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Andrea Bajani - L'anniversario - Feltrinelli
Libri da leggere

L’anniversario – Andrea Bajani – Feltrinelli

Cosa succede quando la famiglia, che per definizione dovrebbe essere origine e rifugio, si trasforma in un teatro del dolore?

Nel romanzo L’anniversario, Andrea Bajani mette in scena la scelta più radicale e difficile: quella di rompere i legami con i propri familiari.

Se il “primo amore” è una ferita

Il conflitto è l’ombra naturale di ogni relazione autentica e in nessun altro luogo è così viscerale come all’interno della famiglia. Bajani lo sa e, con la scrittura composta di chi è sopravvissuto alle ferite, racconta con lucidità l’esperienza di una casa in cui l’aggressività è pane quotidiano e dove la figura dell’adulto accogliente è un’assenza, più che una presenza.

C’è un padre violento.
C’è una madre che guarda altrove.
C’è un figlio che cresce nella crepa tra questi due sguardi: uno feroce, l’altro cieco.

Questo è il nucleo pulsante del trauma narrato da Bajani che mette a fuoco la presa di coscienza di un figlio a partire da un gesto scomposto: la fuga.

Ma chi fugge, scappa. E chi scappa è un vinto o ha commesso una mancanza. È il figliol prodigo, la pecora nera. Fuggire porta con sé più la colpa che la redenzione.

Per questo è qualcosa che merita di essere osservato da vicino.

Guardare il passato senza soccombere

Uno dei meriti più profondi del romanzo è la capacità di restituire la complessità emotiva del processo di emancipazione. Perché rompere con la famiglia non è solo “andarsene”: è attraversare un territorio minato fatto di colpa, vergogna, rabbia e silenzi.

Chi fa terapia lo sa: guardare con lucidità le relazioni che ci hanno formati è un passo cruciale, ma devastante. Significa riconoscere che l’amore non può essere mescolato alla paura, alla sottomissione, a delle “regole della casa” tossiche che ci hanno fatto ammalare. Significa ammettere che quello amore non era.

Accettare che i nostri genitori hanno sbagliato non significa tanto terremotare il bene che – nonostante tutto –proviamo per loro, né quello che loro provavano per noi, quanto accettare il dolore che ci hanno causato. Vuol dire accettare il dolore che abbiamo vissuto. Dargli dignità.

Significa guardare le macerie nelle quali siamo cresciuti e con le quali, nonostante tutto, abbiamo costruito qualcosa. Noi.

Quando chiudere è l’unica forma di cura

Nel romanzo, la rottura dei legami familiari non è una scelta ma un’urgenza di sopravvivenza. Bajani ci ricorda che talvolta non esistono mediazioni possibili. Che alle volte non c’è abbastanza fiato nei polmoni per pronunciare la parola “riconciliazione”. Che prima toccherebbe allenare i muscoli del senso di responsabilità e accettare ciò che è stato fatto, ciò che si è fatto. Ma non tutti gli adulti hanno la forza di andare in pezzi per poi ricostruirsi.

E così la salvezza passa dal contrario della comunicazione: il silenzio della chiusura. Che non è una rinuncia ma la presa di coscienza dell’impossibilità di un dialogo.

È smettere di aspettare qualcosa che non arriverà. Interrompere un ciclo. Per potersi presentare – no, non interi! Ammaccati, ma vivi – all’appuntamento con la propria storia.

Perché leggere questo romanzo

L’anniversario è un libro che ci ricorda che non tutte le famiglie si aggiustano. Ma le persone possono riuscire a ripararsi anche fuori dal perimetro dei legami di sangue e costruire appartenenza e relazioni e affetto. Rompendo uno schema e creando il proprio.

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