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La giornata d’uno scrutatore

La noia classifica Aldo CostaIl nostro recensore atipico, © Aldo Costa, stavolta se la vede con la noia.

Italo CalvinoAl 2° posto: Estate ragazzi, final show. Non credo possiate conoscere la serata con cui si chiude Estate ragazzi a Favria, il comune in cui mi sono trasferito nel 2002. Dura un paio d’ore. I genitori seduti tra le zanzare, mentre su un palco uno sciame di animatori adolescenti ringrazia tutti. Soprattutto, gli animatori si ringraziano tra di loro e dicono che è stata una bella esperienza. E giù applausi. I bambini sono decisamente meno numerosi degli animatori e quando recitano non si sente niente, perché l’impianto di scarsa qualità distorce tutto. Ma forse è meglio così. Invece gli animatori che si ringraziano a vicenda si sentono benissimo.

Al 3° posto: Carlo Conti.

4° posto: la messa di trigesima per l’anima del cognato della vostra ex vicina di casa.

5°: un pranzo di nozze di quelli che iniziano alle 15.la-giornata-di-uno-scrutatore-Italo-Calvino

6°: un film di Lars Von Trier.

7°: una domenica ai seggi, se non c’è nemmeno una scrutatrice da baccagliare.

Ho elencato sei delle sette cose, persone, situazioni più noiose al mondo secondo me. La prima è La giornata d’uno scrutatore di Italo Calvino. Cazzo che delusione. Mi aspettavo che sublimasse la noia, chissà che mi aspettavo. Invece scrive difficile ed è tutto tortuoso, tanto che si fa fatica sia a tenere gli occhi aperti, sia ad addormentarsi. I contenuti sono belli spessi, ma incastrati nella mota, come canditi nel torrone. Un’anticipazione (tanto non lo leggerete): il nostro scrutatore ha anche una fidanzata che è lì lì per mollarlo. Fa d’un bene!

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6 comments

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tuqiri73 20/05/2015 at 11:44

Condivido, un Calvino stranamente tutt’altro che scorrevole, x quanto l’argomento chiaramente non potesse essere divertente – perciò forse a maggior ragione poteva scriverlo un po’ più “facile” – . Forse lo sentiva troppo, se non ricordo male lo scrisse ad anni di distanza dalla sua esperienza come scrutatore al Cottolengo, con i malati portati di peso a votare DC, ma evidentemente non l’aveva ancora digerito…
Mi pare di rammentare periodi lunghissimi e articolati, ma era un periodo che avevo anche parecchio sonno… 😉
Tomas

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Barbara 20/05/2015 at 12:07

7° Perchè non le è mai capitato di avere me come presidente di seggio. 😉
L’ho fatto per ben 10 anni (checchè se ne dica c’è crisi di vocazione anche in quel settore) ed ho istituito “le paste del presidente” al mattino e la “torta del segretario” tardo pomeriggio. No, non un tentativo di corruzione alla gola, quanto piuttosto il cercare di passarsi tutte quelle ore e quelle incombenze al meglio possibile (oggi diremmo “creare l’affiatamento del team”), in vista della nottata “e adesso i conti non tornano e facciamo le 4 di mattina” (che dopo 18/20 ore dentro un seggio anche le calcolatrici si rifiutano).
L’arte di preparare pacchetti solidi per la spedizione l’ho imparata lì, che quando un referendum non raggiunge il quorum e rimangono più della metà di schede validate ma non utilizzate, farcele stare nella busta 7B grande come un A3 è una magia al pari di Houdini.
Comunque bei tempi, quanti ricordi.
In un paese piccolo come quello, il seggio era pure l’occasione per vedersi tutti, fare la conta, nuove nascite, piccole famiglie crescono, annunci di matrimoni, e qualche separazione, e quelli che quest’anno non sarebbero tornati, nemmeno con l’aiuto della badante. Tutto un referendum a discutere col maresciallo di guardia sui termini della legittima difesa in Italia, che poi concluse dicendomi: sono contento che non hai il porto d’armi, però dovevi fare l’avvocato. Quella volta che c’era talmente tanta gente che dovemmo cenare tutti in seggio, con pizza a turno nascosta dentro la cabina numero 4 (e non macchiarmi le schede di olio!!) E quell’altra che il maresciallo se ne scappò fuori armato per il gran botto fatto da un vecchietto alticcio, che alla guida del suv rubato al figlio aveva fatto strage di auto in parcheggio, compresa la panda del maresciallo (l’appuntato poi vide bene di togliergli la pistola…)
Ma poi…si useranno ancora le fette di salame nostrano dentro le schede? Una domenica intera a guardarci tutti con sospetto, che suvvia ragazzi, una doccia veloce ve la potevate fare, per poi scoprire che era l’insaccato sigillato dentro l’urna a dispensare cotal profumo.

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Chiara Beretta Mazzotta 20/05/2015 at 12:28

Barbara, questo commento vince tutto! Davvero grazie 😉

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Aldo 20/05/2015 at 13:26

🙂 🙂 🙂 Non dieci volte, ma 5 o 6 l’ho fatto anche io il Presidente di seggio, la prima a 18 anni appena compiuti. Che incoscienti a nominarmi. Ma non mi ero annoiato, anzi, ricordo solo grandi risate. Mi ricordo che mi sentivo figo nell’assolvere il dovere. Adesso invece, quando vado votare, vedo nei componenti il seggio un piccolo gruppo di sfigati. O sono cambiati i tempi o è questione di punti di vista.

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Barbara 20/05/2015 at 14:14

Anch’io ho ricevuto la nomina giovane, mi pare ai 21, cioè appena iscritta all’albo dei volontari. Ero anche il primo presidente donna. E bionda.
Giovane. Donna. Bionda.
Un incauto rappresentante di lista si è presentato con un perentorio “Chi è il presidente qua?” come a voler mettere i puntini sulle i, ma anche su tutto il resto del’alfabeto. Non so chi credesse di trovare. Ma per l’intera scuola vuota del sabato è rimbombato un tonante “Io. Ci sono problemi?” Credo abbia poi rimesso i clichè velocemente nel taschino, per cambiare tono di conversazione. 😉

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Barbara 20/05/2015 at 14:19

…non so come siano i seggi ora. Vado sempre ad orario pranzo e sono tutti assonnati. Mi hanno contattato l’altro giorno perchè non riuscivano a trovare un segretario. A quanto pare i giovani latitano questi impegni. Il compenso non è un granchè, soprattutto per segretario e presidente che hanno la responsabilità dei verbali, però è comunque un’esperienza formativa. Poi gli stessi che rifiutano sono quelli che lamentano che al seggio ci sono sempre le stesse facce.

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