E il nostro recensore atipico, Aldo Costa, ci racconta qualcosa de L’ufficiale e la spia di Robert Harris… senza svelarci alcunché!
Iniziare un libro senza leggere nemmeno l’aletta di copertina è un segno di grande fiducia verso l’autore. È come dire “A te la do perché già altre volte te l’ho data e mi sono sempre trovata bene”.
Robert Harris per me non è stato certo il primo e non sarà l’ultimo. È però quello a cui la do a occhi chiusi. Sa come interessarmi, come sedurmi e come prendermi. Fa durare i preliminari fin dove basta e non si risparmia. Mi fa cambiare posizione rispetto ai personaggi man mano che leggo, si muove con agilità nell’intreccio e sa anche come concludere. È il mio scrittore inglese preferito. Di lui ho letto tutto tutto, persino un po’ di saggistica (I diari di Hitler). L’ufficiale e la spia fa parte della sua produzione “storica” con la quale ripercorre, romanzando quanto basta, eventi del passato. Lo ha fatto con Pompei, poi con Cicerone (Imperium e Conspirata), lo ha fatto ora con il caso Dreyfus, la presunta spia dei tedeschi nell’esercito francese a fine Ottocento.
Ecco il valore della fiducia: se avessi saputo che si trattava di un romanzo che ripercorre la storia dell’affaire Dreyfus avrei storto il naso e lo avrei messo da parte per un po’. È un periodo in cui ho voglia di farmi storie nuove.
Invece, non sapendo nulla, l’ho preso. E lui ha preso me.
L’ufficiale e la spia, Robert Harris, traduzione di Giuseppe Costigliola, Mondadori, p. 437 (19 euro) anche in ebook
4 comments
Anch’io ho autori a cui la do a occhi chiusi e difficilmente mi deludono. Ciao Aldo!
Ecco… mhm… come drlo… nel mio piccolo sarei un autore… 🙂
Ahahahahahahaha ma sei veramente diabolico!
Anch’io, vedi che la cosa è reciproca (cit.)
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