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Consigli da leggere # 13

VOLTAPAGINA
Una stagione di felicità inattesa, Laura Munson, traduzione di Raffaella Patriarca, Dalai editore, p. 352

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Laura è sposata con il ragazzo conosciuto a una festa all’università. Due figli, un maschio e una femmina, di otto e dodici anni e un ventennio trascorso insieme. Finché un giorno lui le confessa un dubbio, atroce: non solo teme di non amarla più, forse, non l’ha neppure mai amata. E Laura ti stupisce fin dalle prime pagine perché non si fa prendere dal panico, non cede alla disperazione, non si fa trascinare dalla rabbia. Cerca di capire, che è un percorso doloroso perché richiede la capacità di fare un passo indietro. Una distanza che le consente di osservare se stessa e la propria storia, ma le permette anche di lasciare il marito libero di vivere questo momento di crisi senza minacce, senza recriminazioni. Ecco un romanzo autobiografico che sorprende per la lucidità – e l’autocontrollo – con cui l’autrice ripercorre la propria storia e si racconta al lettore. Per chi crede che non si debba mai avere paura dei sentimenti, neppure del dolore.

DA GUSTARE
Il cameriere di Borges, Fabio Bussotti, Perdisapop, p. 291

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Un anziano e sconosciuto signore, un certo Vincenzo Binetti, prima di partire per Palermo in visita alla sorella, lascia al vicino, il commissario Flavio Bertone, le chiavi di casa e una busta. Busta che però viene rubata. Fatto non da poco, visto che l’anziano signore sparisce nel nulla. Il commissario cerca di capirci qualcosa e quel poco che emerge pare legato a un certo Evaristo Torriani. Ricercatissimo dai servizi segreti, ladro, collaboratore del regime militare di Videla, amico di Che Guevara e pure di Allende prima del golpe di Pinochet… ma la cosa più curiosa è che sarebbe stato persino il cameriere personale di Jorge Luis Borges e dal grande scrittore avrebbe ricevuto un manoscritto inedito. Cosa contiene il testo? E la busta rubata? Chi è davvero Torriani e cosa c’entra con Binetti? A Bertone toccherà volare in Argentina, a Buenos Aires, per scoprirlo. Una trama ben congeniata, un avvincente romanzo di spionaggio con personaggi tondi e veri a partire dal commissario, in perfetto e umano equilibrio tra l’eroe e l’antieroe. Per gli amanti di Borges e dei racconti cinematografici.

BELLISSIMI
Storia di un oblio, Laurent Mauivigner, tradizione di Yasmina Melaouah, Feltrinelli, p. 58

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Ci parla per 58 pagine la voce del narratore e lo fa tutto d’un fiato, con un lungo serpentone di parole che si snoda senza soluzione di continuità. Un monologo, affilato, che affronta un fatto di cronaca e tratta il tema della violenza quotidiana, quella cui siamo sottoposti giorno dopo giorno. Ci racconta di un uomo che entra in un supermercato e ruba una lattina di birra. Errore, certo, che però paga molto caro. I quattro uomini della sicurezza, infatti, lo scoprono e, dopo averlo trascinano nel magazzino, gli danno una lezione. Peccato che la lezione significhi ammazzarlo di botte. Difficile trattare un tema così senza scivolare nella trappola della scrittura moralista e scontata. Difficile ma non per Laurent Mauivigner che cerca di mettere a fuoco l’oblio di quattro persone, quattro menti che abbandonano la ragione a caccia di emozioni, nel tentativo di liberarsi dalla propria patetica esistenza. Una storia che è come una piccola dose di cianuro: non ammazza, anzi, rende più digeribile il veleno e permette di capire meglio chi ce lo somministra. Perfetto per chi vuole fare a pugni con l’assurdo.

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4 comments

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lorenzomarone 12/03/2012 at 19:06

grazie mille per i buoni consigli mi interessa soprattutto l’ultimo…

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Chiara Beretta Mazzotta 12/03/2012 at 19:35

Ciao, Lorenzo, grazie a te! Fammi sapere, se lo leggerai, che te ne pare. Io sono rimasta colpita (e affondata). A presto!

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Simona 13/03/2012 at 08:17

Ciao Chiara, mi incuriosisce parecchio Una stagione di felicità inattesa!! Viste e sentite tutte le storie dei giorni d’oggi, trovare una donna che affronta così delicatamente la situazione è raro!! Grazie, a presto

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Chiara Beretta Mazzotta 13/03/2012 at 09:16

In effetti, all’inizio rimani un tantino sbalordita dalla sua reazione, Simona. Poi però capisci che non è una posa… direi un punto di vista nuovo, sì. A presto e buona lettura!

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