Tanti libri: perché si pubblica troppo in Italia?

Tanti libri: perché si pubblica troppo in Italia?

Tanti libri, forse troppi. Perché accade in un mercato in cui l’offerta supera di gran lunga la domanda visto che in Italia solo il 40 per cento delle persone legge. La spiegazione c’è!

Tanti libri. In Italia si pubblicano troppi libri! Perché? è una domanda che si fanno sia i SuperLettori che se la vedono con cascate di novità ogni giorno. Sia i lettori salutari, che quando mettono piede in libreria si sentono sopraffatti dalla mole di titoli.

Eppure in Italia ci sono pochi lettori: legge solo il 40 per cento della popolazione (almeno un libro l’anno). Non sarebbe più saggio pubblicare di meno, lavorare con cura ciascun titolo e comunicarli meglio? Forse sarebbe saggio ma così non accade. Basti pensare che nel 2016 gli editori hanno pubblicato 66.505 libri. Un bel cambiamento, se pensate che nel 1980 erano 13.203. La Narrativa, che oggi conta 18.517 titoli, nel 1980 si fermava a 1.087 (fonte Aie).

È cambiato il mercato? Certo, il numero di editori, la comunicazione, ci sono gli ebook. Ma il punto non è questo. È cambiata la tecnologia? Certo. In passato se non stampavi 5mila copie la stampa di ciascuna copia ti costava un mucchio di soldi. Adesso ne puoi stampare anche solo 300/600. Ma se ne stampi 1.500/2000 copie te la cavi con 2-2.5 euro a copia e ne hai abbastanza da distribuire sul territorio e quindi puoi fare accordi con un distributore.

I cambiamenti tecnologici hanno di certo influito sulle pratiche editoriali. Sono diminuite le tirature ma sono aumentati i titoli. Cioè invece di stampare tante copie di un libro, ne pubblico tre e magari azzecco quello che funziona. Il che significa: più libri!

Si pubblicano tanti libri perché ciascuno regala un po’ di ossigeno alla casa editrice

Ma il motivo principale dei tanti libri è puramente economico. Perché? Basta chiedere a un editore come fa a vivere. Mettiamo che il prezzo di copertina che ho stabilito sia 19 euro (è il prezzo medio). Ne stampo 2000 copie, quindi al tipografo dovrò dare 5.000 euro. Consegno i libri al distributore che per il suo lavoro – trasportare i libri rivenderli al libraio (di solito con uno sconto del 35-40 per cento e pretende di essere pagato a 120 giorni) che li venderà al pubblico – prende il 60% del prezzo di copertina.

Il distributore compra 2mila copie: 19×2000 – 60%. Quindi 38.000 – 22.800 = 15.200 euro. Così io gli faccio una fattura che però non mi viene pagata (di solito viene saldata a 120 giorni ma si arriva anche a 210, cioè 7 mesi) però il tipografo lo devo saldare! E 2,5 euro per 2mila copie fa ben 5000 euro.

Dove li trovo? Chiedo un prestito in banca e metto a garanzia la fattura (15.200 euro) che ho fatto al distributore. E con questi soldi che cosa faccio? Devo pagare editor, redattori, traduttori, impaginatori, grafici. E la casa editrice avrà una sede (affitto, luce, telefono, connessione) da mantenere. E poi c’è l’autore al quale se do un anticipo – e se non ho altri quattrini in cascina – è la fine.  In tasca mi sono rimasti due copechi e una mollica di pane.

Nel frattempo in libreria ecco cosa è successo? Il libraio che lavora con il distributore prende i libri in conto assoluto: cioè ha pagato i libri che ha ricevuto o meglio dovrà farlo dopo 60-180 giorni (dipende dal potere contrattuale della libreria). Però, dopo 30 giorni, il libraio non ha venduto tutti i libri che ha ricevuto e teme che non riuscirà a farlo. E ha bisogno di liquidi per comprare altri titoli e pure di liberare spazio, così fa le rese. Cioè si libera dei libri non venduti che gli vengono scalati dal debito che ha con il distributore.

Quindi per l’editore i guai non sono finiti. Scopre infatti che delle 2mila copie ne ha vendute solo 1000 (e siamo ottimisti perché può venderne  di solito ne vende solo il 40% o il 30% se va bene). Perciò, invece di 15.200 euro, la casa editrice incassa 7.600 euro.

Adesso l’editore ha la metà dei soldi e dovrà pagare il distributore per andare a recuperare le copie rese, tenerle in un magazzino o farsele portare. In più l’editore ha un debito di 15.200 euro con la banca che dopo 120 giorni se ne ricorda e chiama per rientrare. Solo che nelle casse della casa editrice i soldi non ci sono più.

Che fare? Ricominciare tutto da capo! E così l’editore si trova a scegliere un altro libro, stamparne 2000 copie, distribuirle, andare con la fattura in banca, chiedere un finanziamento di pari somma e tirare in là. Fino al prossimo giro…

Perciò capite perché si pubblicano tanti libri? Compreso quel romanzo obbrobrioso, compreso quello bellissimo di cui l’ufficio stampa non ha fatto parola… Per cercare di sopravvivere.

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