È il 5 maggio 1983. Un bambino di sette anni avvicina un uomo, tra le mani nasconde un uccellino. L’uomo gli dice che deve portarlo dal dottore e gli chiede aiuto: deve guidare e non potrebbe tenerlo al sicuro tra le sue mani. Il bambino accetta di accompagnarlo e sale sulla sua auto. E sparisce.
Sul bordo di asfalto, tra una cartina schiacciata del Buondì, due mozziconi anneriti e un impavido dente di leone, restava una paperella di gomma.
Remo Polimanti fa ritorno a casa solo due giorni dopo. È pulito, indossa abiti nuovi, le scarpe con la linguetta imbottita e ha con sé un pupazzo di He-Man. Non gli hanno torto un capello. Sta benissimo. Racconta di un uomo gentile che gli ha fatto vedere un pezzo di carta in cui c’è il permesso di papà e mamma di andare in gita con il signore. E così fa. e trascorre due giorni meravigliosi, giocando, ascoltando storie e andando al cinema.
Al momento di salutarlo il rapitore aveva pianto. E poi quella frase: «Non ti preoccupare, da adesso le cose andranno meglio».
È il 9 ottobre del 2015 e Remo sta andando a prendere sua figlia Greta a scuola. Tra i genitori è sempre il primo ad arrivare, ci tiene, anche se crede che in realtà sua figlia non ci badi affatto. Quando si trova di fronte alla maestra e le chiede come sta sua figlia – una domanda di rito – la donna appare in evidente imbarazzo, perché la bambina a scuola oggi non è mai entrata.
Da subito furono colpe. Nora che aveva lasciato Greta poco oltre il cancello perché aveva Jacopo in macchina da portare al nido entro mezz’ora. Non lo faceva ogni mattina, lo aveva spiegato alla polizia, ma era già capitato, non era grave. Greta aveva cinque anni, era nei grandi, era capace di mettere le sue cose nell’armadietto, il grembiulino lo indossava già a casa. Era vero, non era rimasta a guardarla entrare.
La memoria corre subito all’esperienza vissuta da bambino più di trent’anni prima. Remo non è stato l’unico a sparire così, ad allontanarsi di casa per qualche giorno e a tornare, illeso, raccontando di essere stato in compagnia di un uomo bellissimo che lo ha riempito di regali. Sono tanti i bambini a cui è successo.
Solo che quando sua figlia Greta tornerà a casa lo farà da morta e sarà solo la prima. Questi bambini hanno qualcosa in comune, oltre all’orrore che li aspetta: sono i figli di quelli che sono stati rapiti anni prima e che ancora una volta, anche se in modo diverso, sono stati scelti. Perché? lo scoprirete. E in caso non lo sapeste ancora: Paola Barbato è magistrale (siamo un po’ orgogliosi dei “nostri” talenti!).