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Il marito in collegio – Giovanni Guareschi

Il marito in collegio
Autore: Giovanni Guareschi
Casa editrice: Bur
284 pagine
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Stamani ero un po’ abbacchiata. Manoscritti rognosi, autori tristi per le critiche… ci sta ma quando succede, un rimedio c’è: prendo “pillole” di ricostituente, cioè libri in “pillole”. Leggo qualche pagina buona, insomma, e passa tutto.

Uno dei romanzi che ha il potere di raddrizzarmi l’umore è, senza dubbio, quello che potete ammirare nel selfie fatto dalla mia Spaventalettori (c’è chi ha lo spaventapasseri, io ho lei a presidiare la mia libreria). Si tratta di una edizione vecchierrima de Il marito in collegio di Giovanni Guareschi. Come dite? No, l’uomo non ha scritto solo Don Camillo! Dimenticate Don Camillo, curiosate e scoprirete un mondo fatto di Zibaldini, Pasionarie e altre meraviglie.
Comunque. La storia, è questa.

La nobilissima famiglia dei Madellis-Food-Foulard-Wonder è, essendo nobilissima, a corto di denari. Molto a corto. Tutta la rognosa faccenda – e noiosa, i nobili si stufano in fretta – potrebbe risolversi in un batter d’occhio grazie all’ingente eredità dello zio Casimiro Wonder.

Il piccolo problema? Per rinunciare al gruzzolo l’illustre zio pretende qualcosa in cambio. E cioè che Carlotta Wonder, sua nipote, trovi marito. Non uno a caso, badate bene, ché il baldo giovane deve andargli a genio. E il pretendente la povera Carlotta se lo deve pure trovare alla svelta: in quarantotto ore! Se così non sarà, il patrimonio verrà destinato agli orfanelli.

La bellissima giovane (simpatica come il prurito, quando c’hai le mani legate) scova ben due pretendenti, che però vengono subito rifiutati da zio Casimiro, perché troppo interessati ai soldi. Così, disperata, per salvare la famiglia Carlotta tenta il tutto per tutto e ripiega su Camillo Debrai, giovane artigiano che vive nella casa accanto.

Inutile dire che lei lo detesta, mentre lui la ama. Ed è altrettanto inutile dire che zio Casimiro accetterà. Ha così inizio la dolorosa “rieducazione” del povero Camillo, alle prese con una famiglia che non lo vuole affatto, ma non può fare a meno di lui. Se cercate un capolavoro di antidepressivo, eccolo.

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8 comments

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maria 28/05/2014 at 16:26

Il mio attimo di buon umore è rileggermi Picnic a Hanging Rock della scrittrice australiana Joan Lindsay. Lo adoro, un mistero irrisolto, e un libro che difficilmente puoi classificare in un qualsiasi genere. 🙂

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Chiara Beretta Mazzotta 28/05/2014 at 17:14

Ciao Maria, grazie per questa pillola antidepressiva. Vado subito in libreria 😉

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Monica 28/05/2014 at 21:26

Leggendo questo Copertinario mi viene da pensare che non ci resta molto da inventare ormai! Le menti geniali del nostro glorioso passato letterario ci hanno lasciato un ricco patrimonio in eredità. Storie di vita quotidiana alle quali non si finisce mai di attinge cercando spunti creativi per racconti, film e commedie ecc. Grazie Chiara, proverò la tua cura ricostituente, ce n’è sempre bisogno

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Chiara Beretta Mazzotta 28/05/2014 at 23:20

Cara Monica,
Giovannino per me è un porto sicuro. Lui, la sua piccola Pasionaria (la figlia Carlotta) e la moglie (che, con la scusa di fargli ammirare dei dipinti del Seicento, lo ha portato in chiesa e se l’è sposato) son di casa e di famiglia. Anzi, di cuore e zone limitrofe.
A presto,

Chiara

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sandraellery 28/05/2014 at 21:49

Autori tristi per i continui inciampi nonostante le critiche positive : ) un pat-pat alla cara Spaventalettori, mentre la mia pillola anti-depressione sei tu Chiara.

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Chiara Beretta Mazzotta 28/05/2014 at 23:22

La mia Spaventalettori si prende cura anche di te (che però verrai in trasferta copparese con me, questo weekend).
Il mio sogno di pillola è nascere calmante e morire antidepressivo 😉
Bacio, grande.

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Marco Amato 30/05/2014 at 19:51

Ciao Chiara, grazie per la pillola ricostituente. Oggi ci voleva proprio. Comprato adesso in ebook. La storia mi interessa anche per una commedia degli equivoci che forse, un giorno o l’altro, deciderò di ultimare. Certi maestri per noi scriventi sono oro, argento e un po’ di birra. 🙂

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Chiara Beretta Mazzotta 30/05/2014 at 19:59

Ciao, Marco! Allora buona birra 😉
Guareschi è davvero un maestro. Quando leggo lo Zibaldino mi sento felice. Mi sento più forte. Ah, che goduria! Sarà un caso, ma mia figlia assomiglia parecchio alla piccola Pasionaria.
Buon weekend!

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