Book Pride è la fiera nazionale dell’editoria indipendente, torna a Milano il 23, 24, 25 marzo a Base e al Mudec. Di cosa si tratta e a quali appuntamenti non mancare?
Book Pride è arrivata alla sua quarta edizione e da domani fino al 25 marzo si propone di accogliere i lettori appassionati e curiosi. La fiera dell’editoria indie è promossa e organizzata da Odei (l’Osservatorio degli editori indipendenti), l’associazione nata con l’obiettivo di dare voce e rappresentanza all’editoria indipendente.
Non certo un compito facile perché si tratta di accogliere e rappresentare un panorama piuttosto vasto. Con la parola “indie” ci riferiamo infatti al 30/40 per cento del settore editoriale: un contenitore ricco e variegato che accoglie editori piccoli, piccolissimi ma anche case editrici medie e medio-grandi. Indipendenti da chi quindi? Dai grandi gruppi, dalle banche che finanziano, dalle regole (malate) della distribuzione?
Di certo negli ultimi anni l’editoria indie è passata dall’essere una nicchia con potenziale a una protagonista della filiera sinonimo di qualità. Qualità perseguita attraverso scelte di campo ben precise: promozione della lettura, bibliodiversità, attività di ricerca e scouting.
Ed ecco che la parola “indie” è diventata di moda e quando questo succede perseguire la qualità si fa ancora più difficile e al contempo necessario. Se abitui bene il lettore, se le aspettative sono alte devi continuare a possedere una forte identità e a garantire questa esperienza di lettura e fruizione (e dialogo, perché tra lettore ed editore deve esserci un dialogo).
L’organizzazione di una fiera come Book Pride è però soprattutto un discorso. Un discorso degli umani agli umani. Dei viventi ai viventi. Un succedersi di parole a volte piene e robuste, a volte fragili e perdute. Un discorso che trova nel lavoro editoriale e nella cosa libro la sua sintesi e il suo modello. Perché di fatto Book Pride è un editore di editori, un macrotesto composto dai cataloghi di ogni singola casa editrice presente in fiera. Qualcosa a cui si prova a dare forma e sostanza con la stessa cura – che è logica, intuizione, delicatezza, radicalità – che un editore dedica alla realizzazione di un suo libro. Per questo il nostro desiderio è che si possa stare dentro Book Pride con la stessa attitudine – che è concentrazione sospensione euforia – di quando leggiamo un libro.
Giorgio Vasta
Quest’anno il direttore creativo di Book Pride è Giorgio Vasta e le aspettative volano alte. Vasta ha scelto come tema dell’edizione Tutti i Viventi e, in effetti, l’editoria indie è un ecosistema vivo, vivissimo ma delicato: perché è fatto di elementi che si influenzano gli uni con gli altri, perché fare scelte di qualità e perseguire la sostenibilità di un progetto editoriale possono essere attività in conflitto. O forse no.
Il programma di Book Pride 2018
Cosa scegliere tra i tanti appuntamenti che si terranno a Base, al Mudec e continueranno in alcune librerie della città? Ecco una piccola selezione di incontri da non perdere.