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Come impaginare il testo e fare bella figura con editori e agenti?
Per chi scrive

Come impaginare il testo e fare bella figura?

Come impaginare il testo? Che aspetto dare al proprio dattiloscritto? Che file inviare agli editori? Nel tortuoso cammino che un autore deve compiere per farsi leggere (e, si spera, scegliere) presentare al meglio il testo è una tappa fondamentale.

Come devo impaginare il testo è una delle domande che ricevo più spesso (ma la sinossi vince sempre!). Perché molti autori non hanno idea di come impostare e formattare il dattiloscritto né di quale file inviare agli editori e agli agenti.

Che tipo di file inviare?

Alla seconda domanda rispondo subito: dipende da ciò che chiede l’interlocutore! E se non chiede alcunché? Direi che il pdf è un formato elegante (ma occhio non protegge il contenuto in alcun modo!).

E veniamo alla prima domanda: come impaginare il testo? Ricevendo una notevole quantità di testi in Agenzia, so bene che le idee sono parecchio confuse. Dattiloscritti in Courier New (font che va bene solo per le sceneggiature, ed è molto scomodo da leggere), di colori improbabili (si usa solo il nero!) con copertine arrangiate (un dattiloscritto non ha bisogno di una cover)…

Vediamo allora alcuni parametri che potrebbero fare al caso vostro.

Margini, font… cosa non dimenticare per impaginare il testo

Tanto per cominciare non parliamo di bozza perché la bozza è un testo editato, revisionato e impaginato pronto per essere stampato. Qui di strada da fare ce n’è ancora un po’.

Secondo suggerimento: non mandate mai il testo suddiviso in capitoli! Il povero “ricevente” si trova millemila allegati e per leggere dovrebbe fare uno slalom tra i capitoli. E uso il condizionale perché no, non lo farà! Se è gentile, chiederà il testo completo; se non lo è, cestinerà la mail. Un unico file va benone, garantisco. Non sfidate la sorte.

Scegliete un font leggibile. I gusti sono gusti ma ci sono dei “caratteri creativi” che eviterei (non siate creativi, siate chiari). E se non volete che un grafico schiatti, evitate il Comic Sans e altri oltraggi al gusto. Arial, Times, Calibri, Garamond, Georgia… davvero, potete scegliere tra tante opzioni.

Siccome non dovete accecare il vostro lettore, per la dimensione carattere meglio scegliere un 14 o 12. Sull’interlinea si può discutere di più, l’unico alert è: evitare che le parole si mischino, quindi non stringere troppo lo spazio tra le righe. Ma non lo dilatate neppure troppo, altrimenti le parole galleggiano nel vuoto.

Non risicate sui margini (3 a destra e a sinistra, sopra e sotto potete fare anche 4 o 5). Editor e addetti ai lavori li usano come spazio prezioso per segnarci le note. Ma non lasciate una colonnina di testo striminzita nel mezzo divorata dal vuoto dei margini.

Nel dattiloscritto non dimenticate i rientri e i numeri di pagina

Siccome gli a capo spesso non si notano, se tutto il testo è giustificato e deve esserlo, usate i rientri ma con parsimonia (0,25 o 0,5). Gli a capo servono, danno “aria alla pagina” e segnalano qualcosa al lettore: “Guarda che l’azione di prima è terminata o sto cambiando argomento”.

Del colore abbiamo già detto, giusto? Nero. Nero e ancora nero. Indimenticabile un autore che mandò un file con tutti i dialoghi di colori diversi a seconda del parlante, così da distinguerli… L’intenzione era buona, per carità, ma il guaio è che non dovrebbe servire il colore, si dovrebbe capire chi parla perché la caratterizzazione dei personaggi e il montaggio dei dialoghi sono stati fatti a dovere.

Non scordate neppure i numeri di pagina. C’è chi legge a video e quindi può tenerli comunque sotto controllo, anche se non presenti nel dattiloscritto. Ma per i valorosi che ancora stampano il testo sono indispensabili: se per qualche motivo il manoscritto scivola, si scompagina… tocca ristampare tutto!

Ci sono, è chiaro, molte possibilità di variare l’aspetto di un dattiloscritto ciò che conta è la chiarezza e la fruibilità del contenuto. Dettagli che invogliano la lettura e favoriscono la concentrazione. Come sempre, il suggerimento è di mettervi nei panni di chi legge. È il vostro interlocutore e ogni scelta deve tenerne conto.

 

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