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Libri a Colazione

Libri a Colacione 19-03-16

I consigli da leggere di Tutto Esaurito su Radio 105! Questa settimana: Boom! di Mark Haddon, I gatti non hanno nome di Rita Indiana e Girl runner Carrie Snyder.

►VOLTAPAGINABoom!, Mark Haddon, traduzione di Massimo Bocchiola, Einaudi
Boom! ovvero La strana avventura sul pianeta Plonk, Mark Haddon, traduzione di Massimo Bocchiola, Einaudi, p. 151 (11 euro) ebook (6.99 euro)
“Sul balcone ci passano un sacco di tempo. Il nostro appartamento era piccolo. Delle volte sembrava di vivere in un sommergibile. Ma il balcone era un mito. Il vento. Il cielo. La luce” a parlare è il protagonista di questa storia che si chiama Jim. Un giorno sua sorella Becky – sedici anni e una passione per il death metal – gli dice qualcosa sul suo conto. Qualcosa che proprio non gli va giù. Davvero pensano questo di lui i professori?

Ed ecco che insieme con il suo migliore amico, Charlie, Jim decide di scoprire se le cose stanno proprio così. Cosa si inventano? Mettere in walkie talkie nella sala professori così potranno sentire cosa si dicono durante la riunione. Solo che, a un certo punto, due degli insegnanti si mettono a parlare in una lingua astrusa e…

Sembra un libro per ragazzi, parrebbe pure una strampalata storia di fantascienza. È un libro che vi conquisterà – grandi e piccoli – una storia di formazione, avventura, amicizia. E, ricordate: anche se non sembra, vostra sorella maggiore vi ama!

I gatti non hanno nome, Rita Indiana, traduzione di Vittoria Martinetto, NNEditore► DA GUSTARE
I gatti non hanno nome, Rita Indiana, traduzione di Vittoria Martinetto, NNEditore, p. 170 (16 euro) ebook (7,99 euro)
E neppure la protagonista ne ha uno. Quattordici anni e un lavoro, suo malgrado, nello studio dello zio Fin. Nel frattempo i suoi se la spassano a zonzo per l’Europa regalandosi una seconda luna di miele. E lei che fa? Ci racconta la sua vita, le persone che la popolano – zio Fin, zia Clelia, Armenia e il ragazzo di Haiti e Radamés… – e intanto si segna i nomi che potrebbero andar bene per un gatto. Con il suo sguardo sul mondo e la sua voce, una voce che è il romanzo.

Perché, se vi dicessi che è la storia della vita di una ragazzina pensereste che è banale, no? Allora ve lo leggo un po’: “I gatti non hanno nome, questo lo sanno tutti. Ai cani, invece, qualunque cosa va bene, si buttano lì una o due sillabe a caso e gli rimangono appiccicate come il velcro: Wally, Furia, Pelusa, ecc. Il problema è che senza un nome i gatti non rispondono, e perché mai dovremmo volere un animale che non viene quando lo si chiama? Ci si adatta: diciamo Anìbal, Aprile, Pelusa e i nomi rimbalzano come acqua sul pelo del gatto. Diciamo Merlìn, Alba, Jesus e i gatti, come se non li riguardasse, vanno a leccarsi il culo in direzione opposta. Da buttarsi dalla finestra”.

È un libro sensoriale, visivo, tattile, profumato… si legge in un soffio ma il suo gusto rimane ed è un po’ come aver abitato il pianeta in cui il fantastico diventa quotidiano, conservando però quel pizzico di stravaganza che lo rende irripetibile. A tutti i padroni di gatto con un nome.

► BELLISSIMIGirl runner, Carrie Snyder, traduzione di Gioia Guerzoni, Sonzogno
Girl runner, Carrie Snyder, traduzione di Gioia Guerzoni, Sonzogno, p. 279 (16,50 euro) ebook (9,99 euro)
“Fai quello che fai finché sei finito. Sei quello che sei finché non ci sei più. Mi chiamo Aganetha Smart e ho centoquattro anni. Non crediate che sia un vantaggio. Sono sopravvissuta a tutte le persone che ho amato, e a tutte quelle che mi hanno amato. Non sono nemmeno invecchiata bene. Basta guardarmi.”

E nella vita Aggie ha faticato parecchio e, soprattutto, ha corso nel senso letterale del termine. Era 1928. Olimpiadi di Amsterdam. Una data da ricordare perché le donne, per la prima volta, sono ammesse a competere nelle gare di atletica leggera. E indovinate un po’ chi c’era nella squadra canadese e conquistò l’oro? Adesso Aggie però non se a passa benissimo. Età a parte, testa che c’è e non c’è vive in una casa di riposo.

Finché non arrivano quei due. Un ragazzo e una ragazza che vorrebbero girare un documentario sulle sue imprese sportive. E così Aganetha si mette in viaggio, un viaggio nel tempo e nei ricordi… ma se vi dicessi che questi due non sono chi dicono di essere? Per chi ama l’eroismo e l’incredibile umanità di alcuni grandiosi personaggi. Per chi ama correre sulle strade e sulle parole.

#CITACIONE
“Si nasce tutti pazzi, alcuni lo restano” Samuel Beckett.

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5 comments

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Sandra 19/03/2016 at 19:49

Mark Haddon è quello del Cane ucciso a mezzanotte, un libro che ho molto amato. Ha scritto anche altro che a me piacque assai, di cui non ricordo il titolo anche perché non se lo filarono in molti. Questo sembra adorabile, io continuo ad amare molto i libri con i ragazzi, perché scrivere di loro non è mai facile, se sei adulto tendi a usare i tuoi filtri, se riesci a riportare il loro mondo, be’ significa, almeno per me, che un po’ di penna ce l’hai!

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Chiara Beretta Mazzotta 19/03/2016 at 22:38

Quoto, approvo e applaudo.
Mentre apro scatoloni. E litigo con il vecchio padrone di casa della zia. E cerco di incastrare falegname, giardiniere e tappezziere per portare via quello che manca… questo per dire che, quando avrò finito, vorrei tanto vederti.
Notte.

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Sandra 20/03/2016 at 10:14

Quando avrai finito, guarda che io il tuo delirio me lo figuro benissimo e per molti aspetti l’ho vissuto, fatti viva che ci becchiamo sicuro. Io nel frattempo sto collezionando un sacco di parole e progetti, e anche qualcosa di concreto nell’immediato, per cui sarà un incontro molto ricco suppongo.
Bacione

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Barbara 23/03/2016 at 11:58

“I gatti non hanno nome, questo lo sanno tutti.”
Simba sapeva di essere Simba, eccome se lo sapeva. Sapeva anche di essere il nostro Sfigatto. Se chiamavo anche solo “micio” era lei che si voltava. Anche se il suo nome preferito era lo scuotimento assassino della scatola di croccantini. Lo recepiva per chilometri, ed arrivava a velocità che Bolt risulterebbe una schiappa. Se però aveva già mangiato, potevi chiamarla e non si spostava di un millimetro. Stiamo parlando di una gatta intelligente eh, mica la si fregava. Se il microonde non faceva ding, lei il latte non lo leccava. Perchè lo sapeva bene che senza il ding, il microonde non scaldava e le stavi solo rifilando un piattino di latte da frigo! Sapeva tutto! Orari, partenze e arrivi. E finchè l’ultimo pischello non era entrato in casa, lei stava sull’uscio a far la guardia. Ho anche rischiato di portarmela in trasferta a Milano una volta. Il terrore che m’è preso quando ho visto la valigia trascinarsi da sola per la stanza…
Meo!

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Chiara Beretta Mazzotta 23/03/2016 at 12:12

Ahahahaha, Barbara, la chiusa è il top!
Un meo anche da parte mia 😉

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