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Non avevo capito niente – Diego De Silva

Il nostro recensore atipico, © Aldo Costa, stavolta se la vede con la pianificazione culturale… e con Non avevo capito niente di Diego De Silva.

Sapete come si fa, no? Si dice: “Leggo questo, poi quello e poi quell’altro. E, se quest’ultimo mi piace, allora leggo quell’altro diegodesilvaancora”. Non fate così? Nemmeno io.

Non riesco a rispettare la lista della spesa al supermercato, figuriamoci se seguo una pianificazione culturale di qualche tipo. Mi procuro quello che credo mi possa interessare e lo metto da parte, in fondo alle guance, come certi scoiattoli. Poi, rumino e quel che viene, viene.

Ecco, questo libro di De Silva è stato particolarmente sfigato, perché da quando me lo hanno regalato, un paio d’anni fa, ha girato tutta la casa: è stato avvistato su una mensola, su un davanzale, sul mio comodino, sotto il letto, in una libreria, in un’altra, nel portariviste del cesso e nella camera di un figlio (praticamente un altro cesso). Rischio di smarrimento 5 che di peggio c’è solo Salvini.

Non sto dicendo niente del libro, lo so. Ma faccio così quando un libro mi è piaciuto molto. Facile essere brillanti quando si è distruttivi, molto più complicato dire qualcosa di utile e divertente su un libro che si porta via il cattivo umore, anzi, fa ridere di gusto e poi fa anche riflettere. Magnifico il protagonista, l’avvocato Malinconico, ancora più belli alcuni personaggi di contorno, come il cane della cooperativa e il camorrista Tricarico. Bella persino Napoli, tanto che, per la prima volta da sempre, mi è venuta voglia di visitarla. Magari, invece di andarci, ci torno, con il prossimo libro di De Silva.

Non avevo capito niente, Diego De Silva, Einaudi, p. 314 (11,50 euro) anche in ebook (6,99 euro)

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5 comments

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sandraellery 19/11/2014 at 20:58

Quando torno qui dopo alcune ore dalla pubblicazione di un post e non trovo commenti non riesco proprio a starne fuori, ho come un moto d’affetto per Chiara e in questo caso anche Aldo che, di sicuro, hanno usato tempo ed energie per scrivere un pezzo che altrettanto di sicuro molti avranno letto ma nessuno ha commentato. Insomma mi spiace. Mi fido dei giudizi di Aldo, i miei libri ancora da leggere sono tutti sul tavolo in sala, quando il tavolo stesso diventa davvero ingombro, ed è un peccato perché il tavolo è il pezzo d’arredamento più costoso della casa, allora attacco a leggere e finché non ho smaltito NON SI COMPRA PIU’!

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Chiara Beretta Mazzotta 19/11/2014 at 23:04

Ma no, Sandra! Lo sai, in un blog come questo molti passano, alcuni leggono e solo pochi commentano. C’è pure chi non entra 😉
Devo dire che a me garba questa cosa di essere osservata senza sapere da chi. Le anime silenziose, essendo logorroica, un po’ intimoriscono ma soprattutto mi affascinano. E poi siccome so che gli spettatori silenti ci sono – i segni li lasciano entrando – cerco sempre di essere un poco all’altezza del loro passaggio.
Un bacio grande,

Chiara

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impossiball 22/11/2014 at 12:20

Ero convinto di averlo preso, invece mi sa che sta ancora nella wishlist di ibs… non oso dire “sarà il prossimo che prendo”, perchè ce ne saranno almeno altri 10 di cui posso dire lo stesso.

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glaurito 23/11/2014 at 11:25

Questo, che è il primo romanzo con protagonista l’avvocato Malinconico, è assolutamente brillante, geniale, un personaggio indimenticabile e, seppure per certi versi caricaturale, molto vero (e se lo dico io che sono un avvocato salernitano come lui – e come lo scrittore! – potere credermi). Un po’ deludenti i due successivi, ma “Non avevo capito niente” è un romanzo (non per addetti ai lavori, di tecnico/giuridico c’è poco) da non perdere, completamente d’accordo!

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Chiara Beretta Mazzotta 23/11/2014 at 22:09

Grazie, Glaurito! Alla prossima avventura libresca.
Chiara

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