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Irene Paganucci – Di questo legno storto che sono io

Di questo legno storto che sono io di Irene Paganucci sono i versi scelti per “DiVersi, solo le cose inutili sono poetiche” di Elisabetta Bucciarelli che stavolta ci sussurra alle orecchie interrogativi e piccole scoperte. 

Irene Paganucci - Di questo legno storto che sono io Marco Saya Edizioni
Autore: Irene Paganucci
Casa editrice: Marco Saya Edizioni
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Quando mi guardi, sai, mi piacerebbe
che gli occhi tuoi attenti
facessero come fanno due occhi
che leggono: da sinistra a destra
da destra a sinistra
che mi leggessi, sai, mi piacerebbe.

Quali sono i luoghi che sanno trasformare il tempo? E i movimenti del legno che ci ricordano chi siamo? Le spalle che aspettano sono spesso il ricordo che abbiamo degli altri. E i segni che portiamo sul corpo le geografie dei nostri dolori.

Irene Paganucci lascia dispersi, tra le sue poche pagine, interrogativi da tenere nelle tasche o chiusi nei pugni, e piccole scoperte sussurrate d’improvviso, come fanno le madri nelle orecchie dei piccoli.

Proviamo a immaginare come sarebbe bello essere finalmente letti con attenzione. Da chi amiamo, da chi vorremmo essere amati. Non sorvolati dagli occhi distratti, ma guardati, poi visti e forse compresi come si fa con le parole di un libro. Ci piacerebbe, credo.

Il libro di Irene Paganucci, l’ho acquistato direttamente dall’editore Marco Saya.

Irene Paganucci è nata a Castelnuovo di Garfagnana il 27 ottobre 1988. Vive a Lucca e si è laureata a Pisa nel 2012 in Scienze Politiche con una tesi sul ruolo della poesia araba nelle rivoluzioni del 2010/2011 in Nord Africa.

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