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I personaggi: essi vivono?
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I personaggi: essi vivono?

Scrivere buoni personaggi è come avere ottime idee. Raro. Ma ci si può allenare a far nascere persone interessanti e contradditorie non solo leggendo ma anche ascoltando i consigli degli scrittori. 

Teste parlanti. Marionette. Gente che blatera e pare preda di una possessione demoniaca. Contenitori vuoti. Incongruenti. Privi di motivazioni… Più semplicemente personaggi (deficitari) e non persone.

E sono guai, visto che toccherebbe proprio a loro animare, cioè rendere viva ed empatica, la vostra storia. Senza personaggi, una trama smette di essere credibile, godibile. Di esistere.

Personaggi o veline?

Lo avrete sentito spesso il termine “personaggi piatti” bidimensionali. Parliamo di creature che piombano sulla pagina e paiono sprovviste di una vita. Non hanno un passato e hanno un presente nebuloso o che, spesso, si limita a uno spicchio della loro esistenza. Ed ecco il commissario che non è altro che le sue indagini, la madre che pare reclusa nel suo ruolo…

Ma ci sono anche quelli che fanno cose a caso e che paiono non lavorare mai. Quindi sono del tutto sprovvisti di una quotidianità che dia corpo alla loro esistenza.

Ci sono personaggi che non desiderano nulla e non temono alcunché. E come è possibile? Si può essere in una fase di stasi, certo, ma questo va mostrato a dovere. Perché di solito una persona vive e si muove nel mondo animata proprio da forze che la spingono in una direzione e la allontanano da un’altra.

E, soprattutto, un personaggio caratterizzato a dovere pensa in modo credibile e parla in modo credibile. Se no è solo un burattino che ripete a vanvera ciò che il narratore gli mette in bocca.

Imparare di più sui personaggi

Ci sono manuali di scrittura che regalano consigli su consigli e non voglio perciò peggiorare la situazione (ma se potete non perdetevi Le ferite dell’eroe di Giovanni Covini). Se posso, però, vi suggerisco di dare un’occhiata alla foto del post: è un comodo specchietto per verificare la coerenza emotiva dei vostri personaggi, eroi e non.

Se cercate più parole di conforto e non disdegnate gli esempi chiarificatori, potete leggervi con attenzione Scrivila ancora Sam, il corso di  scrittura narrativa dello sceneggiatore Fabio Bonifacci. Corso eccezionale per almeno tre motivi:

  1. per leggerlo basta un click, perché si trova in rete.
  2. Serve per davvero (ed è pure spassoso).
  3. È gratis.

Lo so, questa sì che è una chiusa a effetto.

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4 comments

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sandraellery 24/07/2014 at 21:51

Ohhh che bella la stele di rosetta dei sentimenti! “Non sempre ciò che è gratis fa schifo” (cit.) da un film abbastanza commerciale, di cui manco ricordo il titolo, però la frase mi colpì ed è rimasta impressa. Grazie!

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Steve 25/07/2014 at 16:19

Cito testuali parole (scritte)…”Spesso partono comunque da un personaggio che gli somiglia (il classico essere tra i 25 e i 30, eccetera) ma lo inseriscono in un gorgo di eventi stratosferici che, per il loro carattere eccessivo, risultano privi di ogni reale tensione emotiva. Siccome la realtà non offre abbastanza appigli, i “forzati della storia” attingono dal supermarket cinematografico e dagli aspetti più pulp dell’attualità. Così il protagonista incontra spietati mafiosi dandy, macellai che trafficano in organi, poliziotti che praticano magia occulta, direttori di banca iscritti all’ordine dei templari, serial killer non vedenti, eccetera, eccetera, in un crescendo abbacinante che dovrebbe inchiodare il lettore alle pagine. Invece il lettore sbadiglia perchè questa storia è piena di figure poco credibili che paiono lanciate col paracadute dal cielo dall’immaginario collettivo per atterrare in un punto o l’altro del racconto a seconda di dove tira il vento, senza necessità.

Ecco dunque i prototipi estremi di due errori molto diffusi. In uno c’è un giovane incerto a cui accadono fatterelli insignificanti. Nell’altro c’è un giovane incerto che combatte contro l’immaginario cinematografico e una caricatura dell’attualità. La diagnosi è la stessa, sempre quella, sempre ovvia: nessuno dei due aveva una storia da raccontare.”

lo dice Fabio Bonifacci e’ un numero 1; lo scrive (ok si un po’ peggio) Steve commentando i vincitori di Tramando e’ un cretino
Vostro onore non ho nient’altro da aggiungere

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Chiara Beretta Mazzotta 25/07/2014 at 18:35

Ah, la chiusa è rassicurante! 😉

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Grazia Lodigiani 26/07/2014 at 21:44

Questo corso è on line da tanto, l’ho fatto un paio di anni fa con grande soddisfazione.
Che bello che sia ancora disponibile, di solito le cose belle spariscono in fretta 🙂
G.

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