Il Rapporto sullo stato dell’editoria italiana 2025 (su consolidato 2024) evidenzia un anno di fragilità e trasformazione per il libro italiano.
Il 2024 è stato un anno complesso per il libro italiano: non un vero e proprio crollo, ma di certo una stagione difficile. Dopo un lungo ciclo di espansione – iniziato nel biennio 2018-2019, rafforzato durante la pandemia e sostenuto dagli incentivi pubblici – il mercato editoriale ha rallentato, segnando un -1,4% sul valore complessivo e confermando nel 2025 una flessione più netta.
Secondo il Rapporto sullo stato dell’editoria in Italia 2025, curato dall’Ufficio studi AIE, il fatturato globale del settore si è attestato a 3,234 miliardi di euro, includendo trade, scolastica, universitaria, professionale, export e vendite alle biblioteche. Il libro resta il perno della produzione culturale italiana, ma la domanda interna si mostra fragile, discontinua, vulnerabile ai mutamenti economici e politici.
L’Italia, nel frattempo, è stata Ospite d’Onore alla Frankfurter Buchmesse, e questo ha dato impulso all’internazionalizzazione: +8% le vendite di diritti all’estero (8.484 contratti) e +5% gli acquisti (9.810). Una performance positiva che conferma la reputazione del made in Italy editoriale, soprattutto nei generi bambini e ragazzi, saggistica e narrativa. Ma l’immagine internazionale non basta a compensare un mercato interno in contrazione: nei primi nove mesi del 2025, il solo settore trade (narrativa e saggistica di varia) è calato del 2% a valore e del 2,7% a copie, fermandosi a 995 milioni di euro e 68 milioni di volumi venduti.
L’effetto incentivi e la fine di un ciclo
Il Rapporto individua una causa chiara: la cessazione delle misure di sostegno alla domanda. Con la sostituzione della 18app da parte delle nuove carte cultura e merito e la cancellazione del fondo biblioteche, il sistema ha perso un motore importante.
In due anni gli acquisti dei neodiciottenni sono scesi da 97,5 milioni di euro nel 2023 a 39,5 milioni nel 2025, un calo di quasi 60 milioni.
Quei fondi non solo sostenevano la spesa, ma avevano creato un effetto di fidelizzazione: molti giovani, partiti da un acquisto incentivato, avevano poi continuato a leggere. Senza quel traino, la domanda spontanea si rivela più incerta. E se nei mesi estivi del 2025 si registra una timida ripresa (+4,7% a luglio), il bilancio complessivo resta negativo: -3,4% a valore e -3,8% a copie rispetto all’anno precedente.
Produzione e coda lunga
Sul fronte dell’offerta, l’Italia resta una potenza produttiva: 85.872 titoli a stampa pubblicati nel 2024 (+0,8% rispetto al 2023) e 37.659 e-book (-1,9%).
Nel 2024 il 66% della spesa totale per libri è generato dal catalogo, e addirittura il 37% da titoli pubblicati nel 2019 o prima.
È un dato che rovescia l’idea di mercato centrato sulla novità: la vera ricchezza dell’editoria italiana è il catalogo profondo, i titoli di qualità che continuano a vivere nel tempo, trainati da e-commerce e print on demand.
Librerie fisiche e canali di vendita
Dopo anni di predominio online, le librerie fisiche tornano a essere il principale canale d’acquisto, con una quota del 55,5% contro il 40,2% degli store digitali.
Un segnale interessante: la libreria resiste non per nostalgia, ma perché offre qualcosa che l’algoritmo non replica – la mediazione umana, il consiglio, l’esperienza.
Il dato suggerisce una rifocalizzazione del pubblico verso luoghi di socialità culturale, proprio mentre il mercato globale spinge verso la disintermediazione.
Un mercato polarizzato: pochi lettori forti, molti occasionali
In Italia il 73% della popolazione tra i 15 e i 74 anni dichiara di leggere almeno un libro, un e-book o un audiolibro all’anno, pari a 32,4 milioni di persone. Un dato che, isolato, può sembrare incoraggiante, ma nasconde una realtà polarizzata.
Il 49% dei lettori legge al massimo tre libri l’anno. Solo il 9% della popolazione – i cosiddetti lettori forti – acquista più di dodici libri, ma genera da solo quasi la metà della spesa complessiva per il libro.
A questo si aggiunge un divario territoriale che resta strutturale: legge il 77% degli abitanti del Centro-Nord contro il 62% del Sud e delle Isole. In termini assoluti, parliamo di un’Italia spaccata in due per accesso, abitudini e infrastrutture culturali.
Eppure, accanto alla stagnazione, si muove un ecosistema nuovo: lettori fluidi che si spostano con disinvoltura tra podcast, piattaforme di lettura condivisa, social e libri tradizionali. Il 31% dichiara di aver scoperto un titolo dopo aver ascoltato un podcast, e il 23% di aver acquistato in libreria un libro conosciuto su piattaforme di scrittura collaborativa.
È una generazione ibrida, meno fedele ai canali e ai formati, che però tiene vivo il legame con la narrazione e con la parola scritta.
Comparti e generi
Nell’editoria italiana, il termine varia indica tutti i titoli non scolastici, non universitari e non professionali, ovvero la parte “generale” del mercato editoriale: narrativa, saggistica di cultura e divulgazione, manualistica, libri per ragazzi, fumetti e turistica. È il comparto che alimenta il mercato trade (librerie fisiche, online, GDO).
Nel 2024 sono stati pubblicati 69.168 titoli di varia adulti e ragazzi pubblicati (esclusi scolastici e self) quindi un +0,5% rispetto al 2023. La crescita è trainata da romance, fumetti (settore in fortissima espansione: +5% sul 2023, dopo un decennio di crescita sostenuta; la fascia under 18 pesa per oltre il 40% delle vendite di graphic novel), fantasy e narrativa di genere, che consolidano la trasformazione del mercato in senso più “seriale” e popolare.
Gialli e thriller restano centrali per la narrativa di consumo. La narrativa letteraria tiene (+0,9% vs 2023), ma con un pubblico più stabile e ristretto. Si consolida il ruolo di fantasy e YA come ponte generazionale tra lettori giovani e adulti.
La narrativa (letteraria e di genere) ha raggiunto 515,2 milioni di euro di vendite.
La quota di mercato della narrativa di genere sul totale della fiction è salita dal 52% al 54% in cinque anni.
Le vendite per categoria (in milioni di euro) sono:
Genere narrativo | 2019 | 2024 | Crescita % |
Narrativa letteraria e contemporanea | 173,5 | 220,9 | +27% |
Thriller e gialli | 97,2 | 111,9 | +15% |
Romance / erotica | 22,0 | 56,3 | +156% |
Fantasy / fantascienza / horror | 22,9 | 33,1 | +44% |
Young adult | 21,9 | 31,3 | +43% |
Teatro e poesia | 14,7 | 15,1 | stabile |
Avventura | 6,9 | 4,8 | -30% |
Mitologico | 1,5 | 3,2 | +113% |
Storie vere | 1,6 | 2,4 | +50% |
Bambini e ragazzi
Il comparto ragazzi cresce del +15,2% dal 2019, con 83,6% della quota del mercato under 18 attribuita ai libri tradizionali (illustrati, narrativa, prime letture).
Crescono i fumetti per ragazzi (+349%) e la fiction young adult (+42,7%), ma si nota uno spostamento verso la varia adulti, soprattutto romance e graphic novel.
La saggistica di cultura e divulgazione
Comprende filosofia, storia, psicologia, scienze sociali, religione, arte, comunicazione, ecc.
Nel 2024:
- 16.833 titoli pubblicati (+200 rispetto al 2023);
- 252,6 milioni di euro di vendite;
- 16,7% del mercato della varia.
Ripartizione per discipline (numero di titoli pubblicati nel 2024):
- Storia: 3.083
- Religioni: 3.408
- Società, comunicazione e spettacolo: 2.099
- Scienze politiche: 1.448
- Critica e storia letteraria: 1.804
- Filosofia: 1.311
- Arte: 1.195
- Scienze sociali/antropologia: 1.068
- Linguistica: 726
- Psicologia: 691
In crescita: storia, psicologia, scienze politiche, arte.
In lieve calo: filosofia, linguistica, religione, società/comunicazione.
Manualistica
Comprende libri pratici (cucina, giardinaggio, self-help, hobby, fitness, ecc.).
Nel 2024: 6.641 titoli pubblicati, con un incremento costante negli ultimi cinque anni.
La manualistica rappresenta oggi circa 11,9% della produzione di varia (era 10,4% nel 2020).
Esclusi da questa categoria: guide turistiche, biografie e memoir.
Comparti esclusi dalla varia
Per completezza:
- Scolastica: 790 milioni di euro;
- Professionale: 557 milioni di euro (giuridico, tecnico, medico);
- Universitaria: 155 milioni di euro;
- Export: 53 milioni;
- Biblioteche pubbliche: 63 milioni di euro.
Non a caso, il numero di libri “commercialmente vivi” – reperibili e ordinabili – ha superato nel 2024 1,5 milioni di titoli, un aumento del 5% in un solo anno.
Self publishing
Il dato più interessante riguarda la crescita del self publishing, oggi pari al 16,1% della produzione complessiva (13.238 titoli cartacei e 13.500 digitali). La narrativa è il genere dominante, segno che una parte consistente dell’offerta di intrattenimento si muove ormai fuori dai circuiti editoriali tradizionali, soprattutto su piattaforme come Kindle Direct Publishing.
Box – Dentro i numeri del self publishing
Nel Rapporto AIE il segmento del self publishing include tutti i titoli a stampa pubblicati da autori indipendenti o da soggetti che operano su piattaforme di autopubblicazione.
Tuttavia, nel calcolo confluiscono anche le pubblicazioni prodotte da editori ibridi: realtà che stampano e distribuiscono grandi volumi di titoli su richiesta degli autori, offrendo servizi editoriali a pagamento ma senza assumere il rischio d’impresa.
Il motivo è tecnico: il sistema di rilevazione si basa sugli ISBN e sul catalogo dei libri in commercio. Poiché questi editori ibridi utilizzano prefissi ISBN identici o contigui a quelli dei self-publisher, il sistema non distingue automaticamente tra autore che pubblica da sé e piattaforma che pubblica per conto di autori.
Di conseguenza, la quota “self publishing” indicata nel Rapporto – pari al 16% della produzione totale nel 2024 – comprende sia il self puro sia questa ampia fascia di micro-editori di servizio che immettono sul mercato migliaia di titoli ogni anno.
Il dato, quindi, va letto come una fotografia dell’intero comparto di pubblicazione indipendente e semi-indipendente, più che come misura precisa del solo self publishing in senso stretto.
È una distinzione importante: il self publishing puro rappresenta l’autore-imprenditore che gestisce la propria opera; l’editoria ibrida, invece, è un segmento industriale che produce in larga scala, spesso con logiche da stampa su richiesta o print-on-demand, e contribuisce in modo rilevante all’aumento dei titoli ma non necessariamente alla loro circolazione effettiva.
L’AIE conferma che l’individuazione dei titoli self si basa su prefissi ISBN specifici e che “non sempre è possibile separare i titoli autopubblicati da quelli editi da piattaforme di servizio” (Rapporto Generi, formati, piattaforme, 2023).
Le principali piattaforme considerate in Italia sono KDP (Amazon), Youcanprint, StreetLib, Lulu, Ilmiolibro, Lampi di Stampa e simili, tutte dotate di ISBN propri o condivisi con l’autore.
Prezzi, costi e sostenibilità
Il prezzo medio di copertina dei libri a stampa è di 21,18 euro, in crescita del 3% rispetto al 2023 ma ancora inferiore a quello del 2010 (-1,9%).
È un segnale chiaro: i costi di produzione, carta e logistica sono aumentati, ma il prezzo al pubblico non li ha seguiti. L’editore assorbe gran parte dell’inflazione, riducendo i margini.
E mentre il mercato trade vale 1,735 miliardi, la pirateria – soprattutto universitaria – causa 188 milioni di euro di mancati ricavi, più dell’intero valore legale del comparto accademico.
E-book, audiolibri e nuovi consumi
L’e-book si conferma un formato complementare: 37.659 titoli pubblicati nel 2024, di cui il 62% anche in versione cartacea. Non cresce, ma si consolida come alternativa economica e pratica.
Gli audiolibri valgono 30 milioni di euro, in gran parte tramite abbonamenti. L’ascolto interessa il 14% della popolazione, ma mostra segni di maturità: il boom pandemico è terminato, restano gli ascoltatori fedeli.
Insieme, e-book e audio rappresentano circa il 14% del mercato complessivo: non una rivoluzione digitale, ma un’integrazione stabile.
Internazionalizzazione e autori italiani
Sul piano internazionale, il 2024 è stato un anno eccezionale. Gli 8.484 contratti di vendita di diritti segnano il secondo miglior risultato di sempre, subito dopo il 2019.
L’Europa resta il principale mercato di sbocco (5.160 contratti), seguita da Asia (1.247) e America Latina (872). A trainare sono i libri per bambini e ragazzi (3.424 titoli), la saggistica (1.709) e la narrativa (1.518). Crescono anche le opere di autori italiani, arrivate a 67.000 titoli pubblicati nel 2024, e le coedizioni internazionali (+10%).
La sfida ora è mantenere questa proiezione estera nel lungo periodo, soprattutto nei mercati anglofoni e ispanofoni.
Un futuro di lettori da creare
Il Rapporto AIE lo dice chiaramente: le due grandi sfide che attendono l’editoria italiana sono la lettura e l’internazionalizzazione. Il libro, come prodotto e come pratica culturale, deve riconquistare centralità in una società che consuma narrazioni ovunque ma legge sempre meno. Serve una politica stabile di promozione della lettura – nelle scuole, nelle biblioteche, nei media – e un impegno a lungo termine per sostenere la traduzione e l’esportazione degli autori italiani.
Perché, come scrive il presidente Innocenzo Cipolletta, “il libro continua a essere uno strumento rilevante, anche nei momenti di crisi. Ma l’editoria dovrà saper adattarsi, innovare, sperimentare, per costruire i lettori di domani”.
Il 2024, più che un anno di flessione, è stato un anno di verità: ha mostrato i limiti di un sistema che si regge su incentivi e abitudini fragili, ma anche la vitalità di un settore che continua a reinventarsi, tra pagine, schermi e voci.