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Libri a Colazione

Libri a Colacione 16 aprile 2016

I consigli da leggere di Tutto Esaurito su Radio 105! Drilla, Andrew Clements, L’addio di Antonio Moresco e La vita segreta e la strana morte della signorina Milne di Andrew Nicoll.

►VOLTAPAGINADrilla, Andrew Clements
Drilla, Andrew Clements, traduzione di Beatrice Masini, Fabbri editori, p. 108 (17 euro)
“Se qualcuno avesse chiesto ai bambini e agli insegnanti della Lincoln Elementary School di fare tre liste, una dei bambini cattivi, una dei bambini bravi, una dei bambini buoni, Nick Allen non avrebbe trovato posto in nessuna delle tre. Nick meritava una lista per conto suo, e tutti lo sapevano”. E Nick vi ricorderà presto un bambino italianissimo che avrebbe tanto voluto far entrare la sua parola – inventata – nel vocabolario (ricordate petaloso? E tutta la faccenda delle Crusca?).

Il nostro Nick un bel giorno decide di fare una rivoluzione. Lui non userà mai più la parola “penna”, non la penserà neppure più! Al suo posto? “Drilla” e tutti dovranno fare come lui. Perché se non usi una parola, lei muore. Invece se ne adoperi una inventata, lei vivrà! Ecco il suo piano, tutti dovranno usare drilla così finalmente potrà diventare una parola vera.

Un piccolo inno a una ricchezza preziosa: le parole. Perché tutti non dovremmo badare a spese e usarne un mucchio e giocarci e sentirci fortunati per il vocabolario smisurato di cui disponiamo. Per tutti quelli che lo sanno bene: le parole vanno usate con cura.

► DA GUSTAREL’addio, Antonio Moresco, Giunti
L’addio, Antonio Moresco, Giunti, p. 274 (15 euro) ebook (9,99 euro)
Cosa accade se uno scrittore decide di vedersela con il pubblico. Se decide di dare al pubblico quello che cerca. Accetta di smettere di essere libero e costringere la propria urgenza nei limiti imposti dai paletti del genere? I parametri del poliziesco vengono alterati e il risultato è una poderosa distopia in cui l’autore fa un attento esercizio sulle parole e lo stile (li allinea al genere, appunto).

Si chiama D’Arco il protagonista dolente di questa storia. E ha le sue buone ragioni per soffrire, tanto per cominciare è morto. Ma qui il mondo dei vivi e quello dei morti non sono soltanto prossimi, sono come vasi comunicanti. Simili, con i propri poliziotti per i vivi e i propri poliziotti per i morti. Liquidi.

E D’Arco ha davanti a sé una missione disumana (e necessaria, perché lui deve agire). Vuole, infatti, tornare nel mondo dei vivi, dove è stato ucciso, perché solo in questo modo potrà fermare una strage. Una strage ancor più terribile intollerabile perché le vittime sono dei bambini. Bambini violati e, soprattutto a cui sono negati i bisogni fondamentali.

A chi non piacerà? A chi crederà di avere per le mani un giallo, perché questo è un esperimento che travalica il genere ed è pure un grande romanzo sul romanzo. Una critica al mercato che si piega e segue il passo, quando dovrebbe indicare una strada mettendo in luce i percorsi che gli scrittori scelgono (attraverso le storie che raccontano e le parole che utilizzano).

► BELLISSIMILa vita segreta e la strana morte della signorina Milne, Andrew Nicoll,
La vita segreta e la strana morte della signorina Milne, Andrew Nicoll, traduzione di Marinella Magrì, Sonzogno, p. 347 (17,50 euro) ebook (9,99 euro)
È il 1912 e siamo in Scozia, a Brought Ferry una piccola cittadina dove non accade mai nulla o meglio dove accadono sempre le stesse cose… Ma la quiete è fatta per essere terremotata, si sa. E lo squasso arriva nella vita della signora Milne: anziana, zitella, irreprensibile ma decisamente eccentrica.

Ad accorgersi che qualcosa non va è Slidders, il postino, che osserva preoccupato la posta accatastarsi per settimane nella casella della sua bizzarra proprietaria. Finché non si decide a chiamare la polizia ed eccola la brutta sorpresa: la signorina Milne non solo è morta stecchita ma è stata assassinata.

A raccontarci tutto da questo punto in poi è John Fraser sergente che svela lo svolgimento delle indagini. Indagini che sono affidate a Sempill, il commissario capo, e all’investigatore Trench che non si accontenta di un cattivo per sedare le ansie dei cittadini, vuol proprio il colpevole.

Partito da un fatto di cronaca, Andrew Nicoll si diverte ad architettare quello che sembra un giallo classico in stile Christie che in effetti regala parecchie sorprese (per non dire del gustoso umorismo inglese). Per chi ama i misteri da svelare ma soprattutto ama le persone e le loro contraddizioni, quegli spigoli che li rendono così vivi e veri, pure da morti!

#CITACIONE
“La vita è più facile se si teme soltanto un giorno alla volta” Charlie Brown (Charles M. Schulz).

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4 comments

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El Cugi del Parente ha un nome? 22/04/2016 at 15:11

Esco per un caffè e per un Moresco alla Feltrinelli. Ok, su Amazon costerebbe meno, ma ogni tanto lasciatemi frusciare il contante… E la moto. 🙂 A dopo…

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Chiara Beretta Mazzotta 23/04/2016 at 13:05

Ah, la moto! Io avevo la Suzuki TU. Una piccola bellezza 😉 (Meno bello il tizio che ha fatto, alla cieca, inversione a U tentando di uccidere la futura editor).
Moresco è un libro di confine. Attendo opinioni.

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El cugino del Parente ancora un po' 23/04/2016 at 14:41

Anche io Suzuki, ma non è la vintagissima e meravigliosa TU. Adesso ne fanno una molto simile in Francia, quelli di Mash.
Per Moresco aspetta un po’, sto finendo un Modiano… 😉

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El Parente suicidante su un binario (morto?) 24/04/2016 at 11:12

Ho iniziato Moresco alcuni minuti fa. Davvero superba la lettera d’addio posta a prefazione. La miseria dell’esistente in cui si sente catapultato lui, non va molto lontano da quel “sotto terra” a me così familiare. E quel “momento di buio” che ti riesce di confinare appunto in un solo momento (bizzarro detto così perché può durare mesi o anni) con l’anestesia dello scrivere, lo conosco abbastanza bene e di fresco anche io. La vita osservata per quella che è non lascia molto spazio a prospettive distanti da quelle di Moresco, se non appunto uscendo dalla dimensione dello scrittore (come lui sembra prospcettarci) o tuffandosi nell’anestetico opposto della rappresentazione…
Poi succede. E son sorrisi. Pagina 12 (appena?) del suo romanzo, e per motivi fuori portata arriva. È solo l’immagine del tuo personaggio che riprende vita in una scena che non sarebbe mai nata senza arrivare appunto all’appuntamento di pagina 12. L’immagine che strapperà a me un sorriso tra qualche minuto mentre la scriverò e farà lo stesso se mai qualcuno la leggerà…
Quanta finzione per una risata, quanto dolore. E quanta necesaria distrazione…

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