesso, ha anche problemi con gli editori indipendenti che hanno deciso di partecipare alla disgraziata prima edizione della fiera milanese. Un discreto bagno di sangue, per dirla senza giri di parole… adesso come sarà possibile convincerli a restare? Quindi inglobare BookPride, cioè la fiera degli editori indie, sarebbe un piano perfetto, stile Dottor Male. Adesso capite perché Tempo di Libri contro tutti?

Trasferire Tempo di Libri al Portello?

L’altra questioncina da risolvere è la logistica. Perché la Fiera di Rho sarà anche bellissima ma è una cattedrale nel deserto. Ce lo vedete voi il milanese che stacca dall’ufficio alle 18/18.30, tac, si fionda in metropolitana, tac, si spara mezzora di viaggio, tac, arriva in fiera e questa chiude alle 19.30?! Per non parlare di tutti i poveri ospiti che quest’anno si sono trovati alloggiati nell’hotel della struttura e hanno scoperto di essere ai domiciliari: arrivare in città ricordava fuga da Alcatraz.

Quindi? La soluzione potrebbe essere trasferire Tempo di Libri al Portello. Parliamo innanzitutto di uno spazio in città e di uno spazio storico – qui inizialmente sorgeva l’Alfa Romeo – sede di Fieramilanocity e interessato, negli ultimi anni, da un grande progetto di riqualificazione (il quartiere CityLife, parliamo di 255mila metri quadrati).

E questa, incredibile a dirsi, potrebbe essere una idea sensata ma rimane il problemuccio della data e pure la questione editori. Tempo di Libri contro tutti e pure contro i lettori? Toccherà bere parecchi altri aperitivi in libreria…

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3 Comments

  • Aspetta, dove ci si candida per dare suggerimenti a sti qui che mi sembrano mal messi?

    Purtroppo al di là dell’ExPo che è stato un evento a sé, io, che guarda un po’ abito tra la fiera di Rho e il Portello, ho sempre detto che la fiera di Rho è in mezzo al nulla, un posto che non ha alcun senso, non è neppure a Rho. Bene, ottimo per City Life, quei padiglioni ospitano ancora fiere, ad esempio la fiera della creatività Hobby Show è proprio tornata lì la scorsa edizione dopo essere stata anni a Rho, perché “vogliamo tornare a Milano!” Questo è un concetto che approvo in pieno.
    E fuori di lì c’è un mondo, il meraviglioso parco Giulio Cesare e mille locali e il biglietto ATM urbano, senza sovraprezzo, che anche questo ha il suo perché.
    Bookpride è bellina, anch’io quest’anno l’ho valutata meno frizzante, ma sempre piacevole, piccola eh.
    Tirino fuori una data decente, la facciano a Fiera Milano City e basta.

  • Ma ammettere che Torino ha vinto 6-0 6-0 6-0 e decidere di ritirarsi no? Anche il grande Mike (che era Mike) provò – e con sommo rispetto per le date 😀 – a fare un festival con la speranza di bissare i successi sanremesi. Sapete tutti come fu saggio finire… 😉

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