Sono creature in mutazione Erica e Vanessa. Solo loro si capiscono, solo loro interpretano il linguaggio dei propri corpi. “Due è la relazione. Due è la divisione” dicono. Ed è in due che arrivano a Villa Flora questo non luogo immerso nel verde popolato da anime che abitano corpi sbagliati. “Perché mangiare, se sai che avrai fame di nuovo?” Si chiede Diego.
Ma per queste due ragazze non si tratta (solo) di perdere peso, non si tratta di moda, non si tratta di accettarsi. Si tratta di cambiare, di spiccare il volo. Evolversi. Le libellule si trasformano quindici volte per divenire ciò che sono.
Vanessa ed Erica sono in divenire. Legate da un’amicizia esclusiva e assoluta. E nulla deve distoglierle dal loro progetto. Non certo le cure nella clinica di Villa Flora, non certo le parole preoccupate dei propri genitori… Un gioco di sottrazione per mettere in luce solo ciò che è necessario, la vera essenza. Ed è ciò che fa anche l’autrice con le parole.
Un romanzo che parla del dramma dell’anoressia e, soprattutto, di amicizia e ci regala uno sguardo altro che come un faro illumina e ci permette di riflettere sulla complessità della crescita che è pur sempre una stupefacente e dolorosa mutazione.