Tutto parte da una app che ha sbancato promettendo di rivelarci gli ingredienti che contengono i prodotti e in base a questo darci un giudizio sulla loro qualità. Mica male? Peccato che la questione sia ben più complicata. Tanto che serve un buon libro per spiegarcela tutta e farci appassionare all’annoso tema dei cosmetici naturali.
C’entra molto il tema del greenwashing, un fenomeno di marketing piuttosto semplice: si impronta la propria comunicazione presentando le proprie attività come ecosostenibili ed ecologici, cercando di occultarne l’impatto ambientale negativo.
Altrettanto interessante è tutta la questione della Clean beauty (un esempio? Gwyneth Paltrow e la sua azienda Goop) che proporrebbe prodotti di bellezza “puliti” cioè realizzati senza ingredienti che danneggiano la salute umana… e pazienza se poi si infilano ingredienti a casaccio solo per sembrare più green!
Il punto è che capita spesso che qualcuno salti fuori dicendo che il tal prodotto contiene principi cancerogeni, velenosi, dannosi e scoppia il panico – e la rete è il posto giusto per il panico – che qualcuno se la pigli con i siliconi o che punti il dito contro un certo componente.
Alla base di tutto c’è un bias, un pregiudizio che ci induce a credere che alcune sostanze sarebbero buone e amiche – naturali – mentre altre – quelle chimiche! – sarebbero il male. A questo si aggiunge una confusione generale, anche linguistica. Per esempio: naturale, sostenibile, green e salutare no, non sono sinonimi!
Scoprirete questo e molto altro leggendo un libro gustosissimo, un concentrato di scienza, curiosità, dati e domande per nulla banali per conoscere meglio il mondo cosiddetto green. Imparerete come funziona e cosa contiene un deodorante. Investigherete su rimedi come l’olio di ricino e strani ingredienti tipo la bava di lumaca, passando per il sapone e tutta la questione legata al microbiota che pare andare piuttosto di moda. E poi chi ve li vende più i prodotti? Sarete cinture nere di bufale!