Cinquina del Premio Strega 2018 – Il “rosa” della discordia?

Cinquina del Premio Strega 2018 – Il “rosa” della discordia?

Cinquina del Premio Strega 2018: viene annunciata e molti giornali titolano che è “rosa” ed è subito polemica.

La Cinquina del Premio Strega 2018 è “rosa”? Se ne parla, con qualche polemica, in rete. Di dati interessanti sulla Cinquina ce ne sarebbero altri: in finale c’è una biografia, ci sono due editori indipendenti e tre storie che raccontano l’antifascismo (e l’ebraismo). Ma leggendo i pezzi la faccenda “penne rosa” pare centrale. Vediamo di passare dalle chiacchiere ai dati, e diamo un occhio alle precedenti annate.

Per inciampare in una vincitrice dobbiamo risalire fino al 2003 quando Melania Mazzucco è stata premiata per Vita (Rizzoli). Era andato a una donna anche il Premio Strega 2002, a Margaret Mazzantini per Non ti muovere (Mondadori).

Quante sono le scrittrici che hanno vinto lo Strega? Sono dieci, in tutto, dal 1947 al 2017. Cioè in 71 edizioni. Chi sono? Elsa Morante, Natalia Ginzburg, Anna Maria Ortese, Lalla Romano, Fausta Cialente, Maria Bellonci, Mariateresa Di Lascia, Dacia Maraini e le summentovate Mazzantini e Mazzucco.

Andando a ritroso fino al 2006 tre donne in cinquina non si sono mai viste (e come scrive Livia nei commenti, tocca fare un salto fino al 1998 per trovarne altrettante). E, a parte nel 2010 con Silvia Avallone (il suo esordio Acciaio si è aggiudicato anche il Premio Campiello Opera Prima quell’anno) e nel 2010 con Rossana Rossanda (La ragazza del secolo scorso Einaudi), il più votato dei semifinalisti è sempre stato un uomo.

Si può dire che la Cinquina del Premio Strega 2018 è al femminile? Si può. Ci sono tre donne di cui una, la Janeczek, che guida la classifica con 256 voti e con La ragazza con la Leica ha già vinto il Bagutta ed è in finale al Campiello (anche questo è un piccolo record di cui si potrebbe parlare). Degni di nota anche i voti: Sandra Petrignani ne incassa 200 collocandosi al terzo posto e Lia Levi 173, arrivando al quarto.

Cinquina del Premio Strega 2018

  1. Helena Janeczek, La ragazza con la Leica, Guanda con 256 voti
  2. Marco Balzano, Resto qui, Einaudi 243
  3. Sandra Petrignani, La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg, Neri Pozza 200
  4. Lia Levi, Questa sera è già domani, Edizioni E/O 173
  5. Carlo D’Amicis, Il gioco, Mondadori 151

Non si tratta di quote rosa né di definizioni discriminatorie. Si tratta di numeri. Numeri che si potrebbero usare per sottolineare che qualcosa, forse, sta cambiando. Perché premi, festival e ribalta mediatica devono essere riservati a testi di valore, indipendentemente dal sesso dell’autore.

Ed è ovvio che se non ci fosse stato un predominio degli scrittori tra i finalisti del Premio Strega in passato avremmo sentito dire anche “Cinquina al maschile”, invece no, forse perché sarebbe stato pleonastico.

Lo spazio riservato alle scrittrici non è un problema solo italiano: qualche mese fa ho incontrato Dolores Redondo – vincitrice del Bancarella 2018 e del Premio Planeta nel 2016 – prima dell’uscita di Tutto questo ti darò. La scrittrice ha raccontato che anche in Spagna, quando si parla di autori di successo si citano sempre uomini, anche se ai vertici delle classifiche ci sono scrittrici come Alice Giménez Bartlett, Maria Dueñas, Almudena Grandes, Clara Sanchez.

C’è un problema di spazi anche nelle pagine culturali dei giornali? Questo dovremmo chiederlo alle scrittrici. Di certo se i colleghi che godono dell’attenzione mediatica rispondono come ha fatto Camilleri a proposito delle autrici donne, sono guai.

Cinquina Premio Strega 2017

  1. Paolo Cognetti, Le otto montagne (Einaudi) con 281
  2. Teresa Ciabatti, La più amata (Mondadori) con 177
  3. Wanda Marasco, La compagnia delle anime finte (Neri Pozza) con 175
  4. Alberto Rollo, Un’educazione milanese (Manni) con 160
  5. Matteo Nucci, È giusto obbedire alla notte (Ponte alle Grazie) con 158

Cinquina Premio Strega 2016

  1. La scuola cattolica (Rizzoli) di Edoardo Albinati con voti 202
  2. L’uomo del futuro (Mondadori) di Eraldo Affinati con voti 160
  3. Se avessero (Garzanti) di Vittorio Sermonti con voti 156
  4. Il cinghiale che uccise Liberty Valance (minimum fax) di Giordano Meacci con voti 138
  5. La femmina nuda (La nave di Teseo) di Elena Stancanelli con voti 102

Cinquina Premio Strega 2015

  1. La ferocia (Einaudi) di Nicola Lagioia con 182 voti
  2. La sposa (Bompiani) di Mauro Covacich con 157 voti
  3. Storia della bambina perduta (e/o) di Elena Ferrante con 140 voti
  4. Chi manda le onde (Mondadori) di Fabio Genovesi con 123 voti
  5. Come donna innamorata (Guanda) di Marco Santagata con 119 voti

Cinquina Premio Strega 2014

  1. Non dirmi che hai paura (Feltrinelli) di Giuseppe Catozzella con voti 57
  2. Il padre infedele (Bompiani) di Antonio Scurati con voti 55
  3. Il desiderio di essere come tutti (Einaudi) di Francesco Piccolo con voti 53
  4. La vita in tempo di pace (Ponte alle Grazie) di Francesco Pecoraro con voti 49
  5. Lisario o il piacere infinito delle donne (Mondadori) di Antonella Cilento con voti 46

Cinquina Premio Strega 2013

  1. Le colpe dei padri (Piemme) di Alessandro Perissinotto con voti 69
  2. Resistere non serve a niente (Rizzoli) di Walter Siti con voti 66
  3. Figli dello stesso padre (Longanesi) di Romana Petri con voti 49
  4. Mandami tanta vita (Feltrinelli) di Paolo Di Paolo con voti 45
  5. Nessuno sa di noi (Giunti) di Simona Sparaco con voti 36

Cinquina Premio Strega 2012

  1. Emanuele Trevi con Qualcosa di scritto, Ponte alle Grazie con 92 voti
  2. Gianrico Carofiglio con Il silenzio dell’onda, Rizzoli con 70 voti
  3. Alessandro Piperno con Inseparabili. Il fuoco amico dei ricordi, Mondadori con 68 voti
  4. Marcello Fois con Nel tempo di mezzo, Einaudi con 64 voti
  5. Lorenza Ghinelli con La colpa, Newton Compton con 38 voti

Cinquina Premio Strega 2011

  1. Storia della mia gente (Bompiani) di Edoardo Nesi con 60 voti;
  2. L’energia del vuoto (Guanda) di Bruno Arpaia con 49 voti;
  3. Ternitti (Mondadori) di Mario Desiati con 49 voti;
  4. La vita acca anto (Einaudi) di Mariapia Veladiano con 49 voti;
  5. La scoperta del mondo (nottetempo) di Luciana Castellina con 45 voti.

Cinquina Premio Strega 2010

  1. Acciaio (Rizzoli) di Silvia Avallone con voti 62
  2. Hanno tutti ragione (Feltrinelli) di Paolo Sorrentino con voti 55
  3. Canale Mussolini (Mondadori) di Antonio Pennacchi con voti 54
  4. Sono comuni le cose degli amici (Ponte alle Grazie) di Matteo Nucci con voti 50
  5. Accanto alla tigre (Fandango) di Lorenzo Pavolini con voti 45

Cinquina Premio Strega 2009

  1. Massimo Lugli, L’istinto del lupo Newton Compton
  2. Tiziano Scarpa, Stabat Mater Einaudi
  3. Antonio Scurati, Il bambino che sognava la fine del mondo Bompiani
  4. Cesarina Vighy, L’ultima estate Fazi
  5. Andrea Vitali, Almeno il cappello Garzanti

Cinquina Premio Strega 2008

  1. Diego De Silva, Non avevo capito niente, Einaudi
  2. Cristina Comencini, L’illusione del Bene, Feltrinelli
  3. Paolo Giordano, La Solitudine dei numeri primi, Mondadori
  4. Lidia Ravera, Le seduzioni dell’inverno, nottetempo
  5. Ermanno Rea, Napoli Ferrovia, Rizzoli

Cinquina Premio Strega 2007

  1. Niccolò Ammaniti, Come Dio Comanda (Mondadori)
  2. Mario Fortunato, I giorni innocenti della guerra (Bompiani)
  3. Franco Matteucci, Il profumo della neve (Newton Compton)
  4. Laura Bosio, Le stagioni dell’acqua (Longanesi)
  5. Milena Agus, Mal di pietre (nottetempo)

Cinquina Premio Strega 2006

  1. La ragazza del secolo scorso (Einaudi) di Rossana Rossanda con voti 95
  2. Caos calmo (Bompiani) di Sandro Veronesi con voti 92
  3. Pugni (Sellerio) di Pietro Grossi con voti 39
  4. L’amante proibita (Newton Compton) di Massimiliano Palmese con voti 32
  5. Cronache dalla città dei crolli (Avagliano) di Sergio De Santis con voti 23

Articoli suggeriti

6 Comments

  • Chiara, io non sono d’accordo. Mi sembra una distorsione di una notizia che, come dici tu, può anche segnalare un cambiamento (io dico che vale poco e niente, ma comunque ci hanno provato), ma che si nasconde dietro alla necessità dei titoli ad effetto per dire cose non corrette. “Tre donne nella cinquina del Premio Strega” sarebbe stato meglio. “Femminile”, “nel segno delle donne”, solo perché c’è una maggioranza risicata, no. Le shortlist “femminili” sono altre, esistono e non le confonderei con questa, che al più è una “cinquina equilibrata”.
    Accettare che si canti vittoria per così poco è un modo, secondo me, di accontentarsi delle briciole.
    Inoltre, non mi sono messa a fare un analisi, ma aprendo a caso le pagine dei vecchi Premi Strega anche nel 1998, 1994 e 1993 c’erano tre donne in cinquina, per dire.
    Ricordando sempre che a meno che non ci sia una direttiva dall’alto per ristabilire un minimo di credibilità, non è che Mondadori si lasci sfuggire il premio: a superare la Janeczek ci vuole molto poco, e se volevano far arrivare già ora Balzano in prima posizione ci riuscivano senza problemi (invece per Mondadori, secondo me, è più importante far arrivare in cinquina almeno due libri, e poi fare lo sprint finale con uno. Ma sono idee mie).

  • Livia, per carità. Ho solo guardato dati e numeri degli ultimi dodici anni. Canto Vittoria? Dove? Quando? Direi che è proprio il contrario. E i pezzi che titolavano così non erano certo un’ode al potere femminile…
    Ho scritto che da un po’ non si vedevano tante donne allo Strega. Dal 98 come dici tu. Sono passati 20 anni. È un dato. E non penso che sia equilibrata per questo la cinquina. Lo è se i suoi libri sono di valore. Se hanno davvero il merito per stare dove stanno.
    Ma l’aggettivo “femminile” non è il male. E non mi pare scorretto usarlo.
    Insomma siamo in disaccordo ma secondo me siamo d’accordo su una cosa: speriamo che vinca il libro migliore!

  • (Notare vittoria maiuscolo… è il nome di mia figlia! 🙂 )

  • Che brutto il video dove Camilleri dice che le donne non sanno scrivere genere… trovo grave che a dirlo sia un uomo nella sua posizione. Ma non s’indigna nessuno? A parte me, intendo 😉

    • Eh lo so. Anche io lo trovo incredibile. Più che altro per la superficialità della critica e per la pochezza del contenuto. Non è un punto di vista è una svista. Cioè significa non voler guardare proprio cosa fanno le autrici. Grave se le vuoi criticare.

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *