Le nostre vite sono costellate di inciampi, piccoli e grandi. Sono un piccolo universo di problemi. Lo sanno bene i narratori che questi problemi li vanno a cercare perché senza di essi non ci sarebbe storia, n’è trama.
E il gioco narrativo è vedere come i protagonisti delle proprie storie se la cavano di fronte a questi guai, come reagiscono, come non reagiscono. Ciò che imparano, se cambiano e come, ma soprattutto, sbirciare il loro sguardo sul mondo.
Amy Hempel ci regala una serie di frammenti di esperienze e di vite, è come parlare con qualcuno che ci racconta tutta una serie di aneddoti di persone a noi sconosciute, persone normali alle prese con fatti normali. Persone che scopriamo impegnate ad affrontare i propri guai. Guai che è sempre possibile, se non risolvere, di sicuro affrontare perché c’è sempre qualcosa d’altro nelle vite i questi esseri umani, una riserva, una piccola valvola di sfogo, un successo qualcosa che gli permette di far pari con i guai.
Ci sono autori che si ingegnano su come dirti le cose e autori che invece fanno di tutto per fartele capire senza dirtele, c’è chi mette e c’è chi toglie. La Hempel toglie. Talvolta toglie anche gli attacchi dei suoi racconti, tant’è che al lettore sembra di origliare una conversazione già iniziata.
Avete 48 ottime ragioni per leggerlo – perché 48 sono i racconti che compongono questa raccolta – e scoprirete svariate (e ironiche) ragioni per sopravvivere e anche una notevole serie di trucchi per vivere, meglio.