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Agente letterario: chi è, cosa fa? Serve?

Dopo quello dell’editor, oggi scopriamo il ruolo dell’agente nella filiera editoriale e vediamo di cosa si occupa. 

È quella figura che si frappone tra autore ed editore e tutela gli interessi del primo. È un intermediario che ha il compito, prima di tutto, di far in modo che un libro sia pubblicato e che in seguito l’editore adempia i propri doveri contrattuali. Avete presente un procuratore sportivo? Ecco, un agente letterario è come Jerry Maguire meno carino magari, ma ugualmente pazzo (e leggendo, capirete perché!).

Quando l’agente decide di rappresentare un autore gli invia un contratto di rappresentanza (di durata annuale, si rinnova per tacito accordo). Dopo la firma ha inizio il suo lavoro: invia il testo in lettura ai vari editor che lavorano all’interno delle case editrici (l’autore dovrebbe sempre essere informato degli invii effettuati e non dovrebbe assillare l’agente, i tempi di riposta possono essere lunghi). Perciò più contatti possiede, meglio è, e più è informato sulle esigenze degli editori, più è in grado di proporre il testo giusto alla realtà giusta.

I compiti di un agente

Quando un editore manifesta interesse per il testo, l’agente si occupa del contratto editoriale, ogni punto, infatti, è negoziabile. Si occupa delle royalty che spettano all’autore: la percentuale di incasso su ogni testo venduto e le percentuali relative allo sfruttamento dei diritti secondari, cioè i diritti di trasposizione dell’opera in altri formati (traduzioni, pubblicazioni all’estero, adattamento radiofonico, teatrale, cinematografico; tutti diritti che, peraltro, non è obbligatorio cedere) e si occupa degli anticipi. Cioè si scanna per gli anticipi, ormai una chimera in questo disastrato mondo editoriale (qui alcuni dati del 2013 e siamo peggiorati). E se qualcuno può farvi avere qualche soldo alla firma del contratto, quello è l’agente.

Quando il libro è stato pubblicato, controlla i rendiconti e che all’autore arrivi ciò che gli spetta. In sostanza, si occupa del recupero crediti. Nel frattempo si interessa della vendita dei diritti all’estero e, se sussistono i presupposti, propone la storia alle case di produzione cinematografica. Da noi non si diventa ricchi con il cinema ma qualche soldino può entrare soprattutto grazie ai diritti di opzione: le case di produzione fanno infatti una sorta di pre-acquisto, una semiacquisizione per bloccare un’opera (e magari iniziare a lavorare alla sceneggiatura). Nella maggior parte dei casi non se ne fa nulla e l’opzione scade, ma intanto si viene pagati.

L’agente è la persona con cui potete lamentarvi dell’editore che non vi capisce, dell’ufficio stampa che non vi promuove e l’unico che può fare qualcosa per darvi una mano. Questo accade nel migliore dei mondi possibile. E tutto dipende dalla persona che avrete scelto e dal vostro libro. Con un bestseller per le mani lavorare meglio è più facile, ovvio.

Quanto costa un agente?

Lavora trattenendo una percentuale sulle royalty incassate: parliamo di un 15/20 per cento. Dobbiamo però distinguere tra rappresentanza e consulenza editoriale. Ci sono agenzie che richiedono una lettura preliminare dell’opera e forniscono una scheda di valutazione all’autore: questo serve all’agenzia sia per selezionare meglio i testi, sia per coprire le spese. È semplice: un autore certo della bontà del proprio lavoro (quindi non interessato a ricevere alcun giudizio preliminare) si dovrà rivolgere a un agente che offre la sola rappresentanza. Se si vuole un giudizio o lavorare ancora al proprio testo, ha senso rivolgersi a una agenzia che fornisce servizi editoriali.

Molti autori si lamentano per questo “dazio”. Per prima cosa, è banale dirlo, ma la consulenza editoriale non è un obbligo. Quindi, se non volete pagare per la lettura del testo, non fatelo! Le agenzie che non chiedono alcunché ci sono. Dire che un agente compie un illecito chiedendo un fee per la lettura, sostenendo che basterebbe leggere la sinossi e qualche cartella del testo per scartarlo, e che un agente dovrebbe guadagnare solo dalle percentuali sulle vendite (come avviene all’estero), è inesatto. E indica che non conoscete i numeri del mercato editoriale italiano. Da noi i volumi di vendita sono troppo ridotti. Vendere 5mila copie, oggi, è un evento. Un esordiente spesso non arriva a superare le mille copie, quando tocca le 15mila è un autore di successo.

Quanto guadagna un agente?

Facciamo i conti: mettiamo il caso più roseo, l’autore ha venduto 15mila copie, per semplicità diciamo che ha incassato 15.000 euro (e 1 euro a copia non è un dato troppo distante dalla realtà, della serie “one book one buck”) e ha un agente che trattiene il 20 per cento delle royalty. Parliamo quindi di 3.000 euro di compenso per un lavoro che nella maggior parte dei casi ha richiesto mesi. E se un autore vende 800 copie e l’agenzia chiede il 15 per cento? Come si sopravvive con 120 euro? Anche queste guadagnate dopo mesi di lavoro. La verità è che resistono grazie alla rappresentanza solo le agenzie che hanno in scuderia autori di calibro e pochissimi esordienti. E quando accanto al nome di una agenzia leggete la dicitura “autori selezionati” significa che entrare in scuderia è da miracolati.

E poi bastano davvero poche pagine per scartare un testo? Ci sono tre tipi di manoscritti: quelli brutti, e lo capisci leggendo le prime 10 righe; quelli belli, e lo capisci leggendo le prime 30 righe; quelli mediocri. I primi e i terzi sono i più numerosi. Il problema di quelli mediocri? Non bastano 30 righe. Neppure 50. Tocca leggerli per intero. Perché qui qualche ottima idea convive con svariate pessime trovate e la scrittura è schizofrenica: efficace, sciatta, cacofonica, oscura, ridondante… sono anche i testi che, dopo alcuni consigli, hanno la possibilità di scalare la classifica e finire nel gruppo uno. Si possono ignorare o ci si può lavorare, sono scelte.

Cercate una valutazione o solo la rappresentanza?

Se volete la sola rappresentanza, comunque, cercate quella. Gli agenti ci sono, ma spesso hanno rigide regole di invio (accettano ogni mese una piccola quota di testi in visione) e non motivano le ragioni di un eventuale rifiuto, perché non forniscono valutazioni (non ne avrebbero il tempo!). Non vi lamentate, se arriva un no secco. Sono le regole del gioco.

Se vi interessa un parere dettagliato, rivolgetevi a chi ve lo offre ma usate giudizio: se vi chiedono mille euro per valutare un romanzo di duecento cartelle, ne vale la pena? Applicate la stessa cautela anche per i servizi accessori offerti dall’agenzia. La correzione bozze è davvero necessaria? Sì, se siete un autore che ha optato per il selfpublishing e ha bisogno di una revisione attenta prima di buttare il proprio libro in pasto ai lettori; altrimenti, se il testo verrà presentato a un editore, basta che sia in ordine, mai visto una casa editrice rifiutare una buona storia per un refuso! Certo, se non sapete che si scrive po’ e non pò, della correzione avete bisogno (e pure di altro…). E se vi chiedono 4.500 per un editing di 50 cartelle e 4.000 per la rappresentanza? Scappate e spargete la voce (succede, chi lo fa, lo sa).

Un agente serve?

L’autore scrive, l’agente si occupa delle questioni pratiche. È un rapporto limpido in cui si realizza una totale equivalenza di interessi: più l’autore ottiene, più l’agente ricava. Quindi fare bene, farlo alla svelta e sapersi ripetere è indispensabile per l’agente e molto utile per l’autore. Dalla mia esperienza lo stesso libro presentato da una agenzia oppure dal solo autore ottiene trattamenti differenti. Ed è noto: le grandi case editrici ormai lavorano soprattutto tramite agenzia quindi arrivare ai big, senza contatti, è difficile.

Come trovare un agente?

Basta una ricerca in rete (le agenzie che non figurano difficilmente accettano nuovi autori). Mi astengo dal farvi nomi perché, collaborando con diversi agenti, mi parrebbe scorretto. Cercate prima di tutto di capire cosa offrite: cosa avete per le mani?  Saggistica o narrativa, il genere del vostro romanzo, pubblico di riferimento eccetera.

Cercate di conoscere l’agenzia: chi rappresenta, con quali editori collabora? Informatevi, chiedete agli autori rappresentati, se possibile. Badate ai libri pubblicati. Se vi offrono mille e uno servizi per 50 euro, lasciate perdere: chi si fa pagare troppo poco o non vale un tubo o non fa un tubo (e vi spilla solo i 50 euro). Se l’agenzia parla solo dei propri servizi e non degli autori rappresentati? Con tutta probabilità il suo lavoro è offrire servizi. Se non vi è traccia degli autori rappresentati? Forse non esistono.

E se un agente collabora con un editore a pagamento? Non fatemi rispondere, ché è meglio.

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13 comments

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sandraellery 19/02/2015 at 20:48

Pezzo perfetto per orientarsi e capire chi fa cosa e come muoversi. Io posso solo dire che se la mia agenzia dovesse abbandonarmi smetterei di scrivere: troppi sciacalli in giro, il rischio di firmare una boiata di contratto o di firmarne anche uno che pare buono ma di non vedere i diritti è troppo alto. Tutto il piacere di scrivere e di farsi leggere va a farsi friggere in rodimenti di fegato.

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Aldo Costa 19/02/2015 at 21:42

Sono al secondo agente. Il primo mi dicono di averlo visto passare a testa in giù nel Naviglio Grande. Questo secondo è ancora vivo, ma so che ha il fiatone, da quando sa che con Italo arrivo a Milano in 55 minuti.

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Marco Amato 19/02/2015 at 22:13

Eh ma per il reietto scrittore non c’è scampo lo stesso. Metti che trovi l’agente in gamba e questo colto da improvvisa verità notturna, scriva una “relazione programmatica” sui mali dell’editoria… A quel punto per piazzare il romanzo servirebbe realmente Tom Cruise, ma quello di Mission Impossible…

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Marco Amato 19/02/2015 at 22:21

Accidenti! Certe frasi “grazie di esistere” sono pericolose per un uomo. Portano terribili sciagure. Eros quando la dedicò alla Hunziker lei lo mollò poco dopo. A me come minimo mi toccherà l’agente più fetente d’Italia. 🙂

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Chiara Beretta Mazzotta 19/02/2015 at 22:38

Il senso dell’umorismo è il senso più prezioso 😉 Ma faremo in modo di non trovarti l’agente più spiritoso d’Italia!

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amnerisdicesare 19/02/2015 at 23:44

L’ha ribloggato su Sono Solo Scarabocchie ha commentato:
Ribloggo. Perché mi interessa molto.

“Non andate però in giro a dire che un agente compie un illecito chiedendo un fee per la lettura, né che dovrebbe guadagnare solo dalle percentuali sulle vendite, come avviene all’estero, perché significa che sapete poco del mercato editoriale italiano. Da noi i volumi di vendita sono troppo ridotti. Vendere 5mila copie, oggi, è un evento. Un esordiente spesso non arriva a superare le mille, quando tocca le 15mila è un autore di successo. Quindi fate voi i conti. Mettiamo il caso più roseo: l’autore ha venduto 15mila copie, per semplicità diciamo che ha incassato 15000 euro (e 1 euro a copia non è un dato troppo distante dalla realtà) e ha un agente che trattiene il 20 per cento delle royalty, parliamo quindi di 3000 euro di compenso per un lavoro che magari ha richiesto mesi. E se un autore vende 800 copie e l’agenzia chiede il 15 per cento? Come si sopravvive con 120 euro? La verità è che resistono grazie alla rappresentanza solo le agenzie che hanno in scuderia autori di calibro e pochissimi esordienti. E quando accanto al nome di una agenzia leggete la dicitura “autori selezionati” significa che entrare in scuderia è da miracolati.”

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impossiball 20/02/2015 at 08:28

“Con un bestseller per le mani lavorare meglio è più facile, ovvio” -> il signor Lapalisse non avrebbe saputo dirlo meglio! 😀

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sandraellery 20/02/2015 at 08:59

Volentieri: THESIS CONTENTS Firenze. La cosa migliore per conoscerli un po’ al di là del sito, è visitare la pagina FB sempre aggiornata, dove si possono vedere gil autori rappresentati, le copertine dei libri, le presentazioni, le interviste. Nel sito invece le modalità per l’inoltro dei manoscritti.

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Chiara Beretta Mazzotta 20/02/2015 at 10:44

Grazie, Sandra!

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Aldo Costa 20/02/2015 at 18:07

Non sono in rapporti con loro, ma abbiamo avuto uno scambio di mail e altre cose, che ho trovato corretto e piacevole

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Grazia Gironella 22/02/2015 at 19:23

Ciao Chiara! Ho un agente da poco tempo, e sono molto curiosa di vedere come andranno le cose. Per ora posso solo apprezzare gli aspetti psicologici della collaborazione. Avere un interlocutore è una vera cura contro la sensazione di invisibilità che spesso si prova nei contatti con l’editoria. C’è anche la speranza che i testi proposti da un agente vengano letti per intero. Vedremo!

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Antonella 16/02/2016 at 12:26

Ciao a tutti,
mi chiamo Antonella e sono una giovane scrittrice. Vorrei sapere quanto costa avere un agente letterario.
In attesa di una vostra risposta porgo i miei distinti saluti.

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Chiara Beretta Mazzotta 16/02/2016 at 16:43

Ciao Antonella, benvenuta. Allora un agente letterario lavora a percentuale. Cioè trovato all’autore l’editore, si occupa di tutte le questioni legali (redazione del contratto, royalty, traduzioni, recupero crediti…). Oltre a trovare “casa” a una storia, tutela l’autore. Quanto costa? 15/20 per cento delle royalty dell’autore (anticipi e vendite).
In Italia i volumi di vendita sono molto bassi e molti agenti chiedono, prima della presa in carico del testo, un fee di lettura. Cioè fanno leggere e valutare il testo ai propri lettori. In questo pezzo è spiegato tutto. http://bookblister.com/2015/02/19/agente-letterario-chi-e-cosa-fa-serve/
Un saluto, Chiara

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