In editoria, non basta avere una storia e “saper scrivere” (e poi dovremmo anche metterci d’accordo su cosa significhi “saper scrivere”…). Serve un’idea che stia in piedi da sola, che abbia un’identità riconoscibile e che sappia farsi ricordare.
Perché prima ancora di arrivare al lettore, quell’idea dovrà passare attraverso molte mani e dovrà convincere svariate persone.
Un’idea forte?
Quando diciamo che un libro deve avere “un’idea forte”, non intendiamo una trama clamorosa o un colpo di scena geniale (per carità, se ci sono, evviva!). Intendiamo:
- un nucleo tematico solido
- un punto di vista nitido
- una voce autoriale che si distingue
- un posizionamento nel mercato
I primi due punti a mio avviso sono indispensabili. Il terzo punto, saper dire in modo nuovo, è raro ma saper mostrare le cose in modo sorprendente a mio avviso lo è ancora di più. Per il quarto: un autore quando scrive, spesso, non sa cosa sta facendo. Ma dovrà capirlo nelle fasi successive e dovrà essere certo che sia chiaro anche per il lettore (professionale e non).
Ci sono libri clamorosi che non somigliano a niente altro e regalano “momenti di gloria” a chi li scova e ne intuisce il valore. Tutto il resto assomiglia a qualcosa d’altro ed è un bene, perché così è possibile collocarlo sul mercato, cioè nello scaffale di una libreria o in una categoria di un e-commerce.
Questi sono alcuni gli aspetti che vengono valutati da chi legge e decide le sorti di un dattiloscritto.
Il percorso a ostacoli di un manoscritto
Spesso il viaggio di una storia inizia da un agente/scout (o, prima ancora, da un editor freelance o da una scuola di scrittura). È il primo che legge e valuta. Qui l’idea deve accendere una scintilla. Perché, se non convince, il testo si ferma e non viene proposto a nessuno. Quale scintilla? “Funziona, ha un’identità, so dove potrebbe andare.”
Il secondo passaggio è l’editor della casa editrice. Se arriva su un tavolo interno, l’editor la legge con una doppia lente: qualità e vendibilità. Deve prima di tutto poterla “vendere dentro” alla redazione. Perché l’editor spesso è “senza portafoglio”: significa che non può acquistare i diritti di un testo in autonomia. Deve convincere il responsabile commerciale, spesso con dati, previsioni, posizionamento. L’idea deve insomma essere semplificabile e comunicabile in pochi secondi.
“È un romanzo di formazione femminile ambientato nella Calabria degli anni 90…”
Di solito l’editor non legge da solo ma – soprattutto nelle case editrici più blasonate – vengono effettuate diverse letture interne, cioè si chiede il parere a uno o più lettori editoriali che valutano e schedano la proposta.
E poi c’è il reparto marketing/commerciale. Chi prende le decisioni, spesso, non ha letto il testo se lo fa “vendere” e raccontare. E qui si ragiona per fasce, target, collane, numeri. Si valuta a chi si rivolge il testo, dove si posiziona, se ha elementi comunicabili. Ha una cover immaginabile? Si presta a un claim forte? Il titolo è efficace? L’autore ha visibilità? Non è (solo) questione di gusto, ma di posizionamento.
Un’idea che cammina da sola
Serve un’idea chiara e la chiarezza non è semplificazione. Non si parla di libri facili ma di libri dotati di un perché narrativo forte (perché questa storia, adesso?) che possiedono un’intenzione autoriale chiara (che cosa voglio che il lettore senta, capisca, si porti via?) e magari anche una voce riconoscibile (per tono, stile, struttura, sguardo sul mondo).
In un panorama editoriale ipercompetitivo, dove ogni giorno arrivano decine di proposte, l’idea forte è quella che deve:
- parlare chiaro a chi la riceve
- reggere il passaparola interno
- farsi riassumere senza perdere identità
- lasciare un’impronta riconoscibile
Cosa stai scrivendo?
Se stai scrivendo un romanzo, chiediti:
- cosa sto dicendo davvero?
- Perché sto scrivendo quella storia (o quel saggio), quel personaggio, quel tema proprio io?
- Perché adesso?
- In che scaffale mi immagino? Accanto a chi?
È ciò che rende il testo riconoscibile e posizionabile deve risuonare chiaramente già nel pitch, nel titolo, nella sinossi, nel primo capitolo. Se non sai di cosa si tratta… devi provare a capirlo, scavare affinché emerga dal tuo lavoro e trasmetterlo meglio.
P.S. Nel pezzo si parla di libri che gareggiano la normale competizione per arrivare al “visto si stampi”, libri che se la giocano per le proprie qualità e caratteristiche. Ci sono poi altri argomenti che possono essere decisivi: la fama o il posizionamento dell’autore, grandi numeri sui social, conoscenze e “sponsor” vari. Poi c’è anche chi paga, ovvio.

