Libri a Colacione 10 giugno 2017

Libri a Colacione 10 giugno 2017

I Libri a Colacione di Tutto Esaurito, su Radio 105, della settimana: Baby Blues di Elisa Albert, Manuale pratico a uso dello scrittore ignorante di Filippo Tuena e La città dei ladri di David Benioff. 

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► VOLTAPAGINA
Baby Blues, Elisa Albert, traduzione di Gioia Guerzoni, Marsilio, p. 208, ebook

Baby Blues, Elisa Albert, traduzione di Gioia Guerzoni, Marsilio
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È tanto tanto felice Ari. Così ripete, in modo meccanico a chi glielo chiede. Ed è invece tanto tanto arrabbiata Ari. Eppure quando ne parla con Paul, suo marito, concordano: “È un bravo bambino, un buffo solare amore di bambino. Ha quel modo di sorriderci, quel piccolo ghigno, furbo. Lo adoriamo. Oh sì che lo adoriamo. Siamo felici. Siamo fortunati. Siamo siamo siamo siamo”.

Eh già. È passato un anno da quando è nato Walker e Ari si aggira ancora in pigiama per casa, si trascina insieme con la sua tesi di dottorato che fa la muffa dentro al pc. Perché cosa fanno i genitori? Diventano bravi, ce la fanno a gestire i cambiamenti o non fanno alto che abituarsi?

Era depressa Ari. Lo è anche adesso? O è solo il sonno? Solo la fatica. È che “I libri sui neonati non dicono niente in proposito. Giorni che diventano notti che diventano giorni che diventano notti. Non lo dicono nei libri!”

Ed è dura se il massimo che riesci a fare è lavarti, ogni tanto, mantenere la casa un minimo in ordine, preparare da mangiare. Niente altro. La verità? “è un bambino fantastico, un piccolo umano simpatico, però è ancora un bambino e anche i migliori sono dittatori narcisi bastardi fascisti e tirannici”.

Allora prova a farsi aiutare Ari. Gruppi di aiuto soprattutto i farmaci non li vuole (ci ha già provato in passato e non le va di vivere “sedata”). Posti in cui parlare del parto, per esempio, un cesareo che ha subito come una violenza con altre donne che hanno subito altre violenze e adesso gestiscono altre infelicità.

Ma ecco che incappa in Mina Morris ex-star delle Misogynist, una girl band di fine anni Ottanta. Ruvida, stravagante e decisamente incinta. Ed è da questo incontro magnetico e dalla loro differenza – che a tratti attrae e a tratti respinge – che accadrà qualcosa nella sua vita (e di sicuro anche in quella dei lettori).

► DA GUSTARE
Manuale pratico a uso dello scrittore ignorante, Filippo Tuena, Mattioli 1885, p. 110

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Qualora abbiate avuto la malaugurata e quanto mai incauta idea di scrivere un libro, prima di iniziare, anzi, prima di pensarla soltanto questa cosa, abbiate l’accortezza di rispondere a una domanda: cosa ne so, io, di come va l’editoria? Perché scrivere significa mettere i piedi in un mondo oscuro e labirintico.

Prima di tutto, per carità, guardatevi dallo sbandierare ai quattro venti che state scrivendo un romanzo! Perché, per farvi un esempio, dire a qualcuno che lo state facendo è come rispondere “malissimo” a uno che ti chiede come stai. Significa gettare l’interlocutore in uno strato di prostrazione.

Quindi mantenete il segreto! A ogni costo. Anche se questo significa diventare funamboli del tempo e ritagliarne per la vostra professione inconfessabile: in treno, in bagno, in ufficio, in casa… di notte. Ecco essere single è meglio, se sei sposato puoi forse meditare il divorzio, escludiamo gli atti inconsulti anche se – come ci dice l’autore di questo pamphlet – la prigionia ha i suoi vantaggi: a cominciare regala molto moltissimo tempo per sé.

E se scrivete, anche se nessuno dovrà mai saperlo, vi ritroverete in “queste serate mondane, in queste feste dove riconoscerai da lontano le ragazze che stanno scrivendo libri, gli scrittori affermati che hanno scritto libri di successo, gli scrittori sfortunati che non sono riusciti ad avere successo e rimangono ignorati da molti, anche tu potrai svolgere questo ruolo importante: quello dello scrittore ignoto e presuntuoso”. Ancora convinti del vostro proposito?

Filippo Tuena tra un manuale di scrittura e uno per gli scrittori opta (grazie al cielo!) per il secondo regalandoci una serie di confetti acidio-comici sulla surreale compagine editoriale. Tra una cattiveria e l’altra, però, c’è del vero: cioè come gestire il “segreto” in famiglia, come raccontare cosa diavolo si sta scrivendo agli sconosciuti (e soprattutto alle case editrici), come sopravvivere all’ufficio postale, agli invii, ai rifiuti e, udite udite, persino le tecniche per disamorarsi della scrittura e risolvere così tutti i propri problemi.

L’ottimo consiglio che si potrebbe dare a uno scrittore? Be’ “sarebbe quello di non scrivere per niente, rinunciare al proposito. Consiglio ottimo che nessuno potrà darti perché con nessuno, sciaguratamente, ti sarai confidato.”

► BELLISSIMI
La città dei ladri, David Benioff, traduzione di Marco Rossari, Beat, p. 281, ebook

La città dei ladri, David Benioff, traduzione di Marco Rossari
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Tanto per cominciare qui c’è una famiglia. Più precisamente un nipote trentacinquenne, David, e suo nonno, un immigrato russo che si è trasferito in Florida con la moglie verso la fine degli anni Novanta.

David nella vita scrive “sceneggiature sui supereroi mutanti” ma, un giorno, gli chiedono un saggio autobiografico. Si accorge presto di avere una vita tanto noiosa e quindi di non avere granché da raccontare… però di una cosa vorrebbe parlare. Di Leningrado. Della guerra. E così la risposta alla sua domanda – come è andata davvero? – può ottenerla soltanto chiedendo a suo nonno.

Trascorre così una settimana a parlare con lui e a registrare le loro chiacchierate per scoprire della sua infanzia, della guerra ma soprattutto “di una settimana del 1942, la prima settimana dell’anno, la settimana in cui si innamorò di mia nonna, conobbe il suo migliore amico e uccise due tedeschi”.

Voltate pagina. Siamo a Leningrado adesso, la città è assediata dai tedeschi e le persone sanno cosa significhi la fame vera. Altro che essere poveri! Qui ci sono persone che si cibano di altre persone…

E quando sei in guerra ci sono poche ma buone regole da tener presenti per sopravvivere. Una delle più importanti è che ad alcune regole non si può contravvenire. Per esempio? Non si ruba, soprattutto se si tratta di un coltello di un tedesco morto. E no, non si può proprio disertare. Se lo fai finisci in carcere, per un po’, e poi ti fucilano. Ed è qui che si incontrano Lev e Kolja.

E se pensate che di guai ne abbiano già abbastanza, non immaginate cosa ancora dovranno affrontare. Perché un colonnello dell’Armata Rossa – che potrebbe spedirli a miglior vita – ha disgraziatamente un problema da risolvere. Suo figlia si sta per sposare, sì, succede anche in tempo di guerra. E come si fa a sposarsi senza una torta nuziale? E per fare una torta servono le uova. Dodici banalissime uova che nella Leningrado del ’42 sono assolutamente introvabili.

E questa è la storia, incredibile, dei due ladruncoli che dovranno fare di tutto per trovarle e tentare di salvarsi la vita.

► SCELTI DA VOI

Racconti, Saki, prefazione di Graham Greene, il Saggiatore
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Il consiglio della settimana è di Mendes Biondo. «Vi consiglio l’opera omnia di Saki, al secolo Hector Hugh Munro: Racconti traduzione di Ada Arduini e Gioia Guerzoni (prefazione di Graham Greene, il Saggiatore, ebook). Racconti meravigliosi e pungenti».

Ti sei innamorato di un libro? Condividilo e raccontami perché è speciale e diventerà il prossimo Scelto da voi! Manda una mail a info@bookblister.com

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2 Comments

  • Ho finito di leggere la città dei ladri. Bene è bellissimo. Lo consiglio a tutti.

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