Tornano i consigli da leggere di Tutto Esaurito su Radio 105. Questa settimana: Il museo delle penultime cose di Massimiliano Boni, Perdutamente di Ida Amlesú e L’innamorato di Rebecca Dautremer.
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►VOLTAPAGINA
Il museo delle penultime cose, Massimiliano Boni, 66thand2nd, p. 376 (17,50 euro) ebook 2,99 euro
Il 27 gennaio sarà il Giorno della Memoria, inutile dire che – a parte l’importanza di ufficializzare un momento comune di riflessione – si deve ricordare sempre. Per questo vi racconto questa storia oggi. Ci parla Pacifico, sposato con Ester, padre. È uno studioso e lavora per il museo della Shoah di Roma. Ed è alle prese con l’allestimento di una mostra – c’è pure qualche intoppo, l’allestimento è in ritardo – sugli ultimi superstiti ai campi di concentramento.
Lo sa bene lui che ha raccolto una infinità di dati sul numero dei morti, pure quelli di cui non si sa nulla, sempre che si possa parlare di “dati” in questo senso… però ecco la sorpresa. Una sorpresa che ha un nome e un cognome: Attilio Amati, anni 98.
Attilio che vive in una casa di riposo e ha un carattere tutt’alto che malleabile sarebbe l’ultimo sopravvissuto alla Shoah. Possibile? Pacifico non è convinto, è uno studioso e quel nome non risulta da alcuna parte. Ma Attilio Amati esiste ed esiste pure la sua storia dolorosa, spaventosa. Come lo sono tutte quelle di chi ha visto, di chi c’è stato, di chi con la propria vita e morte testimonia una parte di storia vergognosa, e proprio per questo abbiamo il dovere di non dimenticarla. È forse l’unica forma di rispetto per le vittime, non una posa ma un gesto concreto.
► DA GUSTARE
Perdutamente, Ida Amlesú, Nottetempo, p. 133 (12 euro)
“Avevo i capelli rossi, ero bassa e grassa. Ma durò poco. Assunsi presto il mio aspetto – capelli grigio topo, magrezza spettrale. (…) disegnavo spesso cose spaventose, non per esorcizzare le mie paure, perché continuavo ad averne sempre e di tutto, quanto per dare loro un volto amichevole…”
Non sappiamo come si chiami questa donna che si racconta, sappiamo però che porta il nome di sua madre, un nome banale, ordinario “come una parola ripetuta troppe volte – ed ero in effetti ripetuta troppe volte, perché evitavo con cura di voltarmi quando mi chiamavano”. Condivide con noi la sua storia questa donna. I suoi ricordi, il padre, le cose che fanno parte della sua vita – mollette, libri, mostri… – frammenti di infanzia, di adolescenza, briciole di crescita e scoperta.
Non è un romanzo di formazione ma è la mappa della ricerca di un mondo al di fuori di noi, della ricerca della prova che ne esista uno. Qualcosa che ci faccia sentire meno soli. Alle volte succede anche con le parole di un libro che non ha bisogno di una trama forte per farsi leggere ed è per questo che è un esordio da tenere d’occhio.
► BELLISSIMI
L’innamorato, Rebecca Dautremer, traduzione di Clarissa Britannici, Rizzoli, p. 36 (14,90 euro)
Marcella, una super esaurita lettrice, mi ha chiesto un libro per i più piccini settimana scorsa ed eccolo qui! Perché leggere una storia a un bambino è una esperienza speciale. Voi racconterete la storia e lui/lei vi racconterà la sua. Perché ciò che accade sulla carta ricorda ai più piccoli cosa capita a loro nella vita vera. Leggere un libro ad alta voce è un modo per scoprirsi e scoprire.
In questa storia Ernest è un bambino piuttosto fastidioso infatti fa sempre i dispetti a Salomè. Ed ecco che la mamma dice alla bambina una cosa “strana”: e se Ernest fosse innamorato? Be’ mica è facile a sapersi! Soprattutto se non si sa che cosa sia un innamorato. Ed ecco che Salomè parla con i suoi compagni e ognuno ha una opinione ben precisa sull’amore.
Ma se l’amore è perdere la testa, un colpo di fulmine e fa venire il batticuore sembra una cosa piuttosto pericolosa… E quanti bisogna essere per essere innamorati? E per quanto dura l’amore? Sorriderete ma dopo averlo letto, invece di riporlo nella libreria dei vostri figli lo metterete nella vostra: perché forse non è ai bambini che va spiegato l’amore, loro sembrano saperlo molto meglio di noi. (Applausi ai disegni, meravigliosi e poetici quanto lo sono i testi).
#CITACIONE
Il 21 gennaio 1950 moriva Eric Arthur Blair alias George Orwell e le parole della settimana sono le sue: “Per vedere cosa c’è sotto il proprio naso occorre un grande sforzo”.
Se hai un libro da consigliarmi, scrivimi! E raccontami perché è speciale e se pensi che sia un Voltapagina, un Libro da Gustare o un Bellissimo.