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La prima fiera dell’editoria indipendente milanese autofinanziata all’insegna di chi, con orgoglio, mira a salvaguardare la bibliodiversità.

BookPrideDopo Writers il libro torna protagonista ai Frigoriferi milanesi che, dal 27 al 29 marzo, fanno da “casa” agli indie grazie a BookPride, la fiera promossa dall’Osservatorio degli editori indipendenti (ODEI).

Non si tratta, ovvio, di far la guerra ai grandi gruppi, si tratta di combattere per la sopravvivenza dell’ecosistema editoriale. Per un equilibrio che garantisca indipendenza, autonomia di espressione e pensiero. In una parola: bibliodiversità.

I colossi, senza dubbio, hanno un enorme peso in termini di promozione e diffusione – al massimo c’è da discutere sulla varietà e qualità dei contenuti proposti – ma gli editori indipendenti nel nostro Paese equivalgono al 30 per cento del fatturato dell’editoria. Nicchie di un certo peso quindi.

Concetti questi ripetuti con chiarezza e convinzione durante l’inagurazione dall’assessore alla cultura Filippo Del Corno, da Gino BookPrideIacobelli di Odei, Andrea Palombi direttore editoriale di Nutrimenti, e pure da Romano Montroni il presidente del Cepell. E chi mi segue lo sa con quanta passione io segua le vicende di questo prezioso organo istituzionale nato per la salvaguardia e la diffusione del libro in Italia e all’estero. Il discorso di Montroni – letto, peraltro – sulla biodiversità, a parte l’eccessiva lunghezza, non ha offerto grandi spunti. A eccezione della candida ammissione del presiedente di non conoscere affatto nuove tecnologie e social network. Sarà forse per questo che il Cepell in rete è la cosa più simile a un walking dead? Quando il nostro Paese nei ruoli di comando prevederà – al posto delle giurassiche poltrone premio – figure preparate e a proprio agio con la contemporaneità  sarà sempre troppo tardi.

Pino TripodiApplausi, invece, per Pino Tripodi – scrittore, giornalista – che senza pessimismi o lamenti sterili, ha fatto una istantanea dei dolori dell’editoria. Sottolineando che i librai indipendenti non possono in alcun modo piegarsi alle regole delle catene. I mali, ha detto, sono iniziati nel momento in cui si è inteso il libraio come un venditore di spazi e un “movimentatore” di prodotti a breve scadenza, troppo impegnato a inseguire improbabili break even per leggere quello che sostava sugli scaffali.

Polemiche a parte, se siete nei pressi di Milano sappiate che fino a domenica vi attendono oltre un centinaio di case editrici, tantissimi libri, altrettanti editori pronti a raccontarveli con passione, presentazioni, scrittori, poeti… e sì, pure una enoteca e un birrificio ben forniti perché leggere è un piacere che ne contempla altrettanti. Ci vediamo lì!

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2 comments

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impossiball 28/03/2015 at 10:02

Ecco, figuriamoci se dove vai tu non ci sono le birrette 😀

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sandraellery 28/03/2015 at 12:20

Aspettavo questo post per capire il tenore dell’evento, perché purtroppo a volte fiere varie di piccola editoria si trasformano in tristi circhi pieni di EAP; sul BookPride ero positiva, avendo letto nell’elenco degli editori nomi che amo compulsivamente come Giuntina e 66thand3rd e ora ne ho la conferma. Pensiamo di fare un giro domani pomeriggio, la birra ci sta benone e pure un calice di vino.

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