La storia di un esordio oggi ce la racconta Sandra Faè. Lettrice forte, appassionata di scrittura, ha pubblicato diversi romanzi tra cui, Ragione e pentimento e Le affinità affettive, che hanno raggiunto i vertici della classifica di Amazon.
Il mio esordio è talmente ingarbugliato che avrei bisogno di più puntate, ma non vi tedierò. Sono la classica persona che scrive da sempre, partecipa a corsi e concorsi e la prima pubblicazione arriva facile: sono finalista a un concorso di racconti, conosco l’editore, sottopongo un manoscritto, mi dice che sì il testo c’è, ma occorre un editing, che mi farebbe per una cifra non da poco; accetto perché riesce a farmi bere la bufala che “l’editing è un lavoro professionale e come tale va pagato.”
Il romanzo esce nel giugno del 2010, è ben distribuito, piace, apro un blog, faccio molte presentazioni, insomma entro nel giro, ma quando propongo all’editore un nuovo romanzo mi viene fatta la medesima richiesta sull’editing, rifiuto, discutiamo molto e ci lasciamo neppure troppo bene. Di carattere non sono una che rinnega, ho ceduto all’Eap ma penso di potermene affrancare.
Per due anni non succede nulla: il mio nuovo romanzo colleziona rifiuti, poi al Salone di Torino 2012 decido che ho bisogno di capire, capire se ho la stoffa o sono una dei tanti superegodotati che hanno pagato per pubblicare. Voglio un agente, e mentre lo cerco, incappo in una editor bionda, le affido il romanzo, sapendo che lo vivisezionerà, mi darà una scheda di valutazione per poi proporlo alla sua agente di fiducia, in caso funzioni. Mica è detto. Lei non lo sa, ma il suo giudizio ha la responsabilità di farmi chiudere definitivamente con l’editoria o darmi il via per continuare con la consapevolezza giusta. Prendo mezza giornata di ferie, indosso un vestitino che mi piace, è pure il compleanno della editor, le porto un
girasole più grande di me, non che ci voglia molto e quel vegetale sta lì in mezzo a noi quasi in imbarazzo mentre lei parla della mia storia, e dice che sì, l’ha conquistata. Ci lavoriamo insieme, e quando il testo è pronto la sua agente dice “no”. Eh!
Nel frattempo scrivo un altro romanzo molto lungo, apposta per un editore nuovo (bazzico molto
in rete, frequento scrittori, traduttori insomma mi do un gran da fare) che mi mette i suoi paletti, la revisione e il rapporto con lui diventano un gioco al massacro, mio padre sta malissimo, io sono in pezzi e non so davvero dove trovo scampoli di energia che rabbocco tirando calci ai muri e scrivendo che manco l’Alfieri.
Una settimana prima dell’ultimo viaggio di papà, il romanzo esce: è pieno di refusi, impaginato male ma non me ne importa nulla, perché il mio romanzo preferito, quello che ancora non ha trovato casa finalmente si colloca: il giorno prima che mi dicessero che mio padre ha da 3 a 6 mesi di vita, l’agenzia Thesis decide di darmi fiducia, e poco dopo il romanzo uscirà per goWare. Esattamente due anni dopo quel giorno del girasole. È un po’ un regalo di compleanno per la mia editor, un po’ la vita che tenta di fare ammenda, un po’ mio padre al quale il romanzo è dedicato, che mi manda tanta luce, un po’ anch’io che in fondo, ho davvero lavorato tanto!
8 comments
Stare in questa rubrica mi ripaga per tutta la rabbia e ehm altro che ho ingoiato, e purtroppo ancora mando giù perchè i vecchi contratti non vengono seppelliti con quello nuovo. Fortuna che c’era in rete la foto con i colpi di sole freschi, e tu l’hai recuperata.
Un bacione grato editor.
C’era anche una foto deliziosa con il cappello 😉
Un abbraccio grande a te, cara autrice!
Foto con cappello = matrimonio della gemella
Questa foto = matrimonio di un’amica
Morale = per i matrimoni mi tiro a lucido
Be’ se vogliamo chiudere il giro: c’è pure la foto del tuo di matrimonio! (La gemella è identica? Lo chiedo solo perché, nel caso dovessi incontrarti in giro, prima di abbracciarti con foga, mi accerto sia tu 🙂 )
Che poi quella del matrimonio è questa mia fotina gravatar/avatar o come si chiama.
Ci somigliamo molto sì, e sconfondimenti sono già successi, viste insieme le differenze di certo le cogli, ma separate è più difficile. C’è stato anche chi, casualmente incontrando sempre e solo o me o lei, pensava fossimo un’unica persona e quando ci ha viste insieme a momenti si piglia un colpo 😀
Ecco vedi! Io una volta sono saltata al collo di un mio amico in Posta. E lo abbia travolto di domande. Peccato fosse il gemello 😉
Ho capito: Sandra Ellery è la gemella di Sandra Faè! Giusto?
Giusto! Il vero problema è quando pensano che Ellery sia il cognome e mi ritrovo con prenotazioni al ristorante, successo pure questo – a nome Ellery con tanto di foglietto sul tavolo. Ellery è il mio segno di devozione e amore incondizionato per Ellery Queen.
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